Scheda del film
Un film di Rupert Wyatt. Con Brian Cox,
Joseph Fiennes, Liam Cunningham, Seu Jorge, Dominic Cooper, Steven MacKintosh,
Damian Lewis, Vinnie McCabe, Ned Dennehy, Jack Walsh, Frank O'Sullivan, Sheamus
O'Shaunessy, Domhnall O'Donoghue, George Seremba, Eleanor McLynn. Titolo
originale The Escapist. Thriller, Gb/irl 2008. Durata 102'.
Trama del film
Frank Perry
(Brian Cox) è un ergastolano. E del fatto che rimarrà in carcere per il resto
dei suoi giorni se n’è ormai fatto una ragione: ha commesso un crimine, quindi
sconterà la pena. Il tempo passa inalterato, finché un giorno riceve una
lettera che lo informa delle condizioni critiche dell’amatissima figlia,
vittima di un’overdose. Frank la deve incontrare e l’unico modo è tentare la
fuga. Che, tuttavia, non può fare da solo. Raccoglie attorno a sé un variegato
gruppo di compagni con cui escogitare il piano: Lenny Drake (Joseph Fiennes),
Brodie (Liam Cunningham) e Viv Baptista (Seu Jorge). A un passo dalla riuscita
del piano, però, l’attenzione di Frank è distratta dall’arrivo del giovane
James Lacey (Dominic Cooper), che gli ricorda un passato ormai lontano. Come
nuovo arrivato, Lacey attrae anche l’attenzione di Tony (Steven Macintosh), il
fratello tossicodipendente di Rizza (Damian Lewis), il sovrano incontrastato di
quel braccio di prigione. I conflitti di personalità mettono a rischio il piano
di fuga e Frank si trova costretto a trovare l’energia e il coraggio dell’uomo
che era una volta.
Breve commento
Il film è stato presentato fuori concorso al
Torino Film Festival 2008, fatto abbastanza inedito per un action-movie. Nella
vicenda narrata dallo script i conflitti tra galeotti sono il pretesto utilizzato
dal regista per denunciare un microcosmo dominato da corruzione, vizio,
violenza e aberrazione. In un simile contesto, in cui il protagonista è uno
straordinario Brian Cox, solo l'immaginazione può tenere in vita. Questo
dramma esistenziale, amplificato e impreziosito dalla svolta intimista del
finale, si consuma all'interno di un genere, quello del thriller carcerario,
che ha illustri precedenti (Fuga da Alcatraz, Fuga di mezzanotte) e che recenti
ottime prove cinematografiche (Cella 211, Il Profeta) hanno rinvigorito. In Prison Escape, il merito va
attribuito a un cast di attori convincenti e ben assortiti, che danno rilievo a
personaggi ben caratterizzati, per quanto in secondo piano rispetto al
protagonista.
Il film di
Rupert
Wyatt è un thriller psicologico che ha sfruttato lo
spunto narrativo e l'onda del successo dell'avvincente serie tv di FOX Prison Break per portare una ventata
di novità in un genere affascinante che nessuno prima d'ora era riuscito a
svecchiare. Una pellicola squisitamente di genere, coproduzione anglo-irlandese
concepita per le nuove generazioni di appassionati che accontenta però anche
gli amanti dei grandi classici. Il look
è moderno, dai colori insolitamente caldi, il luogo ricreato dagli scenografi
è opprimente, quasi un'oasi dell’orrore in cui il tempo non scorre e mette in
risalto l'assenza di punti di riferimento, di movimento, la totale mancanza di
spazi vitali.
redazione
(per il breve commento si ringraziano
Mymovies.it e Movieplayer.it)
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