venerdì 27 giugno 2014

Ischia Film Festival dal 28 giugno: il cinema che esalta luoghi, scenografie e fotografia

Al Castello Aragonese di Ischia l'11^ edizione del Film Festival
Domani, sabato 28 giugno, comincia l’undicesima edizione dell’Ischia Film Festival - nato nel 2003 -, rassegna cinematografica che ha la propria ragione d’esistere nel riconoscimento delle pellicole che sanno esaltare al meglio luoghi e scenari. Saranno circa cento i film proiettati sull’isola del golfo di Napoli. Tra i più attesi quello del regista israeliano Amos Gitai, Ana Arabia, prima pellicola proposta al festival flegreo (sabato 28 alle ore 22). Il cineasta autore di 11 settembre 2001 (2002) sarà presente insieme al direttore della manifestazione Michelangelo Messina. Filmata in un unico piano sequenza di 81 minuti, lopera di Gitai (al quale sarà consegnato il premio alla carriera) è un momento nella vita di una piccola comunità di reietti, ebrei e arabi, che vivono insieme in una enclave dimenticata al ‘confine’ tra Jaffa e Bat Yam in Israele. «Per Ana Arabia - ha detto l’autore - mi sono dato l’obiettivo di realizzare l’intero film in un unico piano sequenza, senza tagli, in cui il ritmo avvolge i frammenti delle figure. Ma c'è
Il regista israeliano Amos Gitai,
ospite molto atteso a Ischia
- ha spiegato
Gitai - anche una dichiarazione politica nel commentare che i destini degli ebrei e degli arabi non saranno recisi, né separati. Essi sono intrecciati e devono trovare il modo - pacifico - di coesistere e la forma attraverso cui vivere la propria vita, così - ha concluso - si rafforzeranno e si stimoleranno e non più solo attraverso i continui conflitti».

Tornando alla filosofia dell’Ischia Film Festival, è indispensabile domandarsi quale sia l’elemento che fa di un’opera filmica un capolavoro. La risposta, com’è ovvio, tira in ballo innanzitutto la trama e l’impianto registico, così come la recitazione e la colonna sonora. Ma a cucire tra loro i vari elementi c’è, sopra tutto e tutti, l’atmosfera che, spesso, solo le location sanno creare. Ischia, quindi, vuole accendere i riflettori sul lavoro di scenografi e direttori della fotografia. Premiando i migliori e, con loro, i cineasti che dimostrano maggiore sensibilità al tema. Un festival con tali prerogative non poteva certo avere luogo in un posto banale: è il Castello Aragonese dell’isola a ospitare un’intera settimana di proiezioni serrate, con opere in arrivo da trenta diverse nazioni del mondo. Tra
Tra i film proiettati
Nebraska di Alex Payne
queste pellicole, i più recenti lavori di
Valeria Bruni Tedeschi, Edoardo Winspeare, Davide Ferrario, Rocco Papaleo. Ma anche l’acclamato Nebraska di Alex Payne (articolo), che nel 2013 è valso a Bruce Dern la Palma d’oro di Cannes come miglior attore protagonista.

Il cinema, insomma, come elemento attivo del territorio, da vivere lontano dallo stereotipo del corpo estraneo: l’obiettivo dell’Ischia Film Festival è di mostrare modelli virtuosi e suggerire strategie di rilancio per un Paese, l’Italia, che può a pieno titolo considerarsi un set naturale. Da qui l’annuale incontro, a margine della rassegna, dedicato al concetto di cine-turismo. Da qui la mostra fotografica che guarda a Villeggiatura e vacanze nel cinema italiano (1953-2011).

redazione
Per alcune informazioni si ringrazia Cinemaitaliano.info

Il più bello di venerdì 27 giugno, prima serata, sul digitale: ‘Star Trek II - L'ira di Khan’ (Rai 4, canale 21, alle 21,10)

La locandina
Star Trek II - L'ira di Khan

Valutazione media: ♥♥♥ = 7


La scheda
Un film di Nicholas Meyer. Con DeForest Kelley, Leonard Nimoy, William Shatner, Ricardo Montalban, James Doohan, Walter Koenig, George Takei, Nichelle Nichols, Bibi Besch, Merritt Butrick, Paul Winfield, Kirstie Alley, Nicholas Guest, John Vargas, Paul Kent, Ike Eisenmann, John Winston, Judson Scott, Kevin Sullivan, Joel Marstan, Russell Takaki. Titolo originale: Star Trek II - The Wrath of Khan. Fantascienza, Usa 1982. Durata 113' circa. Cic Video; Laserdisc: Rcs Film & Yv; Philips Video Classics.

