“Pane e Burlesque”, lo spettacolo sempre esuberante del nostro Meridione
La locandina
Mia aspettativa: ♥♥♥ = 7
La
scheda
Un film di Manuela Tempesta. Con Edoardo Leo,
Laura Chiatti, Michela Andreozzi, Sabrina Impacciatore, Fabrizio Buompastore.
Commedia, Ita 2014. Distribution. Uscita: giovedì 29 maggio 2014.
La trama
Un paese del
sud dell’Italia naviga in cattive acque da quando la fabbrica di ceramiche
Buontempi ha chiuso. I suoi ex operai giocano al fantacalcio nella storica
sezione del centro mentre la piccola merceria di Vincenzo e di sua moglie
Matilda, dove lavora anche Teresa, non riesce più ad andare avanti fino a
quando, un giorno, succede qualcosa d’inatteso: una Citroen Pallas vecchia e
scalcinata si ferma sgommando al centro della piazza. Davanti a un paese
incuriosito, scendono quattro artiste di Burlesque piuttosto eccentriche, capeggiate da Giuliana, in arte Queen Rose, tornata nel suo paese d'origine
dopo vent'anni di assenza per vendere delle proprietà di famiglia.
Mie impressioni
dal trailer
Piuttosto originale la fabula di questo Pane e
Burlesque,
grazie a un’efficace domanda iniziale del racconto – cosa succederebbe se delle
paesane tornassero da Parigi al loro ‘natio borgo selvaggio’? - con l’elemento
dello spettacolo che, di questi tempi, è abbinato a ben meno divertenti vicende
della politica-vergogna italiana. La pellicola, grazie alla misurata
sceneggiatura della stessa regista Manuela Tempesta (al suo
vero primo esordio nella scrittura filmica), ha quindi il merito di far capite
a tutti quelli che non ne avessero un’idea precisa, in cosa consista il berlusconianamente ‘celebre’ Burlesque. In questo è apprezzabile la
cura dei costumi.
La regista Manuela Tempesta
La telecamera dell’esordiente cineasta (nel
suo curriculum risulta un Non tacere di cui nulla so, sempre come sceneggiatrice)
segue con mano sicura il districarsi del racconto filmico che tira in ballo
parecchi personaggi e situazioni. Il flusso delle immagini è coerente e rende gradevole
lo scorrere del tempo, senza momenti di stanca. Funziona anche la scelta dell’accento
dialettale usato dai personaggi, cosa che conferisce alla pellicola un tocco di
misurata ironia e che ben si adatta al genere di vicenda. Storia strettamente
legata a un territorio e a un paese specifici. Ci si aggira, per alcuni versi,
dalle parti de La terra (2006, di Sergio Rubini, con un
cast notevole in cui brillano Fabrizio Bentivoglio, Paolo
Briguglia
ed Emilio
Solfrizzi),
molto più drammatico ma altrettanto efficace nel mostrare pregi e difetti della
vita in un piccolo borgo, anche in quel caso con l’utilizzo del vernacolo
locale, seppure sempre comprensibile senza bisogno di sottotitolazione come necessario invece, per esempio, in L’uomo che verrà (2009, di Giorgio Diritti) o in Gomorra (2008, di Matteo
Garrone). Colonna
sonora adeguata. Da Pane e Burlesque il nostro Meridione esce, come spesso accade
anche con il cinema, imprevedibile, ingarbugliato, affascