Un film di Ralph Fiennes. Con Felicity Jones, Kristin Scott Thomas, Tom Hollander, Ralph Fiennes.
Drammatico, Gb 2012.
La
trama
Nelly, madre e maestra felicemente sposata, è
ossessionata dal suo passato. I suoi ricordi, tormentati dal rimorso e dal
senso di colpa, portano indietro nel tempo e rievocano la sua relazione amorosa
con Charles Dickens, con il quale ha scoperto una complicità emozionante ma
fragile. Dickens - famoso, controllato ed emotivamente isolato nel suo successo
- si innamora di Nelly, che proviene da una famiglia di attori. Il teatro è
un'arena di vitale importanza per Dickens, uomo più coerente al momento di
scrivere o su un palcoscenico, che nella vita. Così come Nelly diventa il
fulcro della passione di Dickens e sua musa ispiratrice, per entrambi il prezzo
è il segreto e solo per la donna una vita nell’invisibilità.
Cosa sappiamo
Ralph Fiennes
sarà Charles Dickens
La donna invisibile della vita di uno dei più
grandi scrittori di tutti i tempi. Una relazione stritolata dall’esigenza di massima
segretezza, perché sbocciata e maturata quando il letterato era ancora sposato.
Il cinema non poteva lasciar passare inosservato il bicentenario della nascita
di Charles Dickens, romanziere britannico autore di capolavori quali Le
avventure di Oliver Twist (1839) e David Copperfield (1850). A curiosare nella sua biografia sono
stati lo sceneggiatore Abi Morgan (The Iron Lady nel 2011)
spalleggiato da colui che sarà alla regia di questo film, vale a dire il grande
attore connazionale di Dickens, Ralph Fiennes che con quaranta film da interprete si mette all’opera per la seconda volta dietro la
cinepresa dopo il fallimentare Coriolanus (2010) con
uno sprecato Gerard Butler. Una donna invisibile - dicevo - e questo sarà il titolo in
inglese, The Invisible Woman, la cui uscita è prevista entro la fine di
quest’anno ma senza ancora una data certa. In tempo, comunque, per i
festeggiamenti del bicentenario. Le riprese dovrebbero terminare la prossima estate.
Un ruolo importante
anche per Tom Hollander
Il soggetto è il libro non tradotto in
italiano, The Invisible Woman: The Story of Nelly Ternan and Charles
Dickens di Claire
Tomalin (editore Tantor Media Inc, 2012, divenuto anche materiale per
produzioni teatrali e televisive). L’amante di Dickens, Ellen Ternan, in
effetti non fu poi così misteriosa, al punto che molti indizi fanno pensare che
fu lei la causa del divorzio del novelliere di Portsmouth. Ormai certo che Fiennes (reduce dal
non straordinario successo, a livello d’incassi, di Grand
Budapest Hotel,
in cui ha rivestito il ruolo principale) farà anche parte del cast (tutto
britannico), proprio nei panni di Dickens. Protagonista sarà Tom
Hollander
(anche se non è ancora stato chiarito quale sarà il suo personaggio), il quale
ha già recitato con Fiennes nel semi sconosciuto Land of the
Blind (2006) e
che con The
Invisible Woman potrebbe effettuare la svolta della sua carriera che sinora non l’ha
mai visto in ruoli di primo piano. A interpretare Ellen Ternan sarà Felicity
Jones (nel 2011
brava protagonista del più che buono Like Crazy), che ha
battuto le colleghe Carey Mulligan, Abbie Cornish e Imogen
Poots. Da definire
il ruolo della grande Kristin Scott Thomas, che viene dal deludente thriller
Solo
Dio perdona - Only God Forgives (2013) in cui ha recitato al fianco di Ryan
Gosling.