La trama
La nave spaziale Enterprise al comando dell'ammiraglio James T. Kirk, sta navigando nello spazio per una delle sue missioni interstellari avendo a bordo un'ottima equipe di astronauti fra cui il primo ufficiale Spock, un vulcaniano. Siamo nel secolo XXIII e i viaggi e le imprese galattiche sono oramai di ordinaria amministrazione. A un tratto giunge un messaggio drammatico dal laboratorio spaziale Regula One sul quale si trovano la moglie separata di Kirk e il figlio David che in pratica non conosce il padre. Il messaggio informa che il diabolico Khan, da qualche tempo abbandonato nelle immensità cosmiche per il suo comportamento, è riuscito con l'inganno a impossessarsi dell'astronave Reliant e sta per farsi rivelare i segreti dell'importante progetto Genesis, programma scientifico che è riuscito a ricostruire in laboratorio tutta la vita terrestre umana, vegetale, animale. Kirk decide di mettersi all’inseguimento di Khan la cui base cosmica è il pianeta Cet Alpha V.

Recensione (rassegna stampa)
William Shatner (Kirk) e Leonard Nimoy (Spock)
“(...) Non è il seguito del precedente - ricorda My Movies, a proposito di Star Trek II - L'ira di Khan, riprendendo il commento de il Morandini  - ma di un episodio (Space Seed, 1967) della serie Tv. Più vispo del primo. Ridimensionate le ambizioni metafisiche e ridotti gli effetti speciali, si è puntato sull’azione, sulle battaglie, su Khan, malvagio galattico di statura scespiriana. Le solenni banalità del dialogo non si contano”.

Il plot di questo film - rileva Maurizio Encari di Every Eye - è stato rivisitato nel recente e apprezzatissimo reboot-sequel Into Darkness - Star Trek di J.J. Abrams (2012). Quella che sarà trasmessa oggi in prima serata tv sul digitale terrestre è una pellicola diretta “da un onesto mestierante come lo scrittore/sceneggiatore/regista Nicholas Meyer - rileva sempre Encari - autore in precedenza di un solo film, ma già di culto, come L'uomo venuto dall'impossibile. Il soggetto sfrutta la figura di uno storico villain del passato, Khan appunto, già interpretato dall’attore messicano Ricardo Montalban (Fuga dal pianeta delle scimmie, Una pallottola spuntata) in un episodio della serie classica di quindici anni prima (...) Accolto nuovamente con favore sia dalla critica che dal pubblico (quasi 100 milioni di dollari d’incassi a dispetto degli 11 di budget), questo secondo episodio di Star Trek segue le linee guida della serie riportando in vita uno dei ‘cattivi’ più suggestivi mai apparsi sul piccolo schermo. Se nella sceneggiatura si contano diverse imperfezioni e incongruenze (aggravate anche da un doppiaggio italiano non sempre corretto), così come alcune cadute di tono nei dialoghi - si legge ancora su Every Eye - l’atmosfera è invece da pura fantascienza classica, ricca di misteri in questo ennesimo viaggio verso l’ignoto (...)”.

