martedì 20 maggio 2014

Cannes, divertimento e inquietudine in “Maps to the Stars” di Cronenberg

La locandina
Mia aspettativa: ♥♥♥ = 7

La scheda
Un film di David Cronenberg. Con Robert Pattinson, Julianne Moore, Mia Wasikowska, John Cusack, Carrie Fisher, Olivia Williams, Jayne Heitmeyer, Sarah Gadon, Niamh Wilson, Amanda Brugel, Emilia McCarthy, Kiara Glasco, Joe Pingue, Ari Cohen, Justin Kelly. Drammatico, Can/Usa 2014. Adler Entertainment. Uscita mercoledì 21 maggio 2014.

La trama
Guidata dal padre Stafford, uno psicoterapeuta celebre per i suoi libri di auto-aiuto, e dalla moglie Christina, prepotente madre-manager, la famiglia Weiss ha fatto dell'ossessione per la celebrità il proprio marchio distintivo. Il tredicenne figlio Benjie è una star della tv ed è finito di recente in riabilitazione per droga, mentre l'estraniata figlia Agatha è appena uscita da un ospedale psichiatrico quando stringe amicizia con l'autista di limousine Jerome, anch'egli aspirante attore. Una delle clienti celebri che frequentano lo studio di Stafford è Havana Segrand, un'attrice il cui sogno di riprendere il ruolo interpretato negli anni Sessanta dalla madre, ormai morta, si sbriciola lentamente mentre fantasmi, morte e vizi prendono il sopravvento.

Critica – Rassegna stampa
Il regista canadese di Maps to the Stars, David Cronenberg
Maps to the Stars (articolo) - presentato in concorso al Festival di Cannes numero 67 - sembra una satira alla Tom Wolfe di Tinseltown, delle sue dinamiche, dei suoi meccanismi, delle sue meschinità”. A scrivere è Fedrico Gironi di Coming Soon. “Poi, però, qualcosa nel registro del film cambia. E alle pagine di Wolfe, Cronenberg sembra sostituire quelle di Bret Easton Ellis e la sua Hollywood assomiglia sempre di più a quella del Mulholland Drive di David Lynch, a forza di gelidi e spietati ritratti di ciò che si nasconde dietro le superfici, di fantasmi di bambini morti, di ossessioni incestuose e replicatrici (...) Il loop infinito di Maps to the Stars, che mescola il riso con la pelle d'oca, tanto è capace di divertire e inquietare, è quello della replicazione (tanto familiare quanto industriale) di ciò che siamo e siamo stati portati a essere; quello di un'identità - rileva ancora Gironi - che non può essere altro che remake, o ennesimo capitolo di una franchise. Sfuggirne, appare impossibile: ne veniamo risucchiati come in un buco nero, dentro al quale ci aspetta solo il nulla, il vuoto, l’assenza. La morte. Senza identità, racconta Cronenberg, c’è solo quella”.

Robert Pattinson e Julianne Moore in una scena del film
Lara Ferrari de Il Quotidiano.net, pone in evidenza quanto il film di Cronenberg sia costellato “di star esattamente come la materia di cui parla, prime fra tutti Julianne Moore (strepitosa) e Mia Wasikowska, seguite da Robert Pattinson e John Cusack (...) un cocktail micidiale on-the-rocks di persone a caccia della gloria e della gloria che si inghiotte le prime, con altissimi prezzi da pagare. Cocktail da bere sulle colline di Hollywood, dove è appena sbarcata Aghata alla ricerca della sua famiglia, con la quale ha parecchi conti in sospeso. Da lei si dipana una trama fittissima di relazioni, alberi genealogici intrecciati come quelli dei reali, dove al posto dei monarchi troviamo le pedine dello scacchiere hollywoodiano, vite allo sbando, sprecate nell’inutile rincorsa ad emulare madri e padri attori, protagonisti di un’epoca di divi veri, che non esiste e non tornerà mai più (...) Una satira che colpisce al cuore lo studio system e soprattutto la girandola di personaggi che lo popolano. Uno stiletto conficcato dove fa più male, laggiù, al riparo delle ville di Beverly Hills. Dove alberga, però, ricordiamolo, il cinismo più cupo e invincibile di chi vede colleghi e amici sprofondare nell’abisso e lasciarveli sguazzare dentro. Il mestiere di Cronenberg - insiste Ferrari - si vede tutto e fa parte della sua cifra stilistica passare da una scena di spasso estremo all’alta tensione. Tuttavia, da parte del cineasta canadese abbiamo visto di meglio. Perché questi grandissimi, vedi anche alla voce Woody Allen, non provano a uscire da scenari che conoscono come le loro tasche e ad osare di più?”.

redazione

Nessun commento:

Posta un commento

Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.