Il subdolo potere de “Il venditore di medicine” (con trailer)
La locandina
La scheda
Un film di Antonio Morabito. Con Claudio
Santamaria, Isabella Ferrari, Evita Ciri, Marco Travaglio, Roberto De
Francesco, Ignazio Oliva, Giorgio Gobbi, Vincenzo Tanassi, Leonardo Nigro,
Ippolito Chiarella, Alessia Barela, Paolo De Vita, Pierpaolo Lovino. Drammatico,
Ita 2013. Durata 103'. Cinecittà Luce. Uscita mercoledì 30 aprile 2014.
La trama
Bruno è
arrivato alle porte dei quarant'anni e lavora come informatore medico in
un'azienda che sta attraversando un periodo di crisi. Di fronte alla previsione
di alcuni tagli al personale, ogni venditore di medicine è tenuto sotto stretta
osservazione da un rigido capo area per decidere chi di loro continuerà a
conservare il posto di lavoro e chi no. Con una famiglia e una posizione da
mantenere, Bruno non esita ad agire in maniera disonesta e tradire la fiducia
di chi lo circonda, ricorrendo all'inganno e alla corruzione. L'incontro con un
vecchio amico, ridotto in pessime condizioni per aver fatto volontariamente da
cavia ad alcuni esperimenti farmaceutici, gli darà però la possibilità di
riscattarsi.
Critica
Il regista
Antonio Morabito
Premessa: mi dicono che Marco Travaglio sia
antipatico ma a me, in televisione, è simpatico e condivido gran parte di ciò
che dice. Anzi, più che condividere ascolto con attenzione e interesse ciò che
da giornalista mi riferisce. Ma che adesso lo debba ritrovare anche a fare l’attore,
questo mi risulta un po’ stucchevole. Mi auguro, almeno, che dimostri di essere
in grado di recitare. Se così sarà, gli farò gli auguri per l’ingresso nell’olimpo
degli interpreti.
Claudio Santamaria nei panni de Il venditore di medicine
Ho l’impressione che, come ogni tanto accade,
stia per arrivare nei cinema un film italiano di un certo valore, non solo
artistico ma anche commerciale, intendendo con questo che possieda una considerevole
capacità di intrattenere il grande pubblico e, quindi, di incassare un po’ di
quattrini. Che poi è lo scopo principale della settima arte e di tante altre,
checché ne dicano gli strenui difensori del ‘faccio questa cosa che lascerà a
bocca aperta i veri intenditori’. Ciò che attira de Il
venditore di medicine, che vede per la prima volta alla regia di un lungometraggio il
documentarista e autore televisivo (specializzato nel montaggio) Antonio
Morabito, è
innanzitutto il tema trattato. Vale a dire quello della medicina e della salute
ridotta a una sorta di sudditanza del potere commerciale, che prevale sul
diritto del paziente di curarsi senza essere obbligato a mettersi in ginocchio di
fronte a quelli che possono impedirglielo giocando sul prezzo di farmaci e
terapie.
Isabella Ferrari nel ruolo della 'cattiva'
Questo il nocciolo della sceneggiatura
scritta a sei mani dallo stesso cineasta di Carrara con i navigati Michele
Pellegrini
(La
scoperta dell’alba, 2012) e Amedeo Pagani (Io sto con gli ippopotami, 1979), che
nella trasposizione in immagini può contare su un discreto cast nel quale
spicca il bravissimo Claudio Santamaria (ottimo interprete principale
nell'efficacissimo Diaz - Non pulire questo sangue, 2012), nei
panni del protagonista, cioè il venditore di medicine. L’attore romano, che non
ancora quarantenne ha già alle spalle una carriera da veterano, possiede
carisma e capacità di catturare l’inconscia immedesimazione dello spettatore.
Cosa che, a quanto dice chi ha visto l’anteprima di quest’opera, riesce a fare
anche stavolta. La sua efficacia nel calarsi nei panni di personaggi cinici è
comprovata e confermata dalla personificazione di quest’uomo “che agisce al di
là della propria coscienza”, come scrive Marco Chiani di My Movies.
Il giornalista Marco Travaglio 'prestato' al cinema
Di fianco a Santamaria troviamo una Isabella
Ferrari nelle vesti di una donna ancor più sgradevole e staremo a vedere quanto
l’ex Selvaggia di Sapore di mare (cult
‘vanziniano’ del 1983) sarà efficace nel ruolo di villain, come a Hollywood chiamano la ‘canaglia’. Ne risulta, pare,
un film che può “essere letto sia come una denuncia”, rileva ancora Chiani,
visto che “in apertura e in chiusura lo spazio è lasciato a stralci di servizi
giornalistici sull'argomento, sia come la sbilanciata analisi di un sistema
criminale mediante una storia particolare. Ben oltre la discesa nell'abiezione
di Bruno, infatti, risalta la problematica, come se l'urgenza e l'attualità del
discorso portato avanti cancellassero la costruzione della finzione in sé”.
Bravo Morabito nel
trattare il tema e nel ‘manipolare’ il protagonista, nei confronti del quale
non rivolge solo uno sguardo di riprovazione e condanna ma si pone anche con un
atteggiamento “ambiguo e altalenante”, come dice Carola Proto di Coming Soon. “I pochi momenti in cui lo commisera e lo capisce – scrive ancora
Proto - pur senza giustificarlo, sono i migliori del film, perché restituiscono
una maggiore impressione di verosimiglianza”. Insomma, lo ripeto, a mio avviso
gli ingredienti per assaggiare questa pietanza ci sono tutti.
Premessa:
non essendo accreditato dalla visione dell’anteprima del film, il seguente
articolo va inteso come una sorta di rassegna stampa da me commentata e, dove
possibile, arricchita.
st.mar.
Nessun commento:
Posta un commento
Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.
Nessun commento:
Posta un commento
Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.