sabato 26 aprile 2014

Ralph Fiennes racconta Charles Dickens in “The Invisible Woman”

La locandina
La scheda
Un film di Ralph Fiennes. Con Felicity Jones, Kristin Scott Thomas, Tom Hollander, Ralph Fiennes. Drammatico, Gb 2012.


La trama
Nelly, madre e maestra felicemente sposata, è ossessionata dal suo passato. I suoi ricordi, tormentati dal rimorso e dal senso di colpa, portano indietro nel tempo e rievocano la sua relazione amorosa con Charles Dickens, con il quale ha scoperto una complicità emozionante ma fragile. Dickens - famoso, controllato ed emotivamente isolato nel suo successo - si innamora di Nelly, che proviene da una famiglia di attori. Il teatro è un'arena di vitale importanza per Dickens, uomo più coerente al momento di scrivere o su un palcoscenico, che nella vita. Così come Nelly diventa il fulcro della passione di Dickens e sua musa ispiratrice, per entrambi il prezzo è il segreto e solo per la donna una vita nell’invisibilità.

Cosa sappiamo
Ralph Fiennes
sarà Charles Dickens
La donna invisibile della vita di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. Una relazione stritolata dall’esigenza di massima segretezza, perché sbocciata e maturata quando il letterato era ancora sposato. Il cinema non poteva lasciar passare inosservato il bicentenario della nascita di Charles Dickens, romanziere britannico autore di capolavori quali Le avventure di Oliver Twist (1839) e David Copperfield (1850). A curiosare nella sua biografia sono stati lo sceneggiatore Abi Morgan (The Iron Lady nel 2011) spalleggiato da colui che sarà alla regia di questo film, vale a dire il grande attore connazionale di Dickens, Ralph Fiennes che con quaranta film da interprete si mette all’opera per la seconda volta dietro la cinepresa  dopo il fallimentare Coriolanus (2010) con uno sprecato Gerard Butler. Una donna invisibile - dicevo - e questo sarà il titolo in inglese, The Invisible Woman, la cui uscita è prevista entro la fine di quest’anno ma senza ancora una data certa. In tempo, comunque, per i festeggiamenti del bicentenario. Le riprese dovrebbero terminare la prossima estate.

Un ruolo importante
anche per  Tom Hollander
Il soggetto è il libro non tradotto in italiano, The Invisible Woman: The Story of Nelly Ternan and Charles Dickens di Claire Tomalin (editore Tantor Media Inc, 2012, divenuto anche materiale per produzioni teatrali e televisive). L’amante di Dickens, Ellen Ternan, in effetti non fu poi così misteriosa, al punto che molti indizi fanno pensare che fu lei la causa del divorzio del novelliere di Portsmouth. Ormai certo che Fiennes (reduce dal non straordinario successo, a livello d’incassi, di Grand Budapest Hotel, in cui ha rivestito il ruolo principale) farà anche parte del cast (tutto britannico), proprio nei panni di Dickens. Protagonista sarà Tom Hollander (anche se non è ancora stato chiarito quale sarà il suo personaggio), il quale ha già recitato con Fiennes nel semi sconosciuto Land of the Blind (2006) e che con The Invisible Woman potrebbe effettuare la svolta della sua carriera che sinora non l’ha mai visto in ruoli di primo piano. A interpretare Ellen Ternan sarà Felicity Jones (nel 2011 brava protagonista del più che buono Like Crazy), che ha battuto le colleghe Carey Mulligan, Abbie Cornish e Imogen Poots. Da definire il ruolo della grande Kristin Scott Thomas, che viene dal deludente thriller Solo Dio perdona - Only God Forgives (2013) in cui ha recitato al fianco di Ryan Gosling.


st.mar.