In primo piano l'attore messicano Ricardo Montalban
nei panni del diabolico Khan in Star Trek II
“(...) Ad ogni tipo e forma di vita deve essere data l’opportunità di potersi evolvere ai massimi livelli - rileva Roberto Taddeucci di Fantascienza.com - e perché questo possa avvenire occorrono controlli ambientali e cambiamenti. Questo è lo scopo e la vera forza motrice alla base dell’Operazione Genesis: la creazione da mondi sterili di ambienti adatti all’evoluzione di miriadi di forme di vita  (...) Star Trek II è un buon film. Manca, crediamo, delle ambizioni e delle idee concettuali di hard science fiction (fantascienza pura, ndr) che stavano alla base della bella idea del primo film. Alla fine è solo un gran bel gioco tra gatto e topo, peraltro come già riconosciuto condotto assai abilmente. Meno emozionante e convincente la parte della morte di Spock, sebbene sorretta dalla nobiltà d’intenti del bene di uno meno importante di quello di molti. Non è certo facile mettere in scena la morte di un mito, soprattutto per l’abitudine di certo cinema a stelle e strisce (e Star Trek non fa eccezione) di cadere facilmente nella trappola della più banale retorica - conclude l’analista di Fantascienza.com - specie nei film di stampo militare o paramilitare (...)”.

redazione

Film appena usciti per questo week end (dal 26 al 29 giugno 2014)


Valutazione media: ♥♥ = 5

La scheda
Un film di Justin Zackham. Con Robert De Niro, Katherine Heigl, Diane Keaton, Amanda Seyfried, Topher Grace, Susan Sarandon, Robin Williams, Ben Barnes, Christine Ebersole, David Rasche, Patricia Rae, Ana Ayora, Marc Blucas, Shana Dowdeswell, Quincy Dunn-Baker, Edmund Lyndeck, Megan Ketch, Sylvia Kauders, Joshua Nelson, Doug Torres, Marvina Vinique, Ian Blackman. Titolo originale: The Big Wedding. Commedia, Usa 2013. Durata 89' circa. Universal Pictures. Uscita: giovedì 26 giugno 2014.

La trama
Don e Ellie Griffin, una coppia da tempo divorziata, saranno costretti ancora una volta a interpretare il ruolo di compagni di vita felici per il bene del matrimonio del loro figlio adottivo, dopo che la sua madre biologica ultra-conservatrice decide inaspettatamente di volare dall’altra parte del mondo per partecipare al lieto evento.

***

Carta bianca

Valutazione media: ♥♥♥ = 6,5

La scheda
Un film di Andrés Arce Maldonado. Con Mohamed Zouaoui, Tania Angelosanto, Patrizia Berardini, Elisabetta Fusari. Drammatico, Ita 2013. Durata 90' circa. Distribuzione Indipendente. Uscita: giovedì 26 giugno 2014.

La trama
Tre storie che s’incrociano a Roma, nella notte tra un sabato e una domenica, alla vigilia di San Valentino. Kamal è un giovane tunisino amante dei libri. Sogna di diventare italiano, perciò si fa chiamare Sandro, ma non ha il permesso di soggiorno e spaccia droga per sopravvivere. Vania è una bella badante moldava, timida e religiosa, tormentata dalle allucinazioni del suo recente passato di prostituta da marciapiede. Lucrezia è una grintosa e spavalda imprenditrice romana, che ama solo il suo cane e vive per la propria azienda, che ultimamente ha problemi di liquidità, spingendo la donna tra le grinfie di un usuraio. Nessuno dei tre lo sa, ma ciascuno di loro cambierà la vita degli altri. (Trama My Movies).

***

Celebrity Movie

Valutazione media: n.d.

La scheda
Un film di Emilio Ferrari. Con Dave Burleigh, John Di Domenico, Joey Sagal, Reed Thompson, Cole Downing, Nicole Lari-Joni, Roger Kabler, Chandler Rylko, Cheryl Lyone, Chadwick Armstrong, Johnny Boyd, Natalie Reid, Baron Jay, Dannielle Owens-Reid, Frank Medrano, Herbert Russell, Marissa Leon. Titolo originale: Not Another Celebrity Movie. Commedia, Usa 2013. Adler Entertainment.

La trama
Charlie Sheen si auto-convince che Justin Bieber sia il suo figlio biologico: per rapirlo chiede aiuto ai suoi amici George Clooney, Brad Pitt, Angelina Jolie e Tom Cruise.

