sabato 15 marzo 2014

“15-'18 - L'Italia in guerra”, Olmi e le verità sul ‘15-‘18



Scheda del film
Un momento delle riprese sull'altopiano di Asiago (Vicenza)
Un film di Ermanno Olmi. Con Claudio Santamaria, Jacopo Crovella, Andrea Di Maria, Francesco Formichetti, Camillo Grassi, Niccolò Senni. Drammatico, Ita 2014.
Trama del film 
Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Tutto ciò che si narra in questo film, è realmente accaduto. E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento.
Informazioni sul film 
Torneranno i prati e torna la Prima Guerra Mondiale: è il nuovo film dell’82enne regista bergamasco Ermanno Olmi (fra altri L’albero degli zoccoli nel 1978 e Centochiodi nel 2007). Nel centenario del primo conflitto mondiale – informa Adnkronos online  - riprese sull'Altopiano dei Sette Comuni (Asiago, Vicenza), nel cast Claudio Santamaria, Andrea Di Maria, Francesco Formichetti, Camillo Grassi e Niccolò Senni, soggetto e sceneggiatura dello stesso Olmi, produzione Cinema Undici e Ipotesi Cinema con Rai Cinema, siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani, e – promette il regista 83enne – «la pace della montagna diventa un luogo dove si muore: tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto, e (poiché il passato appartiene alla memoria), ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento».
Il regista di 15-18 - L'Italia in guerra
Otto settimane di riprese, due trincee ricostruite a Val Formica e Val Giardini, tre milioni e 200mila euro di budget, Banca Popolare di Vicenza, Edison, Nonino distillatori e Vicenza Film Commission nel pacchetto produttivo. «Il miglior modo di celebrare il centenario – dice Olmi – è capire perché è successo: noi oggi siamo a una vigilia che rischia di assomigliare molto a quella della Prima Guerra Mondiale con conseguenze devastanti: la celebrazione deve essere ‘voglio capire perché’, perché la guerra non succeda un'altra volta. Negli anni ’80, storici austriaci e italiani sono stati incaricati di raccontare la Prima Guerra Mondiale ma viene buono quel che scriveva Raymond Chandler ‘Sapeva veramente tutto, ma solamente quello’, perché non conoscono direttamente la realtà di cui vanno parlando. Io ho letto, riletto libri di testimoni diretti della guerra, come il mio amico Mario Rigoni Stern, Gadda, Lussu, Weber e altri: pagine di straordinaria sensibilità percettiva nel cogliere quelle sfumature che lo storico di professione non può avere. Ma oltre a questi autori, che hanno vissuto ma anche metabolizzato quegli eventi nello scrivere i loro romanzi, ho letto pagine di anonimi: c'era il nome in fondo, ma era quello di chi non ha nome. La verità l'ho trovata lì. Allora, chi scrive la storia? Quella ufficiale gli intellettuali, quella reale coloro che non hanno parola».
Claudio Santamaria, tra i protagonisti del film di Olmi

Tra le testimonianze dirette, lo steso padre di Olmi e Toni il Matto, un pastore che combatté sull'Altopiano: «Nel ‘14-'15 in Italia sono successe cose vergognose, si sono mercanteggiate le condizioni di convenienza: se entrare o meno in conflitto, se schierarsi con gli austriaci o non belligerare ma casa Savoia, sempre distratta nei confronti della storia, ha ritenuto più conveniente legarsi alle nazioni che avevano bisogno di mercati in Europa, l'Austria-Ungheria, un po' come oggi la Merkel (cancelliere tedesco, ricordo io). Fate questo lavoro, storici, e vedrete – tuona il regista - quanti fatti vergognosi di cui dobbiamo arrossire e abbassare il capo». Dunque, l'urgenza di questo film, Torneranno i prati (non è ancora chiaro se il titolo sia questo o quello citato a inizio articolo), ambientato nell'autunno del 1917, è «il preludio di Caporetto, il preludio della disfatta: racconto di come dagli alti comandi vien l'ordine di trovare un posizionamento per spiare la trincea avversa: si finisce accoppati, ma l'ordine è arrivare là».
Probabilmente vedremo quest’opera alla prossima Mostra di Venezia, per ora Olmi rivela una battuta sintomatica del film che definisce ‘onirico': “Dopo una disfatta, tutti tornano a casa loro e dopo un po' tornerà l'erba sui prati”. La trincea è un avamposto, un caposaldo italiano sull'Altopiano e continua il regista - ci sono «due personaggi che fanno prevalere la propria coscienza sulle esigenze militari dei comandi superiori: disobbediscono e la disobbedienza è un atto morale che diventa eroicità quando la paghi con la morte. Uno è un alto ufficiale, l'altro il solito anonimo soldatino il cui nome non significa nulla: entrambi hanno la coscienza di disobbedire. Nel processo, Eichmann sosteneva ‘Abbiamo obbedito a un ordine’, ma no: non ci sono ordini, quando un ordine è un crimine». E Olmi affonda: «Sui monumenti che ancora oggi ritraggono gli alti comandanti, bisognerebbe scrivere sotto criminale di guerra».
redazione
(si ringrazia il sito web di Adnkronos)