Richard Gere sul set 'stradale' di Time Out of Mind
Reduce dal discreto successo de La frode (2012),
affiancato da Susan Sarandon, il 64enne Richard Gere è al lavoro sullo street-set, com’è il caso
di chiamarlo, di Time Out of Mind (letteralmente ‘tempo immemorabile’). Street-set,
dicevo, perché, in effetti, molte delle scene che lo vedono protagonista sono
state girate, senza isolare il luogo delle riprese, sui marciapiedi di Manhattan in mezzo alla
gente ‘comune’. Infatti il personaggio che l’attore di Philadelphia
interpreterà in quest’opera del regista di origini israeliane Oren
Moverman (che
nel 2007 si impose all'attenzione del pubblico mondiale con l'apprezzatissimo
'musicale-biografico' Io non sono qui, dedicato alla figura di Bob Dylan), è un
senzatetto (homeless come dicono
negli States). Per raggiungere il massimo grado di credibilità Gere, zuccotto da sci, vestiti sporchi e barba incolta si è fatto riprendere in varie
situazioni identiche a quelle della vita che un senzatetto conduce tutti i giorni.
Un'altra scena del film ancora in fase di lavorazione
L’effetto è talmente riuscito che colui che
conquistò il cuore degli spettatori con Ufficiale
e gentiluomo (1981) ha beneficiato
di un atto di compassione di una signora che gli ha donato una borsa piena di
generi alimentari, senza avere idea che la stava consegnando a uno degli attori
più ricchi di Hollywood. Nessuno, comunque, a parte un primo fotografo che ha eseguito
degli scatti di una certa efficacia, ha riconosciuto Gere mentre mangiava un hamburger
vicino a un bidone nei pressi della Grand Central Station di New York e
trangugiava una birra da una borsa di carta durante l’ora di punta dei
pendolari. Il tutto dopo aver frugato con le mani nei cassonetti dell’immondizia.
Il soggetto scritto da Jeffrey
Caine (sceneggiato
dallo stesso regista) che darà vita a Time Out of Mind parla di un
‘barbone’ che cerca di riallacciare i rapporti con la figlia che si è
estraniata dalla vita dell’uomo. L’attore ha dichiarato di essere stato
ossessionato da questa storia per anni. «Si tratta di una vicenda profondamente
umana che siamo determinati a trasformare in un film potente che parla a
tutti». Richard Gere sarà anche produttore della pellicola con Caroline
Kaplan (Boys Don't
Cry nel 1999) e
Lawrence
Inglee (Oltre le
regole - The Messenger nel 2009).
Jessica Chastain potrebbe essere Marylin Monroe in Blonde
L'attrice Jessica Chastain (The Tree of
Life nel 2011, protagonista
dello straordinario Zero Dark Thirty del 2013 e attesa entro quest'anno in Interstellar di Christopher
Nolan) interpreterà
il ruolo di Marylin Monroe nel film biografico Blonde (ancora
solo sulla carta), diretto da Andrew Dominik (suo l'ottimo L'assassinio
di Jesse James per mano del codardo Robert Ford nel 2007, con un cast stellare
in cui brillano Brad Pitt e Casey Affleck). Se in un
primo momento per ricoprire il ruolo fu fatto il nome di Naomi
Watts, secondo
The Wrap manca davvero poco tempo perché sia dato l'annuncio ufficiale
riguardante la Chastain. Il film, basato sull'omonimo libro (Bompiani,
2007) di Joyce Carol Oates, non sarà la classica storia ‘dalla culla alla tomba’,
ma sarà uno «scarabocchio, un incubo emozionale sul modello di una fiaba», come
ama definirlo lo stesso regista neozelandese.
Blonde sarà
prodotto, appunto, da Brad Pitt (a sottolineare l’intesa con Dominik), colui che
- ancora stando a quanto riportato dal sito The Wrap - ha convinto la sempre
più brava interprete californiana (Sacramento) a interpretare il ruolo. Per Andrew
Dominik si tratta
del primo film biografico: nella sua comunque magra produzione si è confrontato
con il dramma (il poco più che sufficiente Chopper, 2000), il già
citato L'assassinio
di Jesse James… e il deludente action-thriller
(Cogan
- Killing Them Softly, ancora con Pitt). Le riprese del film dovrebbero iniziare il
prossimo agosto. (Fonte Every Eye).