venerdì 25 aprile 2014

Richard Gere ‘homeless’ per le strade di Manhattan

Richard Gere sul set 'stradale' di Time Out of Mind
Reduce dal discreto successo de La frode (2012), affiancato da Susan Sarandon, il 64enne Richard Gere è al lavoro sullo street-set, com’è il caso di chiamarlo, di Time Out of Mind (letteralmente ‘tempo immemorabile’). Street-set, dicevo, perché, in effetti, molte delle scene che lo vedono protagonista sono state girate, senza isolare il luogo delle riprese, sui marciapiedi di Manhattan in mezzo alla gente ‘comune’. Infatti il personaggio che l’attore di Philadelphia interpreterà in quest’opera del regista di origini israeliane Oren Moverman (che nel 2007 si impose all'attenzione del pubblico mondiale con l'apprezzatissimo 'musicale-biografico' Io non sono qui, dedicato alla figura di Bob Dylan), è un senzatetto (homeless come dicono negli States). Per raggiungere il massimo grado di credibilità Gere, zuccotto da sci, vestiti sporchi e barba incolta si è fatto riprendere in varie situazioni identiche a quelle della vita che un senzatetto conduce tutti i giorni.

Un'altra scena del film ancora in fase di lavorazione
L’effetto è talmente riuscito che colui che conquistò il cuore degli spettatori con Ufficiale e gentiluomo (1981) ha beneficiato di un atto di compassione di una signora che gli ha donato una borsa piena di generi alimentari, senza avere idea che la stava consegnando a uno degli attori più ricchi di Hollywood. Nessuno, comunque, a parte un primo fotografo che ha eseguito degli scatti di una certa efficacia, ha riconosciuto Gere mentre mangiava un hamburger vicino a un bidone nei pressi della Grand Central Station di New York e trangugiava una birra da una borsa di carta durante l’ora di punta dei pendolari. Il tutto dopo aver frugato con le mani nei cassonetti dell’immondizia.

Il soggetto scritto da Jeffrey Caine (sceneggiato dallo stesso regista) che darà vita a Time Out of Mind parla di un ‘barbone’ che cerca di riallacciare i rapporti con la figlia che si è estraniata dalla vita dell’uomo. L’attore ha dichiarato di essere stato ossessionato da questa storia per anni. «Si tratta di una vicenda profondamente umana che siamo determinati a trasformare in un film potente che parla a tutti»Richard Gere sarà anche produttore della pellicola con Caroline Kaplan (Boys Don't Cry nel 1999) e Lawrence Inglee (Oltre le regole - The Messenger nel 2009).


s.m.

Jessica Chastain sarà Marylin Monroe in “Blonde”

Jessica Chastain potrebbe essere Marylin Monroe in Blonde
L'attrice Jessica Chastain (The Tree of Life nel 2011, protagonista dello straordinario Zero Dark Thirty del 2013 e attesa entro quest'anno in Interstellar di Christopher Nolan) interpreterà il ruolo di Marylin Monroe nel film biografico Blonde (ancora solo sulla carta), diretto da Andrew Dominik (suo l'ottimo L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford nel 2007, con un cast stellare in cui brillano Brad Pitt e Casey Affleck). Se in un primo momento per ricoprire il ruolo fu fatto il nome di Naomi Watts, secondo The Wrap manca davvero poco tempo perché sia dato l'annuncio ufficiale riguardante la Chastain. Il film, basato sull'omonimo libro (Bompiani, 2007) di Joyce Carol Oates, non sarà la classica storia ‘dalla culla alla tomba’, ma sarà uno «scarabocchio, un incubo emozionale sul modello di una fiaba», come ama definirlo lo stesso regista neozelandese.