venerdì 14 marzo 2014

Il più bello di stasera è su Rai 2 alle 23,39 (trailer)

La locandina
PRISON ESCAPE

Scheda del film
Un film di Rupert Wyatt. Con Brian Cox, Joseph Fiennes, Liam Cunningham, Seu Jorge, Dominic Cooper, Steven MacKintosh, Damian Lewis, Vinnie McCabe, Ned Dennehy, Jack Walsh, Frank O'Sullivan, Sheamus O'Shaunessy, Domhnall O'Donoghue, George Seremba, Eleanor McLynn. Titolo originale The Escapist. Thriller, Gb/irl 2008. Durata 102'.

Trama del film
Frank Perry (Brian Cox) è un ergastolano. E del fatto che rimarrà in carcere per il resto dei suoi giorni se n’è ormai fatto una ragione: ha commesso un crimine, quindi sconterà la pena. Il tempo passa inalterato, finché un giorno riceve una lettera che lo informa delle condizioni critiche dell’amatissima figlia, vittima di un’overdose. Frank la deve incontrare e l’unico modo è tentare la fuga. Che, tuttavia, non può fare da solo. Raccoglie attorno a sé un variegato gruppo di compagni con cui escogitare il piano: Lenny Drake (Joseph Fiennes), Brodie (Liam Cunningham) e Viv Baptista (Seu Jorge). A un passo dalla riuscita del piano, però, l’attenzione di Frank è distratta dall’arrivo del giovane James Lacey (Dominic Cooper), che gli ricorda un passato ormai lontano. Come nuovo arrivato, Lacey attrae anche l’attenzione di Tony (Steven Macintosh), il fratello tossicodipendente di Rizza (Damian Lewis), il sovrano incontrastato di quel braccio di prigione. I conflitti di personalità mettono a rischio il piano di fuga e Frank si trova costretto a trovare l’energia e il coraggio dell’uomo che era una volta.

Breve commento
Il film è stato presentato fuori concorso al Torino Film Festival 2008, fatto abbastanza inedito per un action-movie. Nella vicenda narrata dallo script i conflitti tra galeotti sono il pretesto utilizzato dal regista per denunciare un microcosmo dominato da corruzione, vizio, violenza e aberrazione. In un simile contesto, in cui il protagonista è uno straordinario Brian Cox, solo l'immaginazione può tenere in vita. Questo dramma esistenziale, amplificato e impreziosito dalla svolta intimista del finale, si consuma all'interno di un genere, quello del thriller carcerario, che ha illustri precedenti (Fuga da Alcatraz, Fuga di mezzanotte) e che recenti ottime prove cinematografiche (Cella 211, Il Profeta) hanno rinvigorito. In Prison Escape, il merito va attribuito a un cast di attori convincenti e ben assortiti, che danno rilievo a personaggi ben caratterizzati, per quanto in secondo piano rispetto al protagonista.