Verso un nuovo tassello del sodalizio fra Tom Hanks e Steven Spielberg
Tom Hanks sarà il
protagonista di un thriller ambientato
in piena Guerra Fredda tra Usa e Urss: la pellicola sarà basata, infatti, sul
caso del pilota statunitense Gary Powers, abbattuto dall'Unione Sovietica
mentre era in missione di spionaggio con un aereo U-2. Secondo quanto annuncia
l’Hollywood Reporter, il regista Steven Spielberg sarebbe in
trattative per dirigere il film e per rinsaldare il fortunatissimo sodalizio con Hanks, col quale
ha portato nelle sale cinematografiche pellicole del calibro di Salvate il
soldato Ryan
(1998), Prova
a prendermi
(2001) e The Terminal (2004), oltre a Band of Brothers (2001), miniserie tv di dieci
episodi della durata di un’ora ciascuno.
Un aereo modello U-2, come quello sul quale viaggiava
il pilota statunitense Gary Powers
L’attore californiano (reduce dal successo di
Saving
Mr. Banks
insieme a Emma Thompson e Colin Farrel) interpreterà il ruolo di James Donovan,
l'avvocato che condusse la trattativa per la liberazione di Powers, che era
detenuto in Urss perché catturato dopo l'abbattimento del suo velivolo. Il
pilota, infatti, fu processato come spia, condannato a tre anni di reclusione e
sette di lavori forzati. Tuttavia dopo solo ventuno mesi fu scambiato
insieme con lo studente americano Frederic Pryor, presso il ponte di Glienicke
a Potsdam, Germania, per il colonnello del KGB Vilyam Fisher (Rudolf Abel),
arrestato dopo le indagini condotte sul caso del nichelino cavo (cfr.
Wikipedia).
Un film di Marshall Herskovitz. Con Catherine
McCormack, Rufus Sewell, Oliver Platt, Fred Ward, Naomi Watts, Moira Kelly,
Jacqueline Bisset, Jeroen Krabbe, Joanna Cassidy, Melina Kanakaredes, Daniel
Lapaine, Justine Miceli, Jake Weber, Simon Dutton, Grant Russell, Simona
Nobili, Luis Molteni. Titolo originale: Dangerous Beauty. In costume,
Usa 1998. Durata 110'.
La trama
A Venezia,
nel 1583, Veronica Franco, giovane e molto bella, è innamorata di Marco ma la
relazione tra i due non può andare avanti: lui è di famiglia aristocratica ed è
destinato ad alti incarichi, lei non ha titoli nobiliari, anzi è circondata da
fama discutibile a motivo del ruolo di cortigiana a lungo esercitato dalla
mamma Paola. Vista impossibile ogni alternativa, proprio Paola avvia la figlia
alla professione di cortigiana. Intelligente e capace di mettere a frutto la
propria istruzione ed educazione artistica, Veronica diventa in breve la
cortigiana più famosa e corteggiata di Venezia. Ma tutto ciò va a scapito della
possibilità di rimanere con l'uomo che ama. Marco diventa senatore della
Repubblica, mentre Veronica entra a contatto con uomini potenti e viene a
conoscenza di segreti importanti. Venezia è in guerra e le mogli devono
rivolgersi a Veronica per avere notizie sui mariti e sugli sviluppi delle
azioni belliche. Ma la minaccia turca incombe, Venezia ha bisogno di navi e
bisogna chiederle al re di Francia. Veronica riesce a essere l'intermediaria
decisiva per convincere il sovrano. Il tribunale dell'Inquisizione però accusa
Veronica di stregoneria. La ragazza è portata in giudizio ed è invitata ad
ammettere le proprie colpe, pena la condanna a morte. Marco è presente e prende
le difese di Veronica. A poco a poco, la situazione si ribalta. Tutti i
nobiluomini che sono stati in compagnia di Veronica vengono allo scoperto e la
donna riesce a salvarsi. Anche la storia d'amore con Marco può riprendere alla
luce del sole.