Blonde sarà prodotto, appunto, da Brad Pitt (a sottolineare l’intesa con Dominik), colui che - ancora stando a quanto riportato dal sito The Wrap - ha convinto la sempre più brava interprete californiana (Sacramento) a interpretare il ruolo. Per Andrew Dominik si tratta del primo film biografico: nella sua comunque magra produzione si è confrontato con il dramma (il poco più che sufficiente Chopper, 2000), il già citato L'assassinio di Jesse James… e il deludente action-thriller (Cogan - Killing Them Softly, ancora con Pitt). Le riprese del film dovrebbero iniziare il prossimo agosto. (Fonte Every Eye).


redazione

giovedì 24 aprile 2014

‘Guerra fredda’ Tom Hanks-Steven Spielberg, verso il quinto film insieme

Verso un nuovo tassello del sodalizio fra Tom Hanks e Steven Spielberg
Tom Hanks sarà il protagonista di un thriller ambientato in piena Guerra Fredda tra Usa e Urss: la pellicola sarà basata, infatti, sul caso del pilota statunitense Gary Powers, abbattuto dall'Unione Sovietica mentre era in missione di spionaggio con un aereo U-2. Secondo quanto annuncia l’Hollywood Reporter, il regista Steven Spielberg sarebbe in trattative per dirigere il film e per rinsaldare il fortunatissimo sodalizio con Hanks, col quale ha portato nelle sale cinematografiche pellicole del calibro di Salvate il soldato Ryan (1998), Prova a prendermi (2001) e The Terminal (2004), oltre a Band of Brothers (2001), miniserie tv di dieci episodi della durata di un’ora ciascuno. 

Un aereo modello U-2, come quello sul quale viaggiava
il pilota statunitense Gary Powers
L’attore californiano (reduce dal successo di Saving Mr. Banks insieme a Emma Thompson e Colin Farrel) interpreterà il ruolo di James Donovan, l'avvocato che condusse la trattativa per la liberazione di Powers, che era detenuto in Urss perché catturato dopo l'abbattimento del suo velivolo. Il pilota, infatti, fu processato come spia, condannato a tre anni di reclusione e sette di lavori forzati. Tuttavia dopo solo ventuno mesi fu scambiato insieme con lo studente americano Frederic Pryor, presso il ponte di Glienicke a Potsdam, Germania, per il colonnello del KGB Vilyam Fisher (Rudolf Abel), arrestato dopo le indagini condotte sul caso del nichelino cavo (cfr. Wikipedia).


redazione

Il più bello di giovedì, prima serata, sul ‘digitale’: Rai Movie alle 21,15 (con trailer)

La locandina
Padrona del suo destino

Mia previsione: ♥♥♥ = 6,5

La scheda
Un film di Marshall Herskovitz. Con Catherine McCormack, Rufus Sewell, Oliver Platt, Fred Ward, Naomi Watts, Moira Kelly, Jacqueline Bisset, Jeroen Krabbe, Joanna Cassidy, Melina Kanakaredes, Daniel Lapaine, Justine Miceli, Jake Weber, Simon Dutton, Grant Russell, Simona Nobili, Luis Molteni. Titolo originale: Dangerous Beauty. In costume, Usa 1998. Durata 110'.

La trama
A Venezia, nel 1583, Veronica Franco, giovane e molto bella, è innamorata di Marco ma la relazione tra i due non può andare avanti: lui è di famiglia aristocratica ed è destinato ad alti incarichi, lei non ha titoli nobiliari, anzi è circondata da fama discutibile a motivo del ruolo di cortigiana a lungo esercitato dalla mamma Paola. Vista impossibile ogni alternativa, proprio Paola avvia la figlia alla professione di cortigiana. Intelligente e capace di mettere a frutto la propria istruzione ed educazione artistica, Veronica diventa in breve la cortigiana più famosa e corteggiata di Venezia. Ma tutto ciò va a scapito della possibilità di rimanere con l'uomo che ama. Marco diventa senatore della Repubblica, mentre Veronica entra a contatto con uomini potenti e viene a conoscenza di segreti importanti. Venezia è in guerra e le mogli devono rivolgersi a Veronica per avere notizie sui mariti e sugli sviluppi delle azioni belliche. Ma la minaccia turca incombe, Venezia ha bisogno di navi e bisogna chiederle al re di Francia. Veronica riesce a essere l'intermediaria decisiva per convincere il sovrano. Il tribunale dell'Inquisizione però accusa Veronica di stregoneria. La ragazza è portata in giudizio ed è invitata ad ammettere le proprie colpe, pena la condanna a morte. Marco è presente e prende le difese di Veronica. A poco a poco, la situazione si ribalta. Tutti i nobiluomini che sono stati in compagnia di Veronica vengono allo scoperto e la donna riesce a salvarsi. Anche la storia d'amore con Marco può riprendere alla luce del sole.