***

La città incantata

Valutazione media: ♥♥♥♥♥ = 9,5

La scheda
Un film di Hayao Miyazaki. Con Rumi Hiiragi, Mari Natsuki, Miyu Irino, Bunta Sugawara, Koba Hayashi, Ryûnosuke Kamiki, Takashi Naito, Takehiko Ono, Tatsuya Gashuin, Yasuko Sawaguchi, Yo Oizumi, Yumi Tamai, Erika Necci, Jesus Emiliano Coltorti, Sonia Scotti, Carlo Valli, Marzia Dal Fabbro, Mino Caprio, Monica Bertolotti, Roberta Greganti. Titolo originale Sen to Chihiro no Kamikakushi. Animazione, Gia 2001. Durata 125’ circa. Lucky Red. Uscita: mercoledì 25 giugno 2014.

La trama
La piccola Chihiro non sopporta l'idea di traslocare e di perdere i propri amici, ma non può far niente per impedirlo. Proprio quando la famiglia è in viaggio verso la nuova casa, il padre imbocca una strada sterrata che termina davanti a un tunnel misterioso. I genitori sceglieranno di attraversarlo nonostante le rimostranze di Chihiro, per giungere a un parco dei divertimenti abbandonato, almeno apparentemente. (Trama My Movies).

***

Gebo e l'Ombra (vai all’articolo)    

Valutazione media: ♥♥♥♥♥ = 9,5

La scheda
Un film di Manoel de Oliveira. Con Michael Lonsdale, Claudia Cardinale, Jeanne Moreau, Leonor Silveira, Luís Miguel Cintra, Ricardo Trepa. Titolo originale: Gebo et l'ombre. Drammatico, Por 2012. Durata 95' circa. Mediaplex Italia. Uscita: giovedì 26 giugno 2014.

La trama
Sul finire del XIX secolo, nonostante l’età e la stanchezza, Gebo continua l’attività di contabile con cui mantiene la famiglia. Vive con la moglie Doroteia e la loro nuora Sofia ma è l’assenza del figlio Joao a occupare i pensieri di tutti. Gebo ha nascosto alla moglie che il figlio Joao si è dato alla macchia dopo essersi reso responsabile di alcune azioni poco onorevoli. L’ignara Doroteia attende con speranza che Joao possa un giorno tornare a casa mentre in Sofia l’attesa si mischia alla paura. Quando Joao si ripresenta all’improvviso, ogni cosa cambia e prende una piega differente. Mentre Doroteia crede che il suo ritorno sia un bene, Gebo non si fa illusioni e decide di non nascondere la quantità colossale di denaro che sta custodendo per conto della compagnia per cui lavora.

***

La gelosia

Valutazione media: ♥♥♥♥ = 8

La scheda
Un film di Philippe Garrel. Con Louis Garrel, Anna Mouglalis, Rebecca Convenant, Olga Milshtein, Esther Garrel, Arthur Igual, Emanuela Ponzano. Titolo originale: La Jalousie. Drammatico, Fra 2013. Durata 77' corca. Movies Inspired.

La trama
Louis ha trent'anni, una figlia e una compagna che lascia per un'altra. Attore di teatro, cui piace flirtare e fare lunghe passeggiate, Louis è 'definitivamente' innamorato di Claudia, un'attrice che adora Majakovskij e da alcuni anni ha appeso la 'maschera' al chiodo. Gelosa e imprevedibile, Claudia ama Louis di un amore libero che 'giace' con amanti occasionali. Insofferente alla vita domestica e a un appartamento troppo piccolo per il suo ego, Claudia trova lavoro come archivista nello studio di un architetto che diventa molto presto il suo amante. Ignaro Louis le dichiara ogni giorno il suo amore, camminando per parchi e per ore con lei e la figlioletta, cui lo lega un amore tenero e infinito. Abbandonato bruscamente da Claudia, Louis è inconsolabile fino al (tentato) suicidio, cui metteranno riparo la figlia, la sorella e il teatro. (Trama My Movies).

***

Instructions Not Included (vai all’articolo)

Valutazione media: ♥♥♥ 7

La scheda
Un film di Eugenio Derbez. Con Eugenio Derbez, Loreto Peralta, Jessica Lindsey, Arcelia Ramirez, Alessandra Rosaldo, Daniel Raymont, Hugo Stiglitz, Sammy Pérez, Agustín Bernal, Karla Souza, Margarita Wynne, Arap Bethke, Roger Cudney, Ari Brickman, Jeannine Derbez, Jesús Ochoa. Titolo originale: No se Aceptan Devoluciones. Commedia, Mes 2013. Durata 122' circa. Indie Pictures. Uscita: giovedì 26 giugno 2014.