Il film di Rupert Wyatt è un thriller psicologico che ha sfruttato lo spunto narrativo e l'onda del successo dell'avvincente serie tv di FOX Prison Break per portare una ventata di novità in un genere affascinante che nessuno prima d'ora era riuscito a svecchiare. Una pellicola squisitamente di genere, coproduzione anglo-irlandese concepita per le nuove generazioni di appassionati che accontenta però anche gli amanti dei grandi classici. Il look è moderno, dai colori insolitamente caldi, il luogo ricreato dagli scenografi è opprimente, quasi un'oasi dell’orrore in cui il tempo non scorre e mette in risalto l'assenza di punti di riferimento, di movimento, la totale mancanza di spazi vitali.

redazione

(per il breve commento si ringraziano Mymovies.it e Movieplayer.it)


Dopo il successo di “Scialla” Bruni ci riprova con “Noi 4” (con trailer)

La locandina
Scheda del film
Un film di Francesco Bruni. Con Ksenia Rappoport, Fabrizio Gifuni, Lucrezia Guidone, Francesco Bracci, Raffaella Lebboroni, Milena Vukotic, Gianluca Gobbi, Giulia Li Zhu Ye Commedia, Ita 2014. Durata 90'. 01 Distribution. Uscita giovedì 20 marzo 2014.

Trama del film
Il 13 giugno 2013 è una giornata qualsiasi ma è anche una giornata diversa da tutte le altre. Oggi Giacomo, il figlio più piccolo di Ettore e Lara, ha gli orali degli esami di terza media. Se fosse un'altra famiglia, questa sarebbe l'occasione per stare tutti insieme a incoraggiare e sostenere il ragazzino. Non è però il caso dei nostri quattro, perché il padre e la madre di Giacomo, sua sorella Emma, ventenne, insieme non riescono a stare. E come se non bastasse in questo giorno, oltre alle tensioni familiari, ognuno di loro dovrà affrontare una sua piccola, grande sfida personale. Il tutto nella cornice di una Roma abbacinante e soffocante, sotto il sole di una giornata di inizio estate.

Tema del film
Non fallisce la prova il 52enne sceneggiatore e regista romano Francesco Bruni, dopo il sorprendente successo di Scialla (2011), ottenuto in gran parte, a mio avviso, grazie a quel grande attore che è Fabrizio Bentivoglio (dove c’è lui, difficilmente la barca affonda). Come dicevamo, comunque, anche se in assenza dell’interprete di ‘peso’ (senza voler sminuire il cast di questa volta), questo Noi 4 sembrerebbe – a leggere chi il film l’ha già visto – aver centrato il bersaglio. Cosa che all’interno di un panorama cinematografico italiano piuttosto nebbioso (mio parere personalissimo), non va sottovalutata. Bruni conferma di essere un esperto nel descrivere le relazioni difficili, intese non necessariamente come rapporti amorosi. Ciò che interessa questo navigatissimo sceneggiatore (vera fonte d’ispirazione per Paolo Virzì se si pensa che per lui ha messo sulla carta gli script di ben sette film, tra cui gli ottimi Ovosodo, Caterina va in città e Tutta la vita davanti) è mostrare il concatenamento emotivo tra esseri umani, meglio ancora se fra loro imparentati.

Fabrizio Gifuni in una scena di Noi 4
E su questo ha deciso di improntare anche la sua seconda regia, dimostrando di non aver intenzione di campare di rendita. “La solida esperienza narrativa del Bruni sceneggiatore – scrive Paolo Casella su Mymovies.it  - costruisce una vicenda ricca di echi e di rimandi che fa leva sulle contraddizioni interne ai suoi personaggi più che sugli accadimenti esterni, e racconta una famiglia ristretta invece che allargata”, quella – aggiungo io - che al cinema tanto è andata (e forse va ancora) di moda negli ultimi quindici anni. Restare in un ambito più circoscritto, forse richiede maggior pignoleria, perché è su un numero inferiore di elementi che l’attenzione dello spettatore è chiamata a focalizzarsi. Quindi, se la vicenda non regge, se il meccanismo s’inceppa, è più facile essere sgamati e ‘abbandonati’.

Il regista Francesco Bruni
La famiglia in crisi di Bruni sembra che (si dice), per certi versi, strizzi l’occhio a quella colpita da una clamorosa tragedia messa su pellicola da Nanni Moretti con La stanza del figlio (bello e toccante film del 2001). Ma l’autore di Noi 4 non casca nel frequente tranello dello scimmiottamento, acuto a tener conto di quanto esso possa rivelarsi una mannaia (e giustamente) per troncare il futuro di un artista. Anche se alcune caratteristiche comuni sono inevitabili (ma così è anche nella realtà, in fondo la maggioranza dei nuclei familiari si somiglia). Perciò il film pare sia un continuo alternarsi di situazioni sgradevoli e momenti in cui fa capolino una speranza di serenità.

