martedì 20 maggio 2014

Cannes, con “Deux Jours, Une Nuit” i Dardenne ci ricordano la crisi economica

La locandina
Valutazione media: ♥♥♥ = 8

La scheda
Un film di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne. Con Marion Cotillard, Olivier Gourmet, Catherine Salée, Fabrizio Rongione, Christelle Cornil, Drammatico, Bel 2014. Data di uscita: ancora non comunicata.

La trama
Film dedicato alla crisi e alla perdita del posto di lavoro e soprattutto alla solidarietà senza ideologie. Al centro c'è Sandra, una donna che ha un solo fine: ottenere dai suoi colleghi di rinunciare a un bonus di mille euro pur di non perdere il suo posto di lavoro. Ad aiutarla nell'impresa il marito. La storia nasce da un progetto al quale i fratelli Dardenne stavano lavorando da anni, incentrato proprio sulla crisi finanziaria che colpisce la vita delle persone comuni.

Critica – Rassegna stampa
È stato accolto dagli applausi Deux Jours, Une Nuit - Due giorni, una notteil film dei fratelli Dardenne, in concorso al Festival di Cannes (che si chiuderà sabato prossimo, 24 maggio). “(...) La condanna che i Dardenne individuano oggi - osserva Giancarlo Zappoli di My Movies - è quella, endemica, della perdita del posto di lavoro. Venute meno le tutele, con l’assenza nelle piccole aziende del nucleo sindacale, le decisioni restano appannaggio dei proprietari. Oppure, come in questo caso, possono essere subdolamente delegate a una guerra tra poveri che spinga ognuno a guardare ai propri bisogni azzerando qualsiasi ideale di solidarietà. Quella solidarietà che i due registi riescono ancora a rinvenire nella famiglia (quella di Sandra con un marito solido al fianco e i bambini che l’aiutano a individuare gli indirizzi dei colleghi da cercare per convincerli a cambiare decisione). Anche se non per tutti è così”.

La bravissima Marion Cotillard in una scena di Deux Jours, Une Nuit
“(...) Come al solito l'apparenza è che dietro al film ci sia il minimo del lavoro registico, quando in realtà è vero il contrario”. Lo scrive Gabriele Niola di Bad Taste. L’apparente naturalezza con cui seguiamo Sandra è frutto di un maniacale lavoro sul suo personaggio sia da parte di Marion Cotillard (l'avanti e indietro tra minuscole sfumature di fiducia e sfiducia, ottimismo e pessimismo è da gioielliere) che dei Dardenne stessi, interessati unicamente alla propria protagonista che pensano tutte le scene in base a lei, usando moltissimo il fuori campo per non mollarla mai e alla fine, nella grande risoluzione finale, poter così raccogliere quanto hanno seminato. Perché è evidente - rileva ancora Niola - che il film gioca tutte le sue carte con gli ultimi minuti (è mai stato diversamente in un film dei due fratelli?), come finirà la votazione e quali saranno le conseguenze. La soluzione è perfetta, ricorda a tutti quale sia il vero punto della questione, conclude il lavoro sul personaggio e dà alla storia la forza morale che serve. Civile come Ken Loach ma umano e coinvolgente in una maniera che il cineasta inglese ha dimenticato da anni, quello dei Dardenne è un cinema da una palma d’oro ad ogni film”.

redazione

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