mercoledì 21 maggio 2014

A Cannes con “Lost River” un Gosling regista ingenuo e velleitario

La locandina
Valutazione media: ♥♥ = 5,5

La scheda
Un film di Ryan Gosling. Con Christina Hendricks, Iain De Caestecker, Ben Mendelsohn, Matt, Smith, Eva Mendes, Rob Zabrecky, Saoirse Ronan. Noir/thriller/fantastico, Usa 2014. Moviemax. Uscita: 27 novembre 2014.

La trama
In una città surreale ed evanescente Billy, madre single di due ragazzi, trova lavoro presso un oscuro e fantastico fetish club per provvedere alla famiglia. Nello stesso tempo, suo figlio adolescente Bones scopre una strada segreta che conduce a una città sottomarina. Insieme dovranno affrontare il mistero per la sopravvivenza della loro famiglia.

Critica – Rassegna stampa
Accoglienza tiepida a Cannes per Lost River passato a ‘Un Certain Regard’. È il debutto da regista di Ryan Gosling che ha raccontato una provincia americana cupa con case fatiscenti e strane persone che cercano di sopravvivere in un mondo che si è fatto ostile. L'attore canadese, figlio di mormoni osservanti, sta lavorando già a una commedia e confessa di essere influenzato soprattutto «dal cinema degli ‘80 e dei primi 90».

Rian Gosling (ultimo a destra) sulla Croisette con il cast
(...) film d'ambientazione vagamente post-apocalittica - rileva Federico Gironi di Coming Soon - (...) in un contesto che mescola senza soluzione di continuità ruralismi indie, southern gothic, feticismo allucinato, suggestioni ‘lynchiane’, bambini e ragazzi orfani di Nel paese delle creature selvagge e cattivi che sembrano usciti da brutte versioni di Mad Max o Velluto blu. Strano, infatti, che Gosling non abbia citato anche Lynch nei credits, visto che con Refn” (dal quale è stato diretto più d’una volta), appare essere il suo riferimento principale, in un contesto che raccoglie anche suggestioni di Dario Argento e Harmony Korine (...) Ma nonostante tutto questo, la ‘derivatività’ è il minore dei mali di Lost River - scrive ancora Gironi - un film che non va da nessuna parte, con un occhio fisso sui modelli e l'altro piantato nell'ombelico delle sue ambizione e di un certo narcisismo (...) Ingenuo e rabberciato se lo si considera semplicemente un omaggio a registi amati o stimati da Gosling (…) si rivela allora del tutto insufficiente come film autonomo: anche perché il suo regista non è riuscito a nascondere il velleitarismo presuntuoso che il suo lavoro si porta sul groppone - conclude il collega di Coming Soon - e che gli rende ancora più difficile non affondare definitivamente”.

L'attore canadese Gosling alla sua prima prova da regista
“Gli allievi rendono sempre omaggio ai loro maestri - scrive Giovanna Branca di Close Up - così il debutto alla regia di Rian Gosling ė un omaggio in primo luogo al suo mentore, colui che ne ha fatto per il momento il suo attore feticcio: Nicolas Winding Refn. Le luci al neon, le musiche, lo stesso ritmo, ricordano troppo Drive e lo sfortunato Only God Forgives per non essere scelte intenzionali. Ma Lost River va ben oltre l’omaggio a Refn ed ė nella sua interezza un pastiche citazionistico da cui emana il desiderio di Gosling di fare bella mostra della sua cinefilia e di stupire con virtuosismi registici, per cui la storia in sé non è che un puro pretesto per questo sfoggio (...) velleitario e francamente un po’ pretenzioso: forse avrebbe aiutato la riuscita del debutto (…) una vicenda più solida e una minore ansia di affollare le immagini di virtuosismi. È comunque convincente - termina Branca - il sincero tributo a Detroit e l’attaccamento di questa famiglia alla città è un messaggio di possibile cambiamento e speranza nel futuro”.

redazione

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