La trama
Valentin è un playboy di Acapulco. Un giorno una sua ex fiamma gli consegna una bimba e si toglie di mezzo senza lasciare traccia. Trasferendosi a Los Angeles alla ricerca della madre della piccola Maggie, Valentin finisce per mettere su casa per sé e per questa figlia ritrovata. Figura paterna improbabile, Valentin si occupa così di Maggie per sei anni, diventando anche uno dei migliori stuntman di Hollywood per pagarsi le bollette, con Maggie che lo segue sui set in qualità di suo allenatore. La loro famiglia, unica e originale, è però minacciata quando la madre di Maggie si ripresenta, di punto in bianco, reclamando i suoi diritti.

***

Quel che sapeva Maisie (vai all’articolo)

Valutazione media: ♥♥♥ = 7

La scheda
Un film di Scott McGehee, David Siegel. Con Julianne Moore, Alexander Skarsgård, Onata Aprile, Joanna Vanderham, Steve Coogan, Emma Holzer, Diana Garcia, Stephen Mailer, Samantha Buck, Joel Garland, Trevor Long, James Colby, Gil O'Brien, Mario Moise Fontaine, Kevin Cannon, Owen Shipman, Zachary Unger, Robert C. Kirk, Malachi Weir. Titolo originale: What Maisie Knew. Drammatico, Usa 2013. Durata 99' circa. Teodora Film. Uscita: giovedì 26 giugno 2014.

La trama
Il mondo visto con gli occhi di Maisie, una bimba di sei anni contesa nella causa di divorzio da una mamma rocker e un padre sempre in viaggio d’affari. Ispirato all’omonimo romanzo di Henry James, il film sposta l’azione in una New York frenetica e scintillante: Maisie guarda silenziosa il mondo degli adulti che sembrano bambini capricciosi, i nuovi matrimoni dei suoi genitori (quello di facciata del padre con la giovane tata Margo e quello per ripicca della madre col giovane barman) pur di ottenere la sua custodia.

***

Thermae Romae

Valutazione media: ♥♥♥ = 6,5

La scheda
Un film di Hideki Takeuchi. Con Hiroshi Abe, Aya Ueto, Kazuki Kitamura, Riki Takeuchi, Kai Shishido, Takashi Sasano, Masachika Ichimura, Midoriko Kimura. Commedia Gia 2012. Durata 108' circa. Tucker Film. Uscita: giovedì 26 giugno 2014.

La trama
L'architetto Lucius Modestus, perfezionista e perennemente insoddisfatto sul livello raggiunto dai bagni termali dell'epoca di Adriano, finisce in un singolare varco spazio-temporale che lo conduce nel Giappone contemporaneo. Ignaro su dove si trovi e su chi siano i bizzarri personaggi che incontra, il disorientato Modestus nel giro di breve tempo carpirà i segreti di una civiltà tecnologicamente più avanzata, sfruttandoli per divenire l'architetto più celebre di Roma. (Trama My Movies).

‘Big Wedding', la famiglia allargata luogo di conciliazione e modernità

La locandina
Valutazione media: ♥♥ = 5

La scheda
Un film di Justin Zackham. Con Robert De Niro, Katherine Heigl, Diane Keaton, Amanda Seyfried, Topher Grace, Susan Sarandon, Robin Williams, Ben Barnes, Christine Ebersole, David Rasche, Patricia Rae, Ana Ayora, Marc Blucas, Shana Dowdeswell, Quincy Dunn-Baker, Edmund Lyndeck, Megan Ketch, Sylvia Kauders, Joshua Nelson, Doug Torres, Marvina Vinique, Ian Blackman. Titolo originale: The Big Wedding. Commedia, Usa 2013. Durata 89' circa. Universal Pictures. Uscita: giovedì 26 giugno 2014.

