venerdì 14 marzo 2014

Il più bello di stasera è su Rai 2 alle 23,39 (trailer)

La locandina
PRISON ESCAPE

Scheda del film
Un film di Rupert Wyatt. Con Brian Cox, Joseph Fiennes, Liam Cunningham, Seu Jorge, Dominic Cooper, Steven MacKintosh, Damian Lewis, Vinnie McCabe, Ned Dennehy, Jack Walsh, Frank O'Sullivan, Sheamus O'Shaunessy, Domhnall O'Donoghue, George Seremba, Eleanor McLynn. Titolo originale The Escapist. Thriller, Gb/irl 2008. Durata 102'.

Trama del film
Frank Perry (Brian Cox) è un ergastolano. E del fatto che rimarrà in carcere per il resto dei suoi giorni se n’è ormai fatto una ragione: ha commesso un crimine, quindi sconterà la pena. Il tempo passa inalterato, finché un giorno riceve una lettera che lo informa delle condizioni critiche dell’amatissima figlia, vittima di un’overdose. Frank la deve incontrare e l’unico modo è tentare la fuga. Che, tuttavia, non può fare da solo. Raccoglie attorno a sé un variegato gruppo di compagni con cui escogitare il piano: Lenny Drake (Joseph Fiennes), Brodie (Liam Cunningham) e Viv Baptista (Seu Jorge). A un passo dalla riuscita del piano, però, l’attenzione di Frank è distratta dall’arrivo del giovane James Lacey (Dominic Cooper), che gli ricorda un passato ormai lontano. Come nuovo arrivato, Lacey attrae anche l’attenzione di Tony (Steven Macintosh), il fratello tossicodipendente di Rizza (Damian Lewis), il sovrano incontrastato di quel braccio di prigione. I conflitti di personalità mettono a rischio il piano di fuga e Frank si trova costretto a trovare l’energia e il coraggio dell’uomo che era una volta.

Breve commento
Il film è stato presentato fuori concorso al Torino Film Festival 2008, fatto abbastanza inedito per un action-movie. Nella vicenda narrata dallo script i conflitti tra galeotti sono il pretesto utilizzato dal regista per denunciare un microcosmo dominato da corruzione, vizio, violenza e aberrazione. In un simile contesto, in cui il protagonista è uno straordinario Brian Cox, solo l'immaginazione può tenere in vita. Questo dramma esistenziale, amplificato e impreziosito dalla svolta intimista del finale, si consuma all'interno di un genere, quello del thriller carcerario, che ha illustri precedenti (Fuga da Alcatraz, Fuga di mezzanotte) e che recenti ottime prove cinematografiche (Cella 211, Il Profeta) hanno rinvigorito. In Prison Escape, il merito va attribuito a un cast di attori convincenti e ben assortiti, che danno rilievo a personaggi ben caratterizzati, per quanto in secondo piano rispetto al protagonista.

Il film di Rupert Wyatt è un thriller psicologico che ha sfruttato lo spunto narrativo e l'onda del successo dell'avvincente serie tv di FOX Prison Break per portare una ventata di novità in un genere affascinante che nessuno prima d'ora era riuscito a svecchiare. Una pellicola squisitamente di genere, coproduzione anglo-irlandese concepita per le nuove generazioni di appassionati che accontenta però anche gli amanti dei grandi classici. Il look è moderno, dai colori insolitamente caldi, il luogo ricreato dagli scenografi è opprimente, quasi un'oasi dell’orrore in cui il tempo non scorre e mette in risalto l'assenza di punti di riferimento, di movimento, la totale mancanza di spazi vitali.

redazione

(per il breve commento si ringraziano Mymovies.it e Movieplayer.it)


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