Critica
Per questo apprezzato (soprattutto dal grande
pubblico) film dell’ormai lontano 1998, il regista statunitense Marshall
Herskovitz
(la cui filmografia per il resto è quasi in bianco) si affidò alla
sceneggiatura di Jeannine Dominy (anche lui in seguito dissoltosi) tratta dal
romanzo biografico The honest courtesan di Margaret
Rosenthal
ispirato alla vita della poetessa e cortigiana di Venezia, Veronica Franco (XVI
secolo). Chi conosce nei particolari la vera vicenda esistenziale dell’eroina,
non potrà che notare le forzature filmiche che non vanno però intese come
difetti se non scadono in autentiche fantasticherie ma restano nell’ambito dell’accadibile
e permettono l’immedesimazione dello spettatore sia col racconto sia coi
personaggi.
Catherine McCormack in una scena di Padrona del suo destino
Il tema dominante è quello della mancanza di
libertà delle donne dell’epoca, del loro dover sottostare a regole portatrici
di un’inaccettabile disparità con la sfera maschile. Da qui la risposta alla
domanda che sta alla base della fabula:
cosa accadrebbe se una donna innamorata fosse costretta a fare la cortigiana e
perdesse quindi la propria dignità? Il riscatto di Veronica Franco (impersonata
dalla bella e carismatica Catherine McCormack, nel 2001
co-protagonista di un grande film come Spy Games di Tony
Scott, al fianco
di due mostri sacri quali Robert Redford e Brad Pitt) è il
motore della pellicola e l’epilogo che garantisce il gradimento dello
spettatore (che poi è ciò che conta). “Naturalmente il film cade su qualche
sentimentalismo eccessivo - si legge in una recensione di Letteratura e Cinema - enfatizzato anche dalla colonna sonora, ma mantiene un buon
ritmo”.
Rufus Sewell nei panni di Marco Venier
Una potente bocciatura (riportata da Coming Soon) giunse nel 2003 da un quotato critico cinematografico come Massimo
Bertarelli de Il Giornale, il quale, senza pietà, parlò di “sfarzosa e vuota
commedia americana, che splende per le magnifiche ambientazioni e gli
sfavillanti costumi rinascimentali (della pluri-Oscar Gabriella
Pescucci), ma
s'impantana nel melodramma appena sfiora - e succede spesso - le corde dei
sentimenti. La graziosa Catherine McCormack, a differenza di Jacqueline
Bisset (anche lei
nel cast), non ha il cosiddetto fisico del ruolo”. Più morbido Roberto Nepoti
de la Repubblica, che rilevò la “giusta dose di emozioni melodrammatiche, una
storia d'amore per tutta la vita, ricche ambientazioni, spalmando sul tutto una
ragionevole dose di femminismo ante-litteram”.
Non avendo visto il film, ammetto di non esserne neppure attratto e lo ritengo
più appetibile per un pubblico femminile.
***
In concomitanza (su Italia 2 alle 21,10) un bel
film d’azione e avventura, forse questo adatto ai signori, di cui qui sotto fornisco
le informazioni basilari.
La locandina
Blood
Diamond - Diamanti di sangue
Mia valutazione: ♥♥♥ = 7,5
La scheda
Un film di Edward Zwick. Con Leonardo Di Caprio,
Jennifer Connelly, Djimon Hounsou, Michael Sheen, Arnold Vosloo, Kagiso
Kuypers, Antony Coleman, Benu Mabhena, Anointing Lukola, David Harewood, Basil
Wallace, Jimi Mistry, Marius Weyers. Titolo originale: Blood
Diamond.
Drammatico, Usa 2006. Durata 138'. Warner Bros.