Ksenia Rappoport in una scena del film
Sempre secondo Casella, nella “complessità narrativa Bruni dimostra coraggio e il lodevole rifiuto di sedersi sugli allori del successo precedente, ma rivela anche il dislivello fra ciò che conosce benissimo, ovvero la psicologia maschile (ad ogni età), e ciò che conosce meno bene, cioè l'universo femminile, che in Noi 4 appare delineato dall'esterno”. Una falla, dico io, un’ingenuità cui, forse, il cineasta capitolino avrebbe potuto ovviare affiancando a sé una sceneggiatrice, per esempio, invece di stabilire di poter fare tutto da solo. Ma ora vorrei evitare di cadere nel cattedratico.

Un aspetto fondamentale per il possibile successo di quest’opera, pare sia la sua efficacia nel portare sul grande schermo la gravosità dell’incomprensione che nasce fra uomo e donna, ragazza e ragazzino, genitore e figlio. L’aver voglia di dire, di dirsi senza trovare le parole per farlo, per paura, a volte, per pudore, altre. Su questo il regista, trova la sua formula “magica tra i difetti, quelli puri, contigui e inseparabili – rileva Damiano Panattoni di Filmforlife.org  - offuscati dai fiumi di parole che non dicono mai ciò che dovrebbero, che contraddistinguono la tenerezza di ogni essere umano e la sua propensione alla condivisione, all’abbraccio, al momento”. Insomma, un film sulla vita di noi individui infilati in questa società piuttosto declinante o, quantomeno, annaspante. Incapace di sfuggire alla grandinata di superficialità, sia emotiva sia materiale, sotto cui ormai da oltre trent’anni (in particolare) è costretta a vivere. Io gli darei fiducia, credo di aver capito che lo meriterebbe. Non sono sicuro sia lo stesso per il grande pubblico. 

Stefano Marzetti

giovedì 13 marzo 2014

Il più bello in prima serata su Mtv alle 21,10 (trailer)

La locandina
ROMEO + GIULIETTA

Scheda del film
Un film di Baz Luhrmann. Con Leonardo DiCaprio, Claire Danes, John Leguizamo, Harold Perrineau, Jr., Pete Postlethwaite, Paul Sorvino, Brian Dennehy, Paul Rudd, Vondie Curtis-Hall, Miriam Margolyes, M. Emmet Walsh, Zak Orth, Jamie Kennedy, Dash Mihok, Harold Perrineau, Jesse Bradford, Diane Venora. William Shakespeare's Romeo + Juliet. Drammatico, Usa 1996. Durata 120'.

Trama del film
A Verona beach, in California, le due famiglie dei Montecchi e dei Capuleti sono divise da antica rivalità. Succede però che il giovane Romeo Montecchi e la giovane Giulietta Capuleti si innamorano e sono costretti a vivere clandestinamente la loro storia. Quando in una lite Mercuzio, amico di Romeo, viene ucciso e Romeo, per vendetta, uccide un Capuleti, lo sceriffo decreta l'allontanamento di Romeo da Verona a Mantova. Il parroco cerca di venire in aiuto dei due giovani ma, per un equivoco, quando raggiunge la ragazza, Romeo la crede morta e si uccide a sua volta. Giulietta si sveglia, vede Romeo morente e si dà a sua volta la morte. La maledizione prosegue tra le due famiglie rivali.

Breve commento
Contaminazioni impensabili per un’illustrazione di un testo di Shakespeare. Si va dai materiali violenti del cinema metropolitano sulla guerra per bande, ma anche questi trattati con inventiva, a motivi da ‘opera rock’ (suggestiva la musica), dalla parodia delle saghe sulle famiglie mafiose tipo Coppola & Co. alla godibilissima presa in giro dell'occhio indiscreto della televisione che penetra dovunque. Leonardo Di Caprio, uno dei più convincenti e modernissimi Romei visti finora al cinema. Più consueta, invece, Claire Danes come Giulietta che fa rimpiangere la Natalie Wood di West Side.

