Il più bello di mercoledì 25 giugno, prima serata, sul digitale: ‘Forrest Gump’ (Rete 4, canale 4, alle 21,15)
La locandina
Forrest
Gump
Mia valutazione: ♥♥♥♥♥ = 9,5
RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
Premio Oscar 1995: miglior film a
Wendy Finerman, Steve Starkey e Steve Tisch, migliore regia a Robert Zemeckis,
miglior attore protagonista a Tom Hanks, migliore sceneggiatura non originale a
Eric Roth, miglior montaggio a Arthur Schmidt, migliori effetti speciali a Ken
Ralston, George Murphy, Stephen Rosenbaum e Allen Hall; Golden Globe 1995: miglior film
drammatico, migliore regia a Robert Zemeckis, miglior attore in un film
drammatico a Tom Hanks; Premio BAFTA 1995: migliori
effetti speciali a Ken Ralston, George Murphy, Stephen Rosenbaum e Allen Hall; National Board of Review
Award 1994: miglior film, miglior attore protagonista a Tom Hanks, miglior attore
non protagonista a Gary Sinise, migliori dieci film; Ciak d'oro 1995: miglior film
straniero.
La
scheda
Un film di Robert Zemeckis. Con Tom Hanks, Robin Wright Penn, Gary Sinise, Mykelti Williamson, Sally
Field, Rebecca Williams, Michael Conner Humphreys, Harold G. Herthum, George
Kelly, Bob Penny, John Randall, Sam Anderson, Margo Moorer, Ione M. Telech,
Christine Seabrook. Commedia, Usa 1994. Durata 142' circa. Uip - Cic Video.
La trama
Seduto sulla
panchina a un bus-stop di Savannah, Forrest Gump ricorda la sua infanzia di
bimbo con problemi mentali e fisici. Solo la mamma lo accetta per quello che è
e solo la piccola Jenny Curran lo fa sedere accanto a sé sull'autobus della
scuola. Sarà lei a incitarlo, per fuggire a tre bulletti, a correre, liberando
così le gambe dalle protesi. Attraverso trent'anni di storia americana vista
con gli occhi della semplicità e dell'innocenza, Forrest diventa un campione
universitario di football, mentre è sempre più innamorato di Jenny che però lo
considera un fratello. Assiste ai disordini razziali in Alabama e incontra
Kennedy poco prima dell'assassinio. Dopo un fugace incontro con Jenny che canta
a Memphis, Gump va a combattere in Vietnam. Si arruola quindi nell'esercito,
dove fa amicizia con il nero Bubba, un pescatore di gamberi che gli comunica la
sua passione che diventerà poi un business e lo trasformerà in un milionario.
La morte di alcuni affetti fondamentali della sua esistenza, non ne
comprometterà la forza d'animo e la voglia di andare avanti.
Mia
recensione
Forrest in crisi mistica corre per alcuni mesi di fila
Forrest Gump è la
sintesi di una gigantesca utopia. Talmente grande da far innamorare. Se poi un
regista come Robert Zemeckis (sua la saga di Ritorno al
futuro) la
trasforma in un film mastodontico in ogni suo particolare, allora quell’utopia
si tramuta in un sogno. E il sogno pare proprio potersi avverare. L’utopia che
sta alla base di questa pellicola ultra premiata (ben sei gli Oscar) è la
possibilità di fare della vita una cosa meravigliosa partendo dalle peggiori
premesse che si possano immaginare. Un’intelligenza limitata. Un’immutabile
personalità fanciullesca. L’ostilità e l’insensibilità del prossimo. Precarie
possibilità motorie. Scarse risorse finanziarie. Mancanza dell’esempio e dell’aiuto
di un padre. Un unico, grande sostegno: l’affetto indiscutibile di una madre.
Poi l’anelito a un amore infinito. Protagonista è Forrest Gump, interpretato da
uno dei migliori Tom Hanks di sempre (e ce ne vuole). L’attore di Concord
(California, Usa) - qui premiato con la dorata statuetta dell’Academy Award - dà
corpo e anima a questo ritardato che va alla conquista del mondo. E che inconsciamente
fa della propria dappocaggine la sua stessa forza. Un animalesco istinto di
sopravvivenza, che lo fa reagire nel modo giusto, nel posto giusto e al momento
giusto.
Il regista Robert Zemeckis durante le riprese di Forrest Gump
Hanks è
magistrale dall’impostazione fisica del suo personaggio, in particolare dello
sguardo imbambolato, apparentemente assente ma mai del tutto. Magistrale nelle
movenze impacciate, come la camminata a piede piatto che non impedisce a
Forrest di essere un corridore veloce e instancabile; magistrale nella
gestualità legata ma supportata da una forza superiore alla media, che consente
all’eroe di salvare da un bombardamento una ventina di commilitoni e di essere un
formidabile giocatore di ping pong; magistrale nella parlata confusa con la
quale il protagonista riesce comunque a toccare il cuore di chi in lui vede una
persona come tutte le altre, se possibile migliore. Hanks e Forrest sono i poderosi
rimorchiatori di quest’opera cinematografica lunga quasi due ore e mezza sempre
scorrevoli. Sono i punti cardine intorno cui, comunque, girano da grandi
interpreti in particolare Robin Wright nella parte dell'amata Jenny, Gary
Sinise nei panni dell’idolatrato
tenente Dan e Sally Field che personifica la saggia e pronta a tutto, mamma Gump.
Robin Wright Penn è Jenny
Il film racconta diversi luoghi degli Usa, in
diverse epoche con i loro diversi accadimenti che, via via, modificano in
maniera profonda la storia della grande nazione. In questo Forrest Gump è tutti
noi, è la nostra visuale ma anche una sorta di Virgilio che guida in questi gironi
colmi di trappole e tragedie e mutamenti traumatici e morte. Sono pochi i
momenti in cui l’eroe riesce a trovare la pace. Ma in assoluto egli attraversa
questa specie di inferno con un calibrato grado di levità che lo fa galleggiare
sempre qualche metro sopra tutto e tutti. E con l’andare del tempo Forrest
sembra anche crescere - seppure sempre a suo modo - e acquistare maggiore
consapevolezza della vita e della sua fine.
Gary Sinise è il tenente Dan
Scenografie e ricostruzioni sono di primo
livello, supportate da effetti speciali che per essere di vent’anni fa sono da
considerarsi più che buone. È inevitabile che un racconto come questo richieda
iperboli narrative che, solo a tratti, trasmettono l’idea di una semplice
favola. Ma la sapiente sceneggiatura di Eric Roth (L’uomo che
sussurrava ai cavalli) e la mano sicura di Zemeckis riportano
alla svelta il tutto sui binari di una vicenda possibile nella sua già citata
utopia. La colonna sonora curata dal newyorkese Alan Silvestri (Predator) è una successione
di pezzi anche memorabili di colossi quali Aretha Franklin, Beach Boys, Jimi
Hendrix, The Doors, Simon & Garfunkel, Bob Dylan, Elvis Presley e altri.
Film imperdibile, ma credo che nessuno l’abbia perso. Quindi da rivedere e
rivedere e rivedere.
Stefano
Marzetti
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