La trama
Ambientato
sullo sfondo del caos e della guerra civile che ha colpito la Sierra Leone
negli anni ’90, Blood Diamond è la storia di
Danny Archer, un ex mercenario dello Zimbabwe e di Solomon Vandy, un pescatore
di Mende. Entrambi gli uomini sono africani, ma le loro storie e le loro
situazioni sono le più diverse possibili, fino a quando i loro destini s’incrociano
nell’impresa di ritrovare un raro diamante rosa, il tipo di pietra che può
trasformare una vita, oppure farla finire. Solomon, portato via dalla sua
famiglia e costretto a lavorare nelle miniere di diamanti, trova una gemma
straordinaria e la nasconde a suo grande rischio, sapendo che se sarà scoperto,
sarà ucciso all’istante. Ma sapendo anche che il diamante non solo gli fornirà
il modo di salvare sua moglie e le sue figlie dal condurre una vita come rifugiate
ma lo aiuterà anche a salvare suo figlio, Dia, da un destino ben più crudele,
quello di diventare un bambino-soldato. Archer, che si guadagna da vivere
scambiando diamanti in cambio di armi, viene a sapere della storia segreta di
Solomon mentre si trova in prigione per contrabbando. Sa che un diamante di
questo genere può rappresentare l’occasione della vita: un valore sufficiente
per permettergli di andar via dall’Africa e dal ciclo di violenza e corruzione
del quale è stato volutamente un interprete. Entra in gioco Maddy Bowen,
un’idealistica giornalista statunitense che si trova in Sierra Leone per
scoprire la verità che si nasconde dietro ai ‘diamanti insanguinati’, un giro
che vede la complicità dei leader
dell’industria delle pietre preziose che hanno scelto gli utili al posto dei
princìpi. Maddy cerca Archer come fonte di notizie per il suo articolo ma si
accorge in breve tempo che è lui ad avere bisogno di lei.
Un film di Neil Jordan. Con Gemma Arterton,
Saoirse Ronan, Sam Riley, Jonny Lee Miller, Daniel Mays, Caleb Landry Jones,
Tom Hollander, Uri Gavriel, Jeff Mash, Glenn Doherty, Christine Marzano. Titolo
originale: Byzantium. Drammatico, Gb 2012. Durata 118'. Koch Media.
La trama
Due donne
misteriose sono alla ricerca di un rifugio in una fatiscente località costiera.
Clara conosce il solitario Noel, che offre loro ospitalità nel suo albergo
abbandonato, Byzantium. La più giovane
delle due, Eleanor fa invece amicizia con Frank al quale racconta il loro
segreto. Sono nate duecento anni fa e sopravvivono grazie al sangue umano.
Premessa
Siamo alla frutta? No, forse siamo proprio alla
negazione del cinema. Un conto è RIVEDERE un film in dvd, un altro è vederlo
SOLO in dvd. Perché per l’ottenimento di quei meccanismi di proiezioni,
identificazione e ricambio che si attivano nella mente dello spettatore durante
la proiezione, è indispensabile che l’opera in immagini sia fruita nel buio di
una sala cinematografica insonorizzata e possibilmente soli o con poche persone
‘fidate’. Non certo durante la cena bersagliati da continue distrazioni. L’invasione
di campo della visione casalinga “determina un’influenza fautrice di un
comportamento regressivo del linguaggio filmico e di un suo inevitabile
scadimento a livello di piatta ‘rappresentazione’ con conseguente
mortificazione del suo talento per la ‘scrittura’” (cfr. Angelo Moscariello,
Come si guarda un film, Dino Audino editore, p. 128).
Il regista Neil Jordan
Cosa sappiamo
Il film Byzantium del regista
irlandese Neil Jordan (nel 2009 l'apprezzato Ondine con Colin
Farrel) con Gemma
Arterton e Saoirse
Ronan, prima di
un’eventuale (forse) uscita in sala, dal 19 giugno sarà disponibile in versione
noleggio e dal 3 luglio in vendita, in dvd e blu-ray. Su questo punto vi rimando
alla mia premessa.
Critica
Ciò che dispiace apprendere da chi il film ha
già avuto modo di vederlo, è che si tratta di un prodotto di tutto rispetto,
che pare segnare un degno ritorno di Jordan sulla
ribalta del cinema che conta. “Sia ben chiaro - avverte Adriano Ercolani di MyMovies - questa sua nuova storia di vampiri non è un film perfetto
né avvicinabile a capolavori come Mona Lisa (1986) o La moglie
del soldato
(1992), ma si fa decisamente apprezzare proprio perché di quei film possiede la
visione elegante e la bellezza soffusa”. Questo a dispetto di uno script che fatalmente non racconta nulla
d’inedito ed è arido di dialoghi di rilevante intelligenza.
Da sinistra Saoirse Ronan ed Gemma Arterton in una scena di Byzantium
Ma il “grande pregio di questo cineasta è
quello di saper tirare sempre fuori il meglio dagli attori che dirige”, rileva
ancora Ercolani. L’eccellente interpretazione di Saoirse Ronan non è una
sorpresa: anche se sta evidentemente crescendo e cambiando fisionomia, questa
ragazza mantiene anche in Byzantium il suo magnetismo, grazie” fra l’altro “a
uno sguardo d'incredibile bellezza. A sorprendere però è una Gemma
Arterton finalmente
matura e convincente in un ruolo piuttosto complicato. Alla naturale bellezza
stavolta l'attrice coniuga un carisma prima d'ora mai espresso”.
Il co-protagonista Sam Riley
“Più importante di tutto – termina il critico
di My Movies - è che Neil Jordan pare aver ritrovato il suo discorso
cinematografico che sembrava irrimediabilmente interrotto e questa è la notizia
più gradita”. Insomma, il film promette bene. Peccato che qualcuno abbia deciso
di mortificarlo - e sono ben lieto di ripetermi - negandogli la dovuta ribalta
del grande schermo.
Premessa:
non essendo accreditato dalla visione dell’anteprima del film, una parte dell’articolo
va intesa come una sorta di rassegna stampa da me commentata e, dove possibile,
arricchita.
Un film di Antonio Morabito. Con Claudio
Santamaria, Isabella Ferrari, Evita Ciri, Marco Travaglio, Roberto De
Francesco, Ignazio Oliva, Giorgio Gobbi, Vincenzo Tanassi, Leonardo Nigro,
Ippolito Chiarella, Alessia Barela, Paolo De Vita, Pierpaolo Lovino. Drammatico,
Ita 2013. Durata 103'. Cinecittà Luce. Uscita mercoledì 30 aprile 2014.
La trama
Bruno è
arrivato alle porte dei quarant'anni e lavora come informatore medico in
un'azienda che sta attraversando un periodo di crisi. Di fronte alla previsione
di alcuni tagli al personale, ogni venditore di medicine è tenuto sotto stretta
osservazione da un rigido capo area per decidere chi di loro continuerà a
conservare il posto di lavoro e chi no. Con una famiglia e una posizione da
mantenere, Bruno non esita ad agire in maniera disonesta e tradire la fiducia
di chi lo circonda, ricorrendo all'inganno e alla corruzione. L'incontro con un
vecchio amico, ridotto in pessime condizioni per aver fatto volontariamente da
cavia ad alcuni esperimenti farmaceutici, gli darà però la possibilità di
riscattarsi.
Critica
Il regista
Antonio Morabito
Premessa: mi dicono che Marco Travaglio sia
antipatico ma a me, in televisione, è simpatico e condivido gran parte di ciò
che dice. Anzi, più che condividere ascolto con attenzione e interesse ciò che
da giornalista mi riferisce. Ma che adesso lo debba ritrovare anche a fare l’attore,
questo mi risulta un po’ stucchevole. Mi auguro, almeno, che dimostri di essere
in grado di recitare. Se così sarà, gli farò gli auguri per l’ingresso nell’olimpo
degli interpreti.