Il dramma degli amanti veronesi versione Luhrmann, ha, appunto, un altro precedente illustre e pluripremiato (dieci Oscar) in West Side Story, primo musical a tema sociale di Robert Wise e Jerome Robbins, su musiche di Leonard Bernstein. Prossimo al musical degli anni Sessanta nel disegnare lo skyline di una città americana e nel mettere in scena bande rivali, conflitti sociali e tensioni interetniche, Romeo + Giulietta non è un semplice adattamento della storia ma una traduzione fedele al testo The Tragedy of Romeo and Juliet.

redazione


(per il breve commento si ringraziano Comingsoon.it e Mymovies.it)

Con “3 Days to Kill” Costner tenta di ringiovanire (trailer)

La locandina
Scheda del film
Un film di McG. Con Amber Heard, Hailee Steinfeld, Kevin Costner, Connie Nielsen, Richard Sammel, Eriq Ebouaney, Tómas Lemarquis, Lamont Thompson, Marc Andréoni, Big John, Rupert Wynne-James, Dragana Atlija, Yvonne Gradelet, Philippe Reyno.  Azione, Usa 2014.

Trama del film
Prodotto dalla EuropaCorp e dalla Relativity Media, il film racconta la storia dell'agente segreto Ethan Runner che, dopo aver scoperto di essere sul punto di morire, decide di ritirarsi per stare vicino alla famiglia. Ma quando i servizi segreti gli offrono l'accesso a una medicina sperimentale che potrebbe salvargli la vita, in cambio di un'ultima missione cerca di destreggiarsi tra la sua famiglia, la sua missione e gli effetti allucinatori della medicina. Il film è  girato a Parigi e in Serbia.

Tema del film
Cosa c’è di nuovo sul fronte occidentale? C’è un tentativo di riportare alla ribalta un attore e un regista con gli attributi come Kevin Costner, sviato dalla strada maestra da un’overdose di film di basso e bassissimo cabotaggio. Nonostante questi (ad esempio il semi sconosciuto The Hatfields and the McCoys nel 2012, il terribile The New Daughter nel 2009, l'ignorato Swing Vote nel 2008, l'incerto Mr. Brooks nel 2007 e il leggerissimo Vizi di famiglia nel 2005, solo per fermarsi agli ultimo 14 anni circa), non si può certo dimenticare che il 59enne interprete e cineasta californiano è padre di uno dei più grandi lungometraggi della storia del cinema. Parlo, naturalmente, di Balla coi lupi (1990), dieci premi Oscar tra cui spiccano ‘miglior film’ e ‘miglior regia’ (la sua, appunto), oltre tre Golden Globe (e mi fermo ai premi più importanti).

Kevin Costner in una scena di Three Days to Kill
È un fatto, purtroppo, che più il tempo passa e più ciò che di buono o anche di eccellente hai fatto, rischia di essere dimenticato. Senza contare le nuove generazioni che, in certi casi, di Balla coi lupi forse hanno sentito appena parlare. Così il 45enne regista di Kalamazoo (Michigan, Usa) McG, pseudonimo artistico di Joseph McGinty Nichol (Terminator Salvation nel 2009), ha scelto Costner per il suo 3 Days to Kill (approdo al cinema previsto entro il 2014) che potrebbe servirgli a dare il via a una nuova primavera professionale. Una pellicola che vede il classico personaggio eroico capace di qualsiasi cosa, genere “scappatoia per molti attori dalle primavere crescenti – come scrive Mattia Pasquini su Film.it - in cerca di conferma o di tardive esplorazioni”.

Kostner con la coprotagonista Amber Heard
Proprio a causa della produzione di diversi tentativi di lifting cinematografico, la vicenda narrata in 3 Days to Kill (prodotto, tra altri, da Luc Besson) sembra sia tutt’altro che rivoluzionaria. In questo caso incapace di regalare allo spettatore un elemento esclusivo che lo sorprenda e ne garantisca il totale divertimento. “ … nello svolgersi del film – rileva ancora il collega Pasquini - si alternano momenti ridicoli alla Wasabi (vi ricordo che si tratta del film con Jean Reno - altro ottimo attore in cerca di rilancio - del 2011) con situazioni tese alla Taken (la miniserie prodotta da Leslie Bohem e Steven Spielberg, vi ricordo ancora io); ma forse l'elemento migliore d’imprevedibilità del film – aggiunge il critico di Film.it - sta proprio in questo non sapere cosa aspettarsi dall'eroe”. Per quanto ne ho letto, insomma, sono seriamente tentato di ignorarlo, quantomeno sul grande schermo.