Critica
Per questo apprezzato (soprattutto dal grande pubblico) film dell’ormai lontano 1998, il regista statunitense Marshall Herskovitz (la cui filmografia per il resto è quasi in bianco) si affidò alla sceneggiatura di Jeannine Dominy (anche lui in seguito dissoltosi) tratta dal romanzo biografico The honest courtesan di Margaret Rosenthal ispirato alla vita della poetessa e cortigiana di Venezia, Veronica Franco (XVI secolo). Chi conosce nei particolari la vera vicenda esistenziale dell’eroina, non potrà che notare le forzature filmiche che non vanno però intese come difetti se non scadono in autentiche fantasticherie ma restano nell’ambito dell’accadibile e permettono l’immedesimazione dello spettatore sia col racconto sia coi personaggi.

Catherine McCormack in una scena di Padrona del suo destino
Il tema dominante è quello della mancanza di libertà delle donne dell’epoca, del loro dover sottostare a regole portatrici di un’inaccettabile disparità con la sfera maschile. Da qui la risposta alla domanda che sta alla base della fabula: cosa accadrebbe se una donna innamorata fosse costretta a fare la cortigiana e perdesse quindi la propria dignità? Il riscatto di Veronica Franco (impersonata dalla bella e carismatica Catherine McCormack, nel 2001 co-protagonista di un grande film come Spy Games di Tony Scott, al fianco di due mostri sacri quali Robert Redford e Brad Pitt) è il motore della pellicola e l’epilogo che garantisce il gradimento dello spettatore (che poi è ciò che conta). “Naturalmente il film cade su qualche sentimentalismo eccessivo - si legge in una recensione di Letteratura e Cinema - enfatizzato anche dalla colonna sonora, ma mantiene un buon ritmo”.

Rufus Sewell nei panni di Marco Venier
Una potente bocciatura (riportata da Coming Soon) giunse nel 2003 da un quotato critico cinematografico come Massimo Bertarelli de Il Giornale, il quale, senza pietà, parlò di “sfarzosa e vuota commedia americana, che splende per le magnifiche ambientazioni e gli sfavillanti costumi rinascimentali (della pluri-Oscar Gabriella Pescucci), ma s'impantana nel melodramma appena sfiora - e succede spesso - le corde dei sentimenti. La graziosa Catherine McCormack, a differenza di Jacqueline Bisset (anche lei nel cast), non ha il cosiddetto fisico del ruolo”. Più morbido Roberto Nepoti de la Repubblica, che rilevò la “giusta dose di emozioni melodrammatiche, una storia d'amore per tutta la vita, ricche ambientazioni, spalmando sul tutto una ragionevole dose di femminismo ante-litteram”. Non avendo visto il film, ammetto di non esserne neppure attratto e lo ritengo più appetibile per un pubblico femminile.

***

In concomitanza (su Italia 2 alle 21,10) un bel film d’azione e avventura, forse questo adatto ai signori, di cui qui sotto fornisco le informazioni basilari.

La locandina
Blood Diamond - Diamanti di sangue

Mia valutazione: ♥♥♥ = 7,5

La scheda
Un film di Edward Zwick. Con Leonardo Di Caprio, Jennifer Connelly, Djimon Hounsou, Michael Sheen, Arnold Vosloo, Kagiso Kuypers, Antony Coleman, Benu Mabhena, Anointing Lukola, David Harewood, Basil Wallace, Jimi Mistry, Marius Weyers. Titolo originale: Blood Diamond. Drammatico, Usa 2006. Durata 138'. Warner Bros.

