lunedì 10 marzo 2014

Questa volta siamo vittime de “Il ricatto” (con trailer)

La locandina
Scheda del film
Un film di Eugenio Mira. Con John Cusack, Elijah Wood, Allen Leech, Kerry Bishé, Tamsin Egerton, Dee Wallace, Alex Winter, Don McManus, Don Kress, Mino Mackic, Christopher Kahler, Benjamin, Nathan-Serio, Jim Arnold, Rachel Arieff, Julius Cotter, Joe Lewis, Jose Mellinas, Joshua Zamrycki, Beth Trollan, Brian Lehane, Chris Bobrowski, Andrew Moczarnik, Jeff Sealy, Eric Golden Titolo originale Grand Piano. Thriller, Spa 2013.  M2 Pictures. Uscita giovedì 20 marzo 2014.

Trama del film
Tom Selznick è un giovane e talentuoso pianista ritiratosi dalle scene da anni a causa di un attacco di fobia da palcoscenico. Nel momento in cui si appresta a dare il via al concerto che segnerà il suo attesissimo ritorno sulla scena, Tom trova scritto sul suo spartito il messaggio “Sbaglia una nota e morirai”. Seduto al pianoforte, il giovane pianista è così costretto a suonare un brano difficilissimo e, allo stesso tempo, a cercare di smascherare il cecchino che gli parla attraverso l'auricolare.

Tema del film
Ho da poco scritto (a proposito di Mientras Duermeche da un bel po’ di tempo il cinema spagnolo non manca il bersaglio. Come sempre, quando si spara così, con eccesso di sentenziosità, si finisce per essere smentiti quasi all’istante. È, a quanto pare, ciò che mi accadrà con questo Il ricatto, che fra le maggiori colpe parrebbe avere quella di mortificare un attore talentuoso come Elijah Wood (protagonista dell’acclamato Ogni cosa è illuminata, 2005, di Liev Schreiber). Ma andiamo con ordine. Per quanto ne ho potuto leggere in giro per la Rete, con questo film, lo sconosciuto (almeno a me) 36enne regista iberico Eugenio Mira (un compositore il cui curriculum da cineasta è un foglio bianco) pare abbia voluto strafare – tradotto farla fuori dal vasetto – finendo per combinare un pasticcio. Un pastrocchio in molti passaggi imbarazzante, col difetto aggiuntivo di dare in modo nitido l’idea di aver voluto arricchire la sua opera (così per dire) con trucchetti e qualche citazione (si parla di Alfred Hitchcock) che hanno il solo effetto di indispettire il cinefilo. A me passa per la mente – giacché essa è libera – il non pessimo Opera (1987) di Dario Argento, mettendo da parte in questo caso la preponderante quota splatter.

Elijah Wood e John Cusack in una scena del film (foto Celluloidportraits.com)
Insomma, sembra che il buon Mira ce l’abbia messa proprio tutta per fare il botto alla prima comparsa sulla ribalta internazionale ma come tutti coloro che vogliono esagerare, pare abbia finito per far ridere i polli. Nel senso che nella sua pellicola vorrebbe esserci anche dell’ironia che però dà l’idea di essere del tutto involontaria e questo è sempre un granchio le cui chele pizzicano da impazzire. Insomma, il regista “si prende decisamente troppo sul serio – scrive su Movieplayer.it la collega Luciana Morelli e rimane aggrappato ad una sceneggiatura spesso involontariamente comica da divenire fastidiosa”.

Elijah Wood
D’altro canto il film è stato anche apprezzato e proprio per i motivi che hanno spinto qualche commentatore a bocciarlo senza remore. Fra questi c’è proprio l’ispirazione allo stile hitchcockiano, che sarebbe stato usato cum grano salis – o a ragion veduta, per chi non ama i latinismi – e non in modo goffo, inefficace e con risultati di grave incertezza cinematografica. 

Anzi, Mira pare essersi rivelato cineasta promettente e già capace di saper mescolare gli ingredienti più azzeccati per cucinare thriller di alta qualità. Proprio la sua formazione musicale, avrebbe fatto bene a una vicenda di cui eventi e suono strumentale sono veri e propri pilastri. Insomma, tutt’altro che un flop confezionato da un neofita inconsapevole, Il ricatto pare sia “un film conscio della propria poca serietà – osserva su Mymovies Gabriele Niola - che senza eccessive pretese mira a intrattenere dal basso, divertendosi assieme allo spettatore”.

Certo, a questo punto restiamo nel dilemma. Perché, come ripeto quasi sempre, oggi il cinema costa, nel senso che, soprattutto per chi ama andarci spesso, ha un peso sul budget mensile. A naso, considerata la presenza nel cast di un professionista acclarato come John Cusack (Serendipity nel 2001) e il genere suspance che a me piace parecchio, sarei tentato di dargli fiducia. Per decidere ho tempo fino al 20 marzo. Basterà?

Stefano Marzetti

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