“Lei (Her)”, l’amore tra un uomo e una donna/computer (con trailer)
Premi - Oscar
2014: per la miglior sceneggiatura originale - Golden
Globe: per la miglior sceneggiatura - Festival
Internazionale del Film di Roma 2013:
miglior attrice a Scarlett Johansson
La locandina
Schedadel
film
Un film di Spike Jonze. Con Joaquin Phoenix,
Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde,Caroline Jaden Stussi,
Laura Meadows, Portia Doubleday, Sam Jaeger, Rachel Ann Mullins, Katherine
Boecher, Alia Janine, Jeremy Rabb, Lynn Adrianna, Luka Jones, Eric Pumphrey. Titolo
originale Her. Commedia, Usa 2013.
Durata 126'.
Trama del film
Los Angeles,
in un futuro non troppo lontano. Theodore, un uomo solitario dal cuore spezzato
che si guadagna da vivere scrivendo lettere 'personali' per gli altri, acquista
un sistema informatico di nuova generazione progettato per soddisfare tutte le
esigenze dell’utente. Il nome della voce del sistema operativo è Samantha, che
si dimostra sensibile, profonda e divertente. Il rapporto di Theodore e
Samantha crescerà e l’amicizia si trasformerà in amore.
Tema del film
Il rapporto tra l’uomo e una macchina sta
alla base di questo film che consegue grande successo (vedere anche i
riconoscimenti che gli sono stati attribuiti). Un rapporto che oggi, in assoluto, va trasformandosi sempre più in una relazione intima e irrinunciabile. Quanti di noi potrebbero farne a meno? Un computer che è donna o,
comunque, programmato per possedere un’indole femminile, come spiegano alcuni
fra coloro che l’hanno già visto. Her (o Lei), film del 44enne regista Spike
Jonze (nel 2002 l’ottimo
Il ladro di orchidee, con Nicolas
Cage e Meryl
Streep [Golden
Globe come miglior attrice non protagonista]) fa qualcosa di più, così ispirato
nell’inquisire la sostanza più nascosta dell’individuo. E per questo ha il merito di essere
emozionante e introspettivo, senza pesantezza. Anzi, pare che la vicenda
filmica sia avvalorata – visto anche che è stata catalogata nel genere ‘commedia’
– da colloqui a tratti esilaranti e allo stesso tempo penosi.
Il bravissimo Joaquin Phoenix in una scena del film
Il bisogno di colmare una lacerante mancanza
esistenziale che diviene solitudine, è un altro degli elementi vincenti di
questa pellicola (che quindi non è solo commedia) che, lungi dallo stancare chi
ha pagato il biglietto, riesce a tenere sempre alto il livello di
coinvolgimento emotivo. Questo è un successo, il cui merito va, com’è ovvio, anche alle prove attoriali e in particolare a quella di Joaquin
Phoenix giudicato in
stato di grazia (nel 2005 Quando l’amore
brucia l’anima [pessima traduzione di Walk
the Line], interprete che magari proprio per il citato film avrebbe meritato l’Oscar),
nei panni di Theodore, scrittore, che grazie al suddetto rapporto riesce a
raggiungere una maturazione fino ad allora rimasta incastrata. Al contempo anche
la stessa macchina beneficia di una crescita spirituale, seppure derivante da
una relazione amorosa a dir poco assurda. Grazie a tutto ciò Her è “un’opera
geniale, intensa e talmente articolata – scrive Federica Di Bartolo su Filmup.it - che è ben difficile da incasellare e proprio per questo è un capolavoro”.
Aggiungi didascalia
Il merito del cineasta è di miscelare con
maestria le passioni del sofferente protagonista - sullo sfondo della solita,
gigantesca e quindi spersonalizzante Lois Angeles (e qui potrebbe starci anche
una critica all’ormai patologica dipendenza delle persone a tutto ciò che è
elettronica, dai telefonini ai giochi virtuali) – che senza remore s’immerge in
un ipotetico spazio che gli è offerto dalla simbiosi con la sua nuova amante
elettronica. In questo compito tutt’altro che semplice pare sia inevitabile
ammirare che ogni “minimo dettaglio, anche il più apparentemente
insignificante, è il tassello di un incredibile puzzle”, rileva Valentina D'Amico su Moviplayer.it.
Il regista Spike Jonze
Da fare notare anche la straordinaria
capacità di Scarlett
Johansson(per questa prova premio come miglior attrice
proprio all'ultimo Festival Internazionale del Film di Roma), il computer Samantha,
la quale riesce a sembrare fisicamente presente all’interno del film, pur
utilizzando esclusivamente la propria voce. Il suo personaggio è una compagna senza
difetti, oltre che innamorata anche semplicemente complice nella predisposizione ad ascoltare. In tutto ciò l’assenza del sesso non è per nulla
un buco della narrazione filmica. Non si può rinunciare, per quanto ho capito,
alla visione di quest’opera.
Stefano Marzetti
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