Claudio Santamaria nei panni de Il venditore di medicine
Ho l’impressione che, come ogni tanto accade,
stia per arrivare nei cinema un film italiano di un certo valore, non solo
artistico ma anche commerciale, intendendo con questo che possieda una considerevole
capacità di intrattenere il grande pubblico e, quindi, di incassare un po’ di
quattrini. Che poi è lo scopo principale della settima arte e di tante altre,
checché ne dicano gli strenui difensori del ‘faccio questa cosa che lascerà a
bocca aperta i veri intenditori’. Ciò che attira de Il
venditore di medicine, che vede per la prima volta alla regia di un lungometraggio il
documentarista e autore televisivo (specializzato nel montaggio) Antonio
Morabito, è
innanzitutto il tema trattato. Vale a dire quello della medicina e della salute
ridotta a una sorta di sudditanza del potere commerciale, che prevale sul
diritto del paziente di curarsi senza essere obbligato a mettersi in ginocchio di
fronte a quelli che possono impedirglielo giocando sul prezzo di farmaci e
terapie.
Isabella Ferrari nel ruolo della 'cattiva'
Questo il nocciolo della sceneggiatura
scritta a sei mani dallo stesso cineasta di Carrara con i navigati Michele
Pellegrini
(La
scoperta dell’alba, 2012) e Amedeo Pagani (Io sto con gli ippopotami, 1979), che
nella trasposizione in immagini può contare su un discreto cast nel quale
spicca il bravissimo Claudio Santamaria (ottimo interprete principale
nell'efficacissimo Diaz - Non pulire questo sangue, 2012), nei
panni del protagonista, cioè il venditore di medicine. L’attore romano, che non
ancora quarantenne ha già alle spalle una carriera da veterano, possiede
carisma e capacità di catturare l’inconscia immedesimazione dello spettatore.
Cosa che, a quanto dice chi ha visto l’anteprima di quest’opera, riesce a fare
anche stavolta. La sua efficacia nel calarsi nei panni di personaggi cinici è
comprovata e confermata dalla personificazione di quest’uomo “che agisce al di
là della propria coscienza”, come scrive Marco Chiani di My Movies.
Il giornalista Marco Travaglio 'prestato' al cinema
Di fianco a Santamaria troviamo una Isabella
Ferrari nelle vesti di una donna ancor più sgradevole e staremo a vedere quanto
l’ex Selvaggia di Sapore di mare (cult
‘vanziniano’ del 1983) sarà efficace nel ruolo di villain, come a Hollywood chiamano la ‘canaglia’. Ne risulta, pare,
un film che può “essere letto sia come una denuncia”, rileva ancora Chiani,
visto che “in apertura e in chiusura lo spazio è lasciato a stralci di servizi
giornalistici sull'argomento, sia come la sbilanciata analisi di un sistema
criminale mediante una storia particolare. Ben oltre la discesa nell'abiezione
di Bruno, infatti, risalta la problematica, come se l'urgenza e l'attualità del
discorso portato avanti cancellassero la costruzione della finzione in sé”.
Bravo Morabito nel
trattare il tema e nel ‘manipolare’ il protagonista, nei confronti del quale
non rivolge solo uno sguardo di riprovazione e condanna ma si pone anche con un
atteggiamento “ambiguo e altalenante”, come dice Carola Proto di Coming Soon. “I pochi momenti in cui lo commisera e lo capisce – scrive ancora
Proto - pur senza giustificarlo, sono i migliori del film, perché restituiscono
una maggiore impressione di verosimiglianza”. Insomma, lo ripeto, a mio avviso
gli ingredienti per assaggiare questa pietanza ci sono tutti.
Premessa:
non essendo accreditato dalla visione dell’anteprima del film, il seguente
articolo va inteso come una sorta di rassegna stampa da me commentata e, dove
possibile, arricchita.