venerdì 14 marzo 2014

Dopo il successo di “Scialla” Bruni ci riprova con “Noi 4” (con trailer)

La locandina
Scheda del film
Un film di Francesco Bruni. Con Ksenia Rappoport, Fabrizio Gifuni, Lucrezia Guidone, Francesco Bracci, Raffaella Lebboroni, Milena Vukotic, Gianluca Gobbi, Giulia Li Zhu Ye Commedia, Ita 2014. Durata 90'. 01 Distribution. Uscita giovedì 20 marzo 2014.

Trama del film
Il 13 giugno 2013 è una giornata qualsiasi ma è anche una giornata diversa da tutte le altre. Oggi Giacomo, il figlio più piccolo di Ettore e Lara, ha gli orali degli esami di terza media. Se fosse un'altra famiglia, questa sarebbe l'occasione per stare tutti insieme a incoraggiare e sostenere il ragazzino. Non è però il caso dei nostri quattro, perché il padre e la madre di Giacomo, sua sorella Emma, ventenne, insieme non riescono a stare. E come se non bastasse in questo giorno, oltre alle tensioni familiari, ognuno di loro dovrà affrontare una sua piccola, grande sfida personale. Il tutto nella cornice di una Roma abbacinante e soffocante, sotto il sole di una giornata di inizio estate.

Tema del film
Non fallisce la prova il 52enne sceneggiatore e regista romano Francesco Bruni, dopo il sorprendente successo di Scialla (2011), ottenuto in gran parte, a mio avviso, grazie a quel grande attore che è Fabrizio Bentivoglio (dove c’è lui, difficilmente la barca affonda). Come dicevamo, comunque, anche se in assenza dell’interprete di ‘peso’ (senza voler sminuire il cast di questa volta), questo Noi 4 sembrerebbe – a leggere chi il film l’ha già visto – aver centrato il bersaglio. Cosa che all’interno di un panorama cinematografico italiano piuttosto nebbioso (mio parere personalissimo), non va sottovalutata. Bruni conferma di essere un esperto nel descrivere le relazioni difficili, intese non necessariamente come rapporti amorosi. Ciò che interessa questo navigatissimo sceneggiatore (vera fonte d’ispirazione per Paolo Virzì se si pensa che per lui ha messo sulla carta gli script di ben sette film, tra cui gli ottimi Ovosodo, Caterina va in città e Tutta la vita davanti) è mostrare il concatenamento emotivo tra esseri umani, meglio ancora se fra loro imparentati.

Fabrizio Gifuni in una scena di Noi 4
E su questo ha deciso di improntare anche la sua seconda regia, dimostrando di non aver intenzione di campare di rendita. “La solida esperienza narrativa del Bruni sceneggiatore – scrive Paolo Casella su Mymovies.it  - costruisce una vicenda ricca di echi e di rimandi che fa leva sulle contraddizioni interne ai suoi personaggi più che sugli accadimenti esterni, e racconta una famiglia ristretta invece che allargata”, quella – aggiungo io - che al cinema tanto è andata (e forse va ancora) di moda negli ultimi quindici anni. Restare in un ambito più circoscritto, forse richiede maggior pignoleria, perché è su un numero inferiore di elementi che l’attenzione dello spettatore è chiamata a focalizzarsi. Quindi, se la vicenda non regge, se il meccanismo s’inceppa, è più facile essere sgamati e ‘abbandonati’.

Il regista Francesco Bruni
La famiglia in crisi di Bruni sembra che (si dice), per certi versi, strizzi l’occhio a quella colpita da una clamorosa tragedia messa su pellicola da Nanni Moretti con La stanza del figlio (bello e toccante film del 2001). Ma l’autore di Noi 4 non casca nel frequente tranello dello scimmiottamento, acuto a tener conto di quanto esso possa rivelarsi una mannaia (e giustamente) per troncare il futuro di un artista. Anche se alcune caratteristiche comuni sono inevitabili (ma così è anche nella realtà, in fondo la maggioranza dei nuclei familiari si somiglia). Perciò il film pare sia un continuo alternarsi di situazioni sgradevoli e momenti in cui fa capolino una speranza di serenità.

Ksenia Rappoport in una scena del film
Sempre secondo Casella, nella “complessità narrativa Bruni dimostra coraggio e il lodevole rifiuto di sedersi sugli allori del successo precedente, ma rivela anche il dislivello fra ciò che conosce benissimo, ovvero la psicologia maschile (ad ogni età), e ciò che conosce meno bene, cioè l'universo femminile, che in Noi 4 appare delineato dall'esterno”. Una falla, dico io, un’ingenuità cui, forse, il cineasta capitolino avrebbe potuto ovviare affiancando a sé una sceneggiatrice, per esempio, invece di stabilire di poter fare tutto da solo. Ma ora vorrei evitare di cadere nel cattedratico.

Un aspetto fondamentale per il possibile successo di quest’opera, pare sia la sua efficacia nel portare sul grande schermo la gravosità dell’incomprensione che nasce fra uomo e donna, ragazza e ragazzino, genitore e figlio. L’aver voglia di dire, di dirsi senza trovare le parole per farlo, per paura, a volte, per pudore, altre. Su questo il regista, trova la sua formula “magica tra i difetti, quelli puri, contigui e inseparabili – rileva Damiano Panattoni di Filmforlife.org  - offuscati dai fiumi di parole che non dicono mai ciò che dovrebbero, che contraddistinguono la tenerezza di ogni essere umano e la sua propensione alla condivisione, all’abbraccio, al momento”. Insomma, un film sulla vita di noi individui infilati in questa società piuttosto declinante o, quantomeno, annaspante. Incapace di sfuggire alla grandinata di superficialità, sia emotiva sia materiale, sotto cui ormai da oltre trent’anni (in particolare) è costretta a vivere. Io gli darei fiducia, credo di aver capito che lo meriterebbe. Non sono sicuro sia lo stesso per il grande pubblico. 

Stefano Marzetti

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