La trama
Don e Ellie Griffin, una coppia da tempo divorziata, saranno costretti ancora una volta a interpretare il ruolo di compagni di vita felici per il bene del matrimonio del loro figlio adottivo, dopo che la sua madre biologica ultra-conservatrice decide inaspettatamente di volare dall’altra parte del mondo per partecipare al lieto evento.

Recensione (rassegna stampa)
“(...) da qualche parte, negli uffici dei potenti di Hollywood, ci deve essere ancora chi pensa che un originale estero di successo (la pellicola francese Mon Frère se Marie del 2006, diretto da Jean-Stéphane Bron, ndr) e un cast popolato di grandi nomi possano essere ancora gli ingredienti sufficienti per un film che funzioni”, scrive Federico Gironi di Coming Soon. “Tralasciando l’ipotesi che, nell’anno 2014, Robert De Niro, Diane Keaton e Susan Sarandon non possano più essere i se stessi di qualche decennio fa, e il fatto che, per non farli sfigurare troppo, si sia ricorsi a giovani leve non esattamente eccelse (e dispiace per la povera Seyfried), è sul piano dell’intreccio e dell’ideologia che lo sottende, che Big Wedding lascia più esterrefatti (...) Non che ci sia nulla di male, nel vincolo matrimoniale - aggiunge il critico di CS -: ma il problema sta nel suo utilizzo furbetto e ipocrita, nella retorica della famiglia allargata come luogo di conciliazioni e modernità ma solo a patto che i due ex coniugi finiscano a letto assieme per favorire così il matrimonio della coppia nuova e nata dal tradimento. In questo bailamme ricoperto di buonismo e aderenza alla norma - termina Gironi - brilla un lampo di sincera modernità: nella scena e nelle scene in cui il giovane futuro sposo tratta alla pari e senza troppe distinzioni le tre figure materne messe a sua disposizione dal copione”.

Robert De Niro e Susan Sarandon in una scena del film di Justin Zackham
“(...) Senza fare schermo a qualche tristezza e giocando la carta del sesso disinibito in famiglia - rileva Marzia Gandolfi di My Movies - Big Wedding infila direzioni note e finisce in un precipizio di smorfie, incidenti e sipari farseschi, che abbattono gli attori più giovani e mortificano i veterani. Abbonato al ruolo di seduttore azzimato, De Niro impersona ancora una volta il marito bolso e mascalzone, civettuole e intraprendenti sono invece le consorti legittime, o meno, di Susan Sarandon e Diane Keaton, trincerata nel suo immancabile tailleur pantalone, nella verve impudente e nella ribadita indipendenza economica. Più a suo agio Susan Sarandon interpreta il personaggio che rilancia e scioglie i dubbi amorosi, aggirando comicamente gli ostacoli della menzogna a cui è costretta per amore di un figlio acquisito e la sconsideratezza di un compagno mai impalmato. Intorno a loro schiamazza una compagnia di ‘piccoli’ attori da cui scampiamo la brillante Katherine Heigl, architrave solida e mai ingombrante di una costruzione corale, capace - conclude Gandolfi - di dare rilievo a pensieri e azioni del suo personaggio (...)”.

redazione

giovedì 26 giugno 2014

‘Nebraska’, quando l’amore per un padre è senza condizioni

La locandina
Mia valutazione: ♥♥♥ = 7,5

La scheda
Un film di Alexander Payne. Con Bruce Dern, Will Forte, June Squibb, Bob Odenkirk, Stacy Keach, Mary Louise Wilson, Rance Howard, Tim Driscoll, Devin Ratray, Angela McEwan, Glendora Stitt, Elizabeth Moore, Kevin Kunkel, Missy Doty, Anthony G. Schmidt, Melinda Simonsen. Drammatico, Usa 2013. Durata 115' circa. Lucky Red.

La trama
Woody, un anziano del Montana, scappa in continuazione di casa nel tentativo di raggiungere il Nebraska dove è convinto di ricevere un ricco premio della lotteria. Preoccupati dal suo stato mentale, i familiari dibattono a lungo sul metterlo o no in una casa di cura, fino a quando uno dei due figli decide di accompagnare il padre in questo folle viaggio. Lungo il tragitto, i due si fermano un paio di giorni nel piccolo villaggio natale di Woody dove l’anziano, sotto gli occhi del figlio, ripercorre il suo passato.

