martedì 11 marzo 2014

“Lei (Her)”, l’amore tra un uomo e una donna/computer (con trailer)

Premi
 - Oscar 2014: per la miglior sceneggiatura originale
 - Golden Globe: per la miglior sceneggiatura
 - Festival Internazionale del Film di Roma 2013
     miglior attrice a Scarlett Johansson

La locandina
Scheda del film
Un film di Spike Jonze. Con Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde,Caroline Jaden Stussi, Laura Meadows, Portia Doubleday, Sam Jaeger, Rachel Ann Mullins, Katherine Boecher, Alia Janine, Jeremy Rabb, Lynn Adrianna, Luka Jones, Eric Pumphrey. Titolo originale Her. Commedia, Usa 2013. Durata 126'.

Trama del film
Los Angeles, in un futuro non troppo lontano. Theodore, un uomo solitario dal cuore spezzato che si guadagna da vivere scrivendo lettere 'personali' per gli altri, acquista un sistema informatico di nuova generazione progettato per soddisfare tutte le esigenze dell’utente. Il nome della voce del sistema operativo è Samantha, che si dimostra sensibile, profonda e divertente. Il rapporto di Theodore e Samantha crescerà e l’amicizia si trasformerà in amore.

Tema del film
Il rapporto tra l’uomo e una macchina sta alla base di questo film che consegue grande successo (vedere anche i riconoscimenti che gli sono stati attribuiti). Un rapporto che oggi, in assoluto, va trasformandosi sempre più in una relazione intima e irrinunciabile. Quanti di noi potrebbero farne a meno? Un computer che è donna o, comunque, programmato per possedere un’indole femminile, come spiegano alcuni fra coloro che l’hanno già visto.  Her (o Lei), film del 44enne regista Spike Jonze (nel 2002 l’ottimo Il ladro di orchidee, con Nicolas Cage e Meryl Streep [Golden Globe come miglior attrice non protagonista]) fa qualcosa di più, così ispirato nell’inquisire la sostanza più nascosta dell’individuo. E per questo ha il merito di essere emozionante e introspettivo, senza pesantezza. Anzi, pare che la vicenda filmica sia avvalorata – visto anche che è stata catalogata nel genere ‘commedia’ – da colloqui a tratti esilaranti e allo stesso tempo penosi.

Il bravissimo Joaquin Phoenix in una scena del film
Il bisogno di colmare una lacerante mancanza esistenziale che diviene solitudine, è un altro degli elementi vincenti di questa pellicola (che quindi non è solo commedia) che, lungi dallo stancare chi ha pagato il biglietto, riesce a tenere sempre alto il livello di coinvolgimento emotivo. Questo è un successo, il cui merito va, com’è ovvio, anche alle prove attoriali e in particolare a quella di Joaquin Phoenix giudicato in stato di grazia (nel 2005 Quando l’amore brucia l’anima [pessima traduzione di Walk the Line], interprete che magari proprio per il citato film avrebbe meritato l’Oscar), nei panni di Theodore, scrittore, che grazie al suddetto rapporto riesce a raggiungere una maturazione fino ad allora rimasta incastrata. Al contempo anche la stessa macchina beneficia di una crescita spirituale, seppure derivante da una relazione amorosa a dir poco assurda. Grazie a tutto ciò Her è “un’opera geniale, intensa e talmente articolata – scrive Federica Di Bartolo su Filmup.it - che è ben difficile da incasellare e proprio per questo è un capolavoro”.

Aggiungi didascalia
Il merito del cineasta è di miscelare con maestria le passioni del sofferente protagonista - sullo sfondo della solita, gigantesca e quindi spersonalizzante Lois Angeles (e qui potrebbe starci anche una critica all’ormai patologica dipendenza delle persone a tutto ciò che è elettronica, dai telefonini ai giochi virtuali) – che senza remore s’immerge in un ipotetico spazio che gli è offerto dalla simbiosi con la sua nuova amante elettronica. In questo compito tutt’altro che semplice pare sia inevitabile ammirare che ogni “minimo dettaglio, anche il più apparentemente insignificante, è il tassello di un incredibile puzzle”, rileva Valentina D'Amico su Moviplayer.it.

Il regista Spike Jonze
Da fare notare anche la straordinaria capacità di Scarlett Johansson (per questa prova premio come miglior attrice proprio all'ultimo Festival Internazionale del Film di Roma), il computer Samantha, la quale riesce a sembrare fisicamente presente all’interno del film, pur utilizzando esclusivamente la propria voce. Il suo personaggio è una compagna senza difetti, oltre che innamorata anche semplicemente complice nella predisposizione ad ascoltare. In tutto ciò l’assenza del sesso non è per nulla un buco della narrazione filmica. Non si può rinunciare, per quanto ho capito, alla visione di quest’opera.

Stefano Marzetti

Nessun commento:

Posta un commento

Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.