Il cinema dovrà ricevere più soldi dalla televisione |
Imboccata la strada
La televisione, ogni volta che riproporrà sul
piccolo schermo film, di qualsiasi genere, nati per il cinema, dovrà pagare di
più gli autori, i produttori e i distributori di supporti digitali, i
commercianti e i consumatori. È quel che viene definito ‘equo compenso’ per
copia privata, così come previsto dal famoso diritto d’autore. Che sia stata
presa la giusta direzione per l’adeguamento di questo riconoscimento di natura
economica, è scaturito oggi, 23 aprile 2014, dall’incontro tra le suddette
parti interessate e il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo,
Dario Franceschini. Il quale ha illustrato il lungo percorso di confronto
avviato dall'estate 2013 a oggi, condotto sulla base del parere del comitato
consultivo e di diversi studi e analisi di settore. Percorso in seguito al
quale, dopo un parere del succitato comitato, dovrà comunque scaturire, anche
in assenza di un'intesa, il relativo decreto ministeriale, così come previsto
dalla legge.
Cosa è
Il ministro Dario Franceschini |
Il cosiddetto ‘equo compenso’ è la cifra da
pagarsi agli autori di opere cinematografiche e simili, da parte delle
emittenti televisive. È stato al centro di un intenso dibattito avente a
oggetto il pendente rinnovo dei contratti tra le emittenti televisive e la
S.I.A.E. (Società Italiana degli Autori ed Editori) che ne determinano la misura,
scaduti da tempo. Dibattito che ha visto protagoniste, oltre alla S.I.A.E. e le
emittenti, le principali associazioni degli autori, le quali, benché non siano
formalmente parte degli accordi, rivendicano il diritto di concertarne i
contenuti con la suddetta società.
s.m.
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