La trama
Ambientato sullo sfondo del caos e della guerra civile che ha colpito la Sierra Leone negli anni ’90, Blood Diamond è la storia di Danny Archer, un ex mercenario dello Zimbabwe e di Solomon Vandy, un pescatore di Mende. Entrambi gli uomini sono africani, ma le loro storie e le loro situazioni sono le più diverse possibili, fino a quando i loro destini s’incrociano nell’impresa di ritrovare un raro diamante rosa, il tipo di pietra che può trasformare una vita, oppure farla finire. Solomon, portato via dalla sua famiglia e costretto a lavorare nelle miniere di diamanti, trova una gemma straordinaria e la nasconde a suo grande rischio, sapendo che se sarà scoperto, sarà ucciso all’istante. Ma sapendo anche che il diamante non solo gli fornirà il modo di salvare sua moglie e le sue figlie dal condurre una vita come rifugiate ma lo aiuterà anche a salvare suo figlio, Dia, da un destino ben più crudele, quello di diventare un bambino-soldato. Archer, che si guadagna da vivere scambiando diamanti in cambio di armi, viene a sapere della storia segreta di Solomon mentre si trova in prigione per contrabbando. Sa che un diamante di questo genere può rappresentare l’occasione della vita: un valore sufficiente per permettergli di andar via dall’Africa e dal ciclo di violenza e corruzione del quale è stato volutamente un interprete. Entra in gioco Maddy Bowen, un’idealistica giornalista statunitense che si trova in Sierra Leone per scoprire la verità che si nasconde dietro ai ‘diamanti insanguinati’, un giro che vede la complicità dei leader dell’industria delle pietre preziose che hanno scelto gli utili al posto dei princìpi. Maddy cerca Archer come fonte di notizie per il suo articolo ma si accorge in breve tempo che è lui ad avere bisogno di lei.

st.mar.

“Byzantium” solo in home video, siamo alla negazione del cinema

La locandina
La scheda
Un film di Neil Jordan. Con Gemma Arterton, Saoirse Ronan, Sam Riley, Jonny Lee Miller, Daniel Mays, Caleb Landry Jones, Tom Hollander, Uri Gavriel, Jeff Mash, Glenn Doherty, Christine Marzano. Titolo originale: Byzantium. Drammatico, Gb 2012. Durata 118'. Koch Media.

La trama
Due donne misteriose sono alla ricerca di un rifugio in una fatiscente località costiera. Clara conosce il solitario Noel, che offre loro ospitalità nel suo albergo abbandonato, Byzantium. La più giovane delle due, Eleanor fa invece amicizia con Frank al quale racconta il loro segreto. Sono nate duecento anni fa e sopravvivono grazie al sangue umano.

Premessa
Siamo alla frutta? No, forse siamo proprio alla negazione del cinema. Un conto è RIVEDERE un film in dvd, un altro è vederlo SOLO in dvd. Perché per l’ottenimento di quei meccanismi di proiezioni, identificazione e ricambio che si attivano nella mente dello spettatore durante la proiezione, è indispensabile che l’opera in immagini sia fruita nel buio di una sala cinematografica insonorizzata e possibilmente soli o con poche persone ‘fidate’. Non certo durante la cena bersagliati da continue distrazioni. L’invasione di campo della visione casalinga “determina un’influenza fautrice di un comportamento regressivo del linguaggio filmico e di un suo inevitabile scadimento a livello di piatta ‘rappresentazione’ con conseguente mortificazione del suo talento per la ‘scrittura’” (cfr. Angelo Moscariello, Come si guarda un film, Dino Audino editore, p. 128).

Il regista Neil Jordan
Cosa sappiamo
Il film Byzantium del regista irlandese Neil Jordan (nel 2009 l'apprezzato Ondine con Colin Farrel) con Gemma Arterton e Saoirse Ronan, prima di un’eventuale (forse) uscita in sala, dal 19 giugno sarà disponibile in versione noleggio e dal 3 luglio in vendita, in dvd e blu-ray. Su questo punto vi rimando alla mia premessa.