Mia recensione
Un film toccante Nebraska, per quello che è il suo tema di base: non tanto la vecchiaia, non tanto il morbo di Alzheimer che avanza senza pietà. Non tanto, ancora, una famiglia e un prossimo che tendono ad attaccare ed emarginare l’ormai inutile membro disturbante. Questa pellicola del regista Alexander Payne (Sideways - In viaggio con Jack, 2005), forse non a caso originario del Nebraska, mette sul piedistallo più alto l’elemento positivo, più coinvolgente ed emozionate della vicenda, vale a dire l’amore incondizionato di un figlio per il padre. Payne sceglie un bianco e nero a mio avviso poco spiegabile, tentando, forse, di utilizzare il non-colore per conferire una più profonda impronta artistica alla sua ultima opera. Una tecnica che ormai da molti anni ha fatto proseliti ma che non sempre è decifrabile per l’economia complessiva del film. Tuttavia, in questo caso come in altri, non crea disturbo allo spettatore che in principio è indotto giusto a chiedersi se per caso la storia sia ambientata in un’epoca precedente, scoprendo subito che, invece, la narrazione è collocata nel nostro tempo. Comunque, in pochi minuti ci si abitua.


I due protagonisti Bruce Dern e Will Forte in una scena di Nebraska
L’esposizione in immagini, in molte parti, procede su ritmi piuttosto lenti, come l’incedere del protagonista, il vecchio Woody, che va all’irragionevole ricerca di un tesoro del quale solo la sua mente conosce l’esistenza. Anche questa fiacchezza del ritmo impresso dal montaggio è, in un primo momento, elemento che rischia di rendere evanescente l’attenzione di chi vede. Pian piano, però, si sblocca l’intento della sceneggiatura di Bob Nelson. Circondato da persone che non vedono l’ora di toglierselo dai piedi, l’alcolizzato e dissociato personaggio principale - interpretato da un superlativo 78enne, Bruce Dern (Monster, 2003), premiato come miglior attore protagonista l’anno scorso a Cannes - quasi sbalordito capisce di avere un incaponito alleato nel figlio David (Will Forte - ben calato nella parte - noto soprattutto per la sua partecipazione al cast del Saturday Night Live tra il 2002 e il 2012). David che, seppur preoccupato per le condizioni fisiche e mentali di Woody, decide che il genitore, un vero anti eroe, abbia il diritto di vivere la sua smania di recuperare il milione di dollari. Come fosse l’ultima cosa che debba fare nella sua vita disadorna.

Il regista
Alexander Payne
Dern/Woody in un'altra scena del film
E così il film sale di livello con la sua parte on the road, col progressivo e positivo sviluppo dell’intimità figlio-padre e, quindi, l’intensificazione della loro intesa. Fino a quando è addirittura senza che vi sia bisogno di parole (in questo senso i dialoghi sono spesso piuttosto succinti e quindi realistici) che i due s’intendono. Il viaggio a due che salda i legami, non è certo una novità nel cinema. Ma le dinamiche suddette e anche alcune scene di lodevole ilarità che smussano con tempismo lo stampo drammatico della pellicola, danno al regista il merito di aver inserito importanti elementi originali. Le location sono azzeccate e il montaggio, qua e là, regala opportunamente, a telecamera immobile, vere e proprie diapositive (qui, sì, il bianco e nero funziona) prive di esseri umani, fotografie di spaccati disabitati, scorci di soporifere cittadine di provincia. Una scelta registica che rende concreto nel narrato filmico un altro dei discorsi del plot, quello della solitudine, della noia in cui esseri umani crescono a causa di un destino irrevocabile. Una vecchia amica di Woody dice a David: «Qui da noi tutti cominciano a bere molto presto, d’altronde da queste parti non c’è nient’altro da fare». Quello di Nebraska non è un happy ending. Resta l’amarezza inviata dalla vicenda esistenziale di quest’uomo fallito che muove il figlio a comprensione ma anche a compassione. Ma è lampante, comunque, un senso di riscatto e il completamento di quell’affetto sopra ogni cosa.

Stefano Marzetti