Stefano Marzetti

Film consigliati per questo week end (14-15-16/2014)


Los Angeles, in un futuro non troppo lontano. Theodore, un uomo solitario dal cuore spezzato che si guadagna da vivere scrivendo lettere 'personali' per gli altri, acquista un sistema informatico di nuova generazione progettato per soddisfare tutte le esigenze dell’utente. Il nome della voce del sistema operativo è Samantha, che si dimostra sensibile, profonda e divertente. Il rapporto di Theodore e Samantha crescerà e l’amicizia si trasformerà in amore.

La scheda
Un film di Spike Jonze. Con Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde,Caroline Jaden Stussi, Laura Meadows, Portia Doubleday, Sam Jaeger, Rachel Ann Mullins, Katherine Boecher, Alia Janine, Jeremy Rabb, Lynn Adrianna, Luka Jones, Eric Pumphrey. Titolo originale Her. Commedia, Usa 2013. Durata 126'.

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Dal più tramandato racconto proveniente dall'antico Giappone, è nato l'epico 3D fantasy-d'avventura 47 Ronin.  Keanu Reeves è il protagonista nella parte di Kai, un emarginato sociale che si unisce a Oishi (Hiroyuki Sanada), il leader dei 47 Ronin. I guerrieri riuniti in gruppo cercano la vendetta sul tiranno Signore che ha ucciso il loro Maestro e poi bandito i guerrieri suoi seguaci. Per restituire l'onore al loro feudo, i guerrieri si troveranno ad affrontare delle difficili prove per distruggere i guerrieri ordinari.

La scheda
Un film di Carl Rinsch. Con Keanu Reeves, Hiroyuki Sanada, Tadanobu Asano, Rinko Kikuchi, Kô Shibasaki, Rick Genest, Cary-Hiroyuki Tagawa, Haruka Abe, Yorick van Wageningen, Togo Igawa, Yuriri Naka, Jin Akanishi, Shihoko Nagai, Akira Koieyama, Tomoko Komura, Chillie Mo, Aaron Ly, Brian Hirono, Derek Siow. Azione, Usa 2013. Durata 118’. Universal Pictures. Uscita giovedì 13 marzo 2014.

***


Polonia, 1962. Anna è una giovane orfana cresciuta tra le mura del convento dove sta per farsi suora: poco prima di prendere i voti apprende di avere una parente ancora in vita, Wanda, la sorella di sua madre. L’incontro tra le due donne segna l’inizio di un viaggio alla scoperta l’una dell’altra, ma anche dei segreti del loro passato. Anna scopre, infatti, di essere ebrea: il suo vero nome è Ida e la rivelazione sulle sue origini la spinge a cercare le proprie radici e ad affrontare la verità sulla sua famiglia, insieme alla zia. All’apparenza diversissime, Ida e Wanda impareranno a conoscersi e forse a comprendersi: alla fine del viaggio, Ida si troverà a scegliere tra la religione che l’ha salvata durante l'occupazione nazista e la sua ritrovata identità nel mondo al di fuori del convento.

La scheda
Un film di Pawel Pawlikowski. Con Agata Kulesza, Agata Trzebuchowska, Joanna Kulig, Dawid Ogrodnik, Adam Szyszkowski. Drammatico, Pol/Dan 2013. Durata 80'. Partheno. Uscita giovedì 13 marzo 2014

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Mr. Peabody e Sherman (2014)

Mr. Peabody, il cane più intelligente del mondo, e il suo figlio adottivo, un monello di nome Sherman, utilizzano la macchina del tempo, il Tornindietro, per lanciarsi nelle avventure più spericolate mai compiute da uomo o cane! Quando Sherman mette in moto il Tornindietro per far colpo sulla sua compagna di scuola Penny, accidentalmente provoca un buco nell'universo, scatenando il caos fra gli eventi della storia del mondo. Ma prima di poter modificare per sempre il passato, il presente e il futuro, Mr. Peabody accorrerà in loro aiuto, cimentandosi nella prova più difficile che si possa affrontare: fare il genitore. Questo trio a spasso nel tempo lascerà un segno nella storia.

La scheda
Un film di Rob Minkoff. Con Ty Burrell, Max Charles, Ariel Winter, Stephen Colbert, Leslie Mann, Patrick Warburton, Allison Janney, Stanley Tucci, Lake Bell, Mel Brooks, Dennis Haysbert, Karan Brar, Stephen Tobolowsky, Joshua Rush, Zach Callison, Adam Alexi-Malle, Melvin Breedlove. Titolo originale Mr. Peabody & Sherman. Animazione, Usa 2014. Durata 92'. 20th Century Fox. Uscita giovedì 13 marzo 2014.