Critica
Ciò che dispiace apprendere da chi il film ha già avuto modo di vederlo, è che si tratta di un prodotto di tutto rispetto, che pare segnare un degno ritorno di Jordan sulla ribalta del cinema che conta. “Sia ben chiaro - avverte Adriano Ercolani di MyMovies - questa sua nuova storia di vampiri non è un film perfetto né avvicinabile a capolavori come Mona Lisa (1986) o La moglie del soldato (1992), ma si fa decisamente apprezzare proprio perché di quei film possiede la visione elegante e la bellezza soffusa”. Questo a dispetto di uno script che fatalmente non racconta nulla d’inedito ed è arido di dialoghi di rilevante intelligenza.


Da sinistra Saoirse Ronan ed Gemma Arterton in una scena di Byzantium
Ma il “grande pregio di questo cineasta è quello di saper tirare sempre fuori il meglio dagli attori che dirige”, rileva ancora Ercolani. L’eccellente interpretazione di Saoirse Ronan non è una sorpresa: anche se sta evidentemente crescendo e cambiando fisionomia, questa ragazza mantiene anche in Byzantium il suo magnetismo, grazie” fra l’altro “a uno sguardo d'incredibile bellezza. A sorprendere però è una Gemma Arterton finalmente matura e convincente in un ruolo piuttosto complicato. Alla naturale bellezza stavolta l'attrice coniuga un carisma prima d'ora mai espresso”.
Il co-protagonista Sam Riley

“Più importante di tutto – termina il critico di My Movies - è che Neil Jordan pare aver ritrovato il suo discorso cinematografico che sembrava irrimediabilmente interrotto e questa è la notizia più gradita”. Insomma, il film promette bene. Peccato che qualcuno abbia deciso di mortificarlo - e sono ben lieto di ripetermi - negandogli la dovuta ribalta del grande schermo.

Premessa: non essendo accreditato dalla visione dell’anteprima del film, una parte dell’articolo va intesa come una sorta di rassegna stampa da me commentata e, dove possibile, arricchita.

st.mar.

Il subdolo potere de “Il venditore di medicine” (con trailer)

La locandina
La scheda
Un film di Antonio Morabito. Con Claudio Santamaria, Isabella Ferrari, Evita Ciri, Marco Travaglio, Roberto De Francesco, Ignazio Oliva, Giorgio Gobbi, Vincenzo Tanassi, Leonardo Nigro, Ippolito Chiarella, Alessia Barela, Paolo De Vita, Pierpaolo Lovino. Drammatico, Ita 2013. Durata 103'. Cinecittà Luce. Uscita mercoledì 30 aprile 2014.

La trama
Bruno è arrivato alle porte dei quarant'anni e lavora come informatore medico in un'azienda che sta attraversando un periodo di crisi. Di fronte alla previsione di alcuni tagli al personale, ogni venditore di medicine è tenuto sotto stretta osservazione da un rigido capo area per decidere chi di loro continuerà a conservare il posto di lavoro e chi no. Con una famiglia e una posizione da mantenere, Bruno non esita ad agire in maniera disonesta e tradire la fiducia di chi lo circonda, ricorrendo all'inganno e alla corruzione. L'incontro con un vecchio amico, ridotto in pessime condizioni per aver fatto volontariamente da cavia ad alcuni esperimenti farmaceutici, gli darà però la possibilità di riscattarsi.

Critica
Il regista
Antonio Morabito
Premessa: mi dicono che Marco Travaglio sia antipatico ma a me, in televisione, è simpatico e condivido gran parte di ciò che dice. Anzi, più che condividere ascolto con attenzione e interesse ciò che da giornalista mi riferisce. Ma che adesso lo debba ritrovare anche a fare l’attore, questo mi risulta un po’ stucchevole. Mi auguro, almeno, che dimostri di essere in grado di recitare. Se così sarà, gli farò gli auguri per l’ingresso nell’olimpo degli interpreti.

