La locandina |
Bed
Time - Mientras Duermes
Mia valutazione: **** = 8
Mia valutazione: **** = 8
Scheda del film
Un film
di Jaume Balagueró. Con Luis Tosar, Marta Etura, Petra Martínez, Carlos Lasarte,
Alberto San Juan, Pep Tosar, Tony Corvillo, Manel Dueso, Iris Almeida DTitolo
originale Mientras duermes. Thriller,
Spa 2011. Durata 102’. Lucky Red.
Trama del film
Cesar lavora come portiere in un palazzo di Barcellona. Non sa
cosa sia la felicità e si accontenta di trovare le sue ragioni di vita giorno
dopo giorno. Affronta il suo lavoro quotidiano praticamente ignorato dagli
inquilini del palazzo, ma lui li osserva attentamente. Conosce i dettagli più
intimi delle loro vite, sa tutto di loro, specialmente di una di loro. Clara è
una giovane donna spensierata e contenta, che vede sempre il lato positivo
nelle cose. Il suo approccio spensierato alla vita e il suo costante buon umore
fanno venire a Cesar la pelle d'oca. Non sarà contento fino a quando non avrà
cancellato quel sorriso dalla faccia di lei, una volta per tutte, perché Cesar
si nutre del dolore degli altri. Gode dell'infelicità e delle angosce altrui e
non c'è niente che ami di più che piantare il seme della disperazione e vederlo
crescere. In Clara ha trovato la vittima perfetta.
Cosa ne penso
Un uomo
con le sopracciglia folte e nere se ne sta nascosto sotto il letto da qualche
ora. Aspetta il rientro. Aspetta che lei, bella e profumata, si addormenti del
tutto. Prima controlla con uno specchietto, poi esce allo scoperto. Con un
fazzoletto imbevuto di un potentissimo narcotico, trasforma il sonno di lei in
una morte apparente.
Il film
trova solide basi nella prova d’attore di Luis
Tosar (Cella 211 nel
2009), ben diretto dal 45enne Jaume
Balagueró (suoi [Rec] e [Rec] 2, nel 2007
e 2009), che non lesina primi piani intensi del suo protagonista. Non si scappa
da Bed Time (io preferisco di gran
lunga il titolo spagnolo Mientras Duermes).
A dire il vero è difficile, oggi, scappare da un film spagnolo. Gli iberici il
cinema sanno farlo e con poco. Sono sempre più sorprendenti, anche se è
questione di gusti, come per tutto.
Questo è
un thriller senza sosta: per il film che non ha attimi d’indecisione, per il
pathos dello spettatore che non distoglie l’attenzione nemmeno per un secondo,
anche fossero le due del mattino. Il nocciolo è la disperazione che diviene
follia cattiva. Voglia di suicidarsi. Allo stesso tempo di sopravvivere.
L’unico sistema per non uccidersi è che anche gli altri soffrano. Da questa
mente devastata può nascere l’amore. Ma è un sentimento da far accapponare la
pelle per come si esprime. Un brivido notturno, appena frusciante se non del
tutto silenzioso. Immobile come un corpo che non può reagire, col quale fare
ciò che si vuole. Abbracciare, baciare, penetrare.
C’è una
voce interiore che non cessa di parlare. È radio inconscio, forse più
radio-delirio. Essa è persecutoria e incoraggiante insieme. Galvanizza e gonfia
l’aberrazione mentale. Così le vittime prescelte non hanno scampo. Provocando
danni di diverso tipo e intensità, l’uomo distrugge le loro esistenze. E ci
riesce.
La locandina |
Il cacciatore di donne – The Frozen Ground
Mia valutazione: *** = 6,5
Mia valutazione: *** = 6,5
Scheda del film
Un film
di Scott Walker. Con Nicolas Cage, Vanessa Hudgens, John Cusack, Dean Norris,
Kevin Dunn, Jodi Lyn O'Keefe, Katherine La Nasa, Ryan O'Nan, Radha Mitchell, 50
Cent, Gia Mantegna, Michael McGrady, Matt Gerald, Brad William Henke, Lydia
Hull, Bostin Christopher, Tim Lacatena, Brett Baker, Cheyenne Buchanan, Jason
Collins, Katie Wallack, Craig Blair. Titolo originale The Frozen Ground. Thriller, Usa 2012. Durata 105’. Videa – Cde.
Trama del film
La vera storia del serial killer che ha terrorizzato
l’America. Tredici anni di follia omicida, ventiquattro donne scomparse, diciassette
vittime accertate: Alaska, 13 giugno 1983. Una giovane prostituta, Cindy
Paulson, si precipita urlando dentro un motel di Anchorage e, a stento, riesce
a spiegare al direttore che qualcuno ha cercato di ucciderla. Nel frattempo il
sergente Jack Halcombe sta indagando sulla scena del crimine, lungo il Knik
River, dove è stata uccisa una donna non ancora identificata. Robert C. Hansen,
religioso e amabile padre di famiglia, è il principale sospettato, ma sembra
avere un alibi di ferro.
Cosa ne penso
Gli
occhi si chiudono e si aprono in modo sincopato. Il parlare incespica per una
leggera balbuzie. Lo sguardo è finto e sperduto. Ma può diventare il più
“cattivo che io abbia mai visto”, racconta l’unica rapita riuscita a fuggire (Vanessa Hudgens, nel 2013 l’exploitation movies Machete Kills). Il medico legale che esamina i
corpi delle donne che non ce l’hanno fatta, parla col poliziotto e ammette che
no “non ho mai visto un uomo fare una cosa del genere” alle sue vittime.
Due
bravi attori, non due “giganti” del cinema statunitense ma certo punti di
riferimento e garanzie per il pubblico. John
Cusack (il macabro The Raven
nel 2012) e Nicolas Cage (il sognante Joe nel 2013 e ha vinto anche l'Oscar nel 1995 per Via da Las Vegas) non mancano il bersaglio,
convincono. Ma di qualche lunghezza arriva primo Cusack, al quale è affidata la
parte del pietrificante omicida seriale. Ruolo che permette all’interprete di
richiamare a sé le proprie capacità (se ci sono e nel caso del Nostro ci sono)
e di donarle allo spettatore che quindi non lo molla per tutta la durata della
pellicola. Buona ma standard la prova di Cage, che fa il suo compitino da
promozione piena ma senza sbalordire.
Non è
facile fare bei film sui serial killer. Ce ne sono un’infinità, fino alla
nausea. Per opacizzarne un buon ottanta percento basterebbe la pietra miliare Il silenzio degli innocenti (1991). Il
regista (in questo caso il semi esordiente Scott
Walker, attore non riuscito) che si cimenta nell’impresa, quindi,
deveva ben sapere dove mettere i piedi per non inciampare. E Walker non
è inciampato.
Stefano Marzetti
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