mercoledì 23 aprile 2014

Equo compenso, la tv dovrà dare più soldi ad autori, produttori e distributori

Il cinema dovrà ricevere più soldi dalla televisione

Imboccata la strada
La televisione, ogni volta che riproporrà sul piccolo schermo film, di qualsiasi genere, nati per il cinema, dovrà pagare di più gli autori, i produttori e i distributori di supporti digitali, i commercianti e i consumatori. È quel che viene definito ‘equo compenso’ per copia privata, così come previsto dal famoso diritto d’autore. Che sia stata presa la giusta direzione per l’adeguamento di questo riconoscimento di natura economica, è scaturito oggi, 23 aprile 2014, dall’incontro tra le suddette parti interessate e il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Il quale ha illustrato il lungo percorso di confronto avviato dall'estate 2013 a oggi, condotto sulla base del parere del comitato consultivo e di diversi studi e analisi di settore. Percorso in seguito al quale, dopo un parere del succitato comitato, dovrà comunque scaturire, anche in assenza di un'intesa, il relativo decreto ministeriale, così come previsto dalla legge.

Cosa è
Il ministro Dario Franceschini
Il cosiddetto ‘equo compenso’ è la cifra da pagarsi agli autori di opere cinematografiche e simili, da parte delle emittenti televisive. È stato al centro di un intenso dibattito avente a oggetto il pendente rinnovo dei contratti tra le emittenti televisive e la S.I.A.E. (Società Italiana degli Autori ed Editori) che ne determinano la misura, scaduti da tempo. Dibattito che ha visto protagoniste, oltre alla S.I.A.E. e le emittenti, le principali associazioni degli autori, le quali, benché non siano formalmente parte degli accordi, rivendicano il diritto di concertarne i contenuti con la suddetta società.

s.m.

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