Claudio Santamaria nei panni de Il venditore di medicine
Ho l’impressione che, come ogni tanto accade, stia per arrivare nei cinema un film italiano di un certo valore, non solo artistico ma anche commerciale, intendendo con questo che possieda una considerevole capacità di intrattenere il grande pubblico e, quindi, di incassare un po’ di quattrini. Che poi è lo scopo principale della settima arte e di tante altre, checché ne dicano gli strenui difensori del ‘faccio questa cosa che lascerà a bocca aperta i veri intenditori’. Ciò che attira de Il venditore di medicine, che vede per la prima volta alla regia di un lungometraggio il documentarista e autore televisivo (specializzato nel montaggio) Antonio Morabito, è innanzitutto il tema trattato. Vale a dire quello della medicina e della salute ridotta a una sorta di sudditanza del potere commerciale, che prevale sul diritto del paziente di curarsi senza essere obbligato a mettersi in ginocchio di fronte a quelli che possono impedirglielo giocando sul prezzo di farmaci e terapie.

Isabella Ferrari nel ruolo della 'cattiva'
Questo il nocciolo della sceneggiatura scritta a sei mani dallo stesso cineasta di Carrara con i navigati Michele Pellegrini (La scoperta dell’alba, 2012) e Amedeo Pagani (Io sto con gli ippopotami, 1979), che nella trasposizione in immagini può contare su un discreto cast nel quale spicca il bravissimo Claudio Santamaria (ottimo interprete principale nell'efficacissimo Diaz - Non pulire questo sangue, 2012), nei panni del protagonista, cioè il venditore di medicine. L’attore romano, che non ancora quarantenne ha già alle spalle una carriera da veterano, possiede carisma e capacità di catturare l’inconscia immedesimazione dello spettatore. Cosa che, a quanto dice chi ha visto l’anteprima di quest’opera, riesce a fare anche stavolta. La sua efficacia nel calarsi nei panni di personaggi cinici è comprovata e confermata dalla personificazione di quest’uomo “che agisce al di là della propria coscienza”, come scrive Marco Chiani di My Movies.

Il giornalista Marco Travaglio 'prestato' al cinema
Di fianco a Santamaria troviamo una Isabella Ferrari nelle vesti di una donna ancor più sgradevole e staremo a vedere quanto l’ex Selvaggia di Sapore di mare (cult ‘vanziniano’ del 1983) sarà efficace nel ruolo di villain, come a Hollywood chiamano la ‘canaglia’. Ne risulta, pare, un film che può “essere letto sia come una denuncia”, rileva ancora Chiani, visto che “in apertura e in chiusura lo spazio è lasciato a stralci di servizi giornalistici sull'argomento, sia come la sbilanciata analisi di un sistema criminale mediante una storia particolare. Ben oltre la discesa nell'abiezione di Bruno, infatti, risalta la problematica, come se l'urgenza e l'attualità del discorso portato avanti cancellassero la costruzione della finzione in sé”.

Bravo Morabito nel trattare il tema e nel ‘manipolare’ il protagonista, nei confronti del quale non rivolge solo uno sguardo di riprovazione e condanna ma si pone anche con un atteggiamento “ambiguo e altalenante”, come dice Carola Proto di Coming Soon. “I pochi momenti in cui lo commisera e lo capisce – scrive ancora Proto - pur senza giustificarlo, sono i migliori del film, perché restituiscono una maggiore impressione di verosimiglianza”. Insomma, lo ripeto, a mio avviso gli ingredienti per assaggiare questa pietanza ci sono tutti.

Premessa: non essendo accreditato dalla visione dell’anteprima del film, il seguente articolo va inteso come una sorta di rassegna stampa da me commentata e, dove possibile, arricchita.


st.mar.