La locandina |
A
History of Violence
La
scheda
Un film di David Cronenberg. Con Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt, Heidi Hayes,
Ashton Holmes, Peter MacNeill, Stephen McHattie, Greg Bryk, Kyle Schmid, Sumela
Kay. Thriller/azione/drammatico.
Durata 96' circa. 01 Distribution.
La trama
Tom Stall
vive tranquillo e felice con la moglie avvocato e i loro due bambini nella
piccola città di Millbrook, Indiana (Usa), ma la loro idilliaca esistenza va in
pezzi quando una notte Tom sventa una rapina nel suo ristorante. Quando si
accorge del pericolo, entra in azione e salva i suoi clienti e amici uccidendo
i due criminali per difesa. La vita di Tom cambia dopo quella notte, tutti lo
considerano un eroe e il circo dei media lo spinge sotto i riflettori. A
disagio per questa inaspettata celebrità, cerca di ritornare alla vita normale,
ma deve confrontarsi con un tipo misterioso e minaccioso, che arriva in città
credendo che Tom sia l’uomo dal quale in passato ha subìto ingiustizie. Tom e
la sua famiglia reagiscono allo scambio d’identità e lottano per far fronte
alla nuova realtà, ma sono costretti a rivedere le loro relazioni e i problemi
che li dividono.
Recensione
(rassegna stampa)
“Era dai tempi di Crash (2004, ndr) che Cronenberg non ci
offriva un film (a sinistra il TRAILER) così rigoroso e crudo - rileva Luca Pacilio di Onda Cinema - senza cedimenti e senza compiacimenti; una storia fatta di immagini
asciutte che coprono un’architettura solidissima; la rappresentazione, zeppa di
segni, di una realtà codificata attraverso l’uso della fiction (la stessa, nuova, esistenza ... del protagonista
si fonda su una finzione: il sogno americano). La violenza ivi rappresentata ‘non
è coreografata’ (ipse dixit) ma è
scabra, aspra, disturbante, reale; è, soprattutto, un malessere strisciante che
si annuncia (i mostri del sogno della bambina: una minaccia in germe) e che,
giunto in casa, dilaga epidemico (il figlio che picchia il compagno e ammazza
il nemico trova in sé l’energia di un male atavico, la moglie che schiaffeggia
il marito, l’amplesso come una lotta mostruosa), è un morbo astratto ma
contagioso che contamina un microcosmo apparentemente sterile che
solo la scena
finale sembra ricomporre (il gesto con cui la figlioletta mette il piatto in
tavola restaura, tra mille perplessità - poiché nulla potrà più essere come
prima - il devastato quadro iniziale) ... E nulla sbaglia l’autore da un punto
di vista formale: inquadrature taglienti che dicono più di qualsiasi effetto
speciale; un piano sequenza iniziale (un lynchiano
ingresso nel malefico strange world)
superlativo per sospensione, tempi, tensione e che sfocia nell’ordinary world di Tom (la chirurgica
direzione della fotografia è del fedele Peter Sushitzky); superbe
scelte attoriali (tutto il cast, nessuno escluso, e un redivivo William
Hurt, gigione da
applauso); le gravi, strategiche musiche di Howard Shore. Un colpo
secco - conclude Pacilio - che ci ha stesi”.
Il regista David Cronenberg |
Ed Harris in una scena di A History of Violence |
redazione