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All'alba dei 40 anni, Romain Faubert non è ancora sposato e non ha figli. Fotografo per un dizionario medico online, Romain è vittima di un'ipocondria che segna la sua vita ormai da troppo tempo, facendo di lui un nevrotico in preda alle paure. Il suo unico, vero amico è il dottor Dimitri Zvenka, suo medico curante, la cui unica colpa è stata prendere a cuore il caso di Romain, salvo poi pentirsene amaramente. Il malato immaginario, infatti, è un soggetto difficile da gestire e Dimitri farebbe qualsiasi cosa per sbarazzarsene definitivamente. Zvenka pensa, però, di aver trovato il rimedio che lo libererà definitivamente, ma senza traumi, da Romain Faubert: lo aiuterà a trovare la donna della sua vita.

La scheda
Un film di Dany Boon. Con Dany Boon, Kad Mérad, Alice Pol, Jean-Yves Berteloot, Judith El Zein, Marthe Villalonga, Valérie Bonneton, Bruno Lochet. Titolo originale Supercondriaque. Commedia, Fra 2014. Durata 109'. Eagle Pictures. Uscita giovedì 13 marzo 2014.

redazione


(per le locandine e le schede si ringrazia Mymovies.it)

mercoledì 12 marzo 2014

Star Wars: Episodio VII, il ‘cattivo’ c’è, ora manca il ‘buono’

Una delle possibili locandine del prossimo Star Wars
Per Star Wars: Episodio VII, il ‘cattivo’ è già stato scelto un mesetto fa e si tratta dell’attore Adam Driver, un ‘ufo’ per tanti ma personaggio noto a chi conosce la serie Girls della HBOtrasmessa in Italia su Mtv, dove l’attore interpreta Adam Sackler, il ragazzo di Hannah Horvath, una delle protagoniste. Non solo tv per questo 30enne ex marine, comunque: ha avuto modo di farsi notare anche in film di spessore come J. Edgar (2011), Frances Ha (2012) e A proposito di Davis (2013). Per lui, inoltre, c’è già un posto prenotato nella squadra di attori del prossimo film di Martin Scorsese, Silence (uscita prevista nel 2015), al fianco di due mostri sacri come Ken Watanabe (Lettere da Iwo Jima, 2006) e Liam Neeson (Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma, 1999). Il 24 aprile sarà di nuovo sul grande  schermo ‘italiano’ fra i protagonisti di Tracks di John Curran (non male Il velo dipinto nel 2006) e con la 24enne dal curriculum pregiato qual è l’australiana Mia Wasikowska (fra i tanti, Jane Eyre del 2011). Tracks l’anno scorso ha aperto il concorso della 70esima edizione della Mostra del cinema di Venezia.

Carrie Fisher - Leia
Harrison Ford - Han Solo
Detto del villain (il cattivo, appunto), la notizia del giorno è che lo scouting per trovare il ‘buono’ della nuova saga, che sarà diretta dal newyorkese JJ Abrams - suoi gli Star Trek del 2009 e del 2011, tanto per non allontanarsi troppo dalle stelle - è in stato piuttosto avanzato, al punto che si può già scommettere su una cinquina di nomi: Ed Speleers (Aragon, 2006), John Boyena (Attack the Block - Invasione aliena nel 2011), Jesse Plemons (The Master nel 2012), Matthew James (a luglio sarà nel cast de Il pianeta delle scimmie – Revolution) e lo sconosciuto (a me perlomeno) Ray Fisher. Certo, i curricula sono quasi in bianco, ma vista l’età richiesta, non ci si poteva aspettare granché. Anche se, va detto, il buon Driver ha delle referenze certamente migliori. Già una prima vittoria.

Mark Hamill - Luke Skywalker
Come riporta Chiara Guida su Cinefilos.it la sceneggiatura originale di Michael Arndt prevedeva che i protagonisti fossero i figli di Han Solo (Harrison Ford) e Leia (Carrie Fisher), degli apprendisti Jedi, ma i ritocchi dello stesso Abrams e di Lawrence Kasdan hanno spostato questi protagonisti a margine della storia. L’idea che sta dietro questa ‘retrocessione’ pare sia far interpretare il protagonista a un attore di etnia diversa, spostandosi un po’ dal caucasico Mark Hamill. Ecco spiegati infatti i test precedenti che Abrams ha fatto con David Oyewolo e Michael B. Jordan. Insomma, pare proprio che il nuovo regista voglia dei volti inediti da circondare con personaggi storici della trilogia originale, come lo stesso Mark Hamill (il mitico Luke Skywalker).

Scheda parziale del film
Un film di J.J. Abrams. Con Harrison Ford, Mark Hamill, Carrie Fisher, Billy Dee Williams, Anthony Daniels, Jonathan Rhys-Meyers. Fantastico, Usa 2015.


st.mar.

Quelli che forse non avete ancora visto (con trailer)

La locandina
Terraferma

Mia valutazione: **** = 7,5


Scheda del film
Un film di Emanuele Crialese. Con Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio, Beppe Fiorello, Timnit T., Martina Codecasa, Filippo Scarafia, Pierpaolo Spollon, Tiziana Lodato, Rubel Tsegay Abraha, Claudio Santamaria, Francesco Casisa. Drammatico Ita/Fra 2011. Durata 88'.

Trama del film
Storia di un'isola siciliana, di pescatori, quasi intatta. Appena lambita dal turismo, che pure comincia a modificare comportamenti e mentalità degli isolani. E al tempo stesso investita dagli arrivi dei clandestini e dalla regola nuova del respingimento: la negazione stessa della cultura del mare, che obbliga al soccorso. Una famiglia di pescatori al cui centro un vecchio di grande autorità, una giovane donna che non vuole rinunciare a vivere una vita migliore e un ragazzo che, nella confusione, cerca la sua strada morale. Tutti di fronte a una decisione da prendere, che segnerà la loro vita.

Cosa ne penso
Con un remo colpisce le mani aggrappate al peschereccio. Sono mani degli afflitti, uomini neri come il mare senza luna, cui solo una lampara fa un po’ di luce. In modo tragico e delicato al tempo stesso, Terraferma (premio speciale della giuria al Festival di Venezia 2011) di Emanuele Crialese (Respiro nel 2002), mostra lo scontro fra l’epico codice del mare - secondo cui un uomo in balìa delle acque deve sempre essere soccorso - e una nuova legge che punisce chi sottrae uomini, donne e bambini che fuggono dalla fame dell’Africa, a una morte quasi certa.

Filippo Pucillo in una scena del film
Di questo incubo è spettatore Filippo (il giovane attore di Lampedusa, Filippo Puccillo, al suo terzo film con Crialese dopo Respiro e Nuovomondo nel 2006), smarrito su un’isola che cambia, che forse lo scaccerà dall’assenza di un futuro, soprattutto dopo il sequestro del peschereccio del nonno (un malinconico, quasi arreso Mimmo Cuticchio, nel 1990 anche una piccola parte ne Il padrino – Parte III di Francis Ford Coppola). Sequestro disposto da un inflessibile ufficiale della guardia costiera (il romano Claudio Santamaria, Romanzo criminale di Michele Placido nel 2005) per aver salvato i profughi di una delle tante carrette del mare che attraversano quel tratto del Mediterraneo.

Donatella Finocchiaro
La sceneggiatura dello stesso regista (scritta a sei mani con il collega Vittorio Moroni e Paolo Bonfini, di quest'ultimo gli script di Gomorra e de L’imbalsamatore di Matteo Garrone) miscela in modo efficace l’ambientazione accecata dal sole e il pathos della vicenda. Quel sole che attira turisti per i quali gli abitanti dell’isola non vogliono che la piaga degli sbarchi divenga un buon motivo per fuggire e non tornare più. Rappresentativo di questo sforzo di far diventare le villeggiature una nuova fonte di guadagno, è l’ottimista Nino (un convincente Beppe Fiorello, eccellente interprete nel 2009 in Il sorteggio di Giacomo Campiotti).

Crialese (a destra) premiato a Venezia
Terraferma è un film fatto anche di sguardi, quelli intensi, apprensivi di una bravissima Donatella Finocchiaro (Galantuomini nel 2008), madre giovanissima di Filippo, quasi una sorella e quindi più sensibile a carpire lo struggimento di un figlio che, nel momento di passaggio da ragazzo a uomo, deve fare i conti con una sciagura molto più grande delle sue sofferenze, più grande delle sofferenze della maggior parte di noi.


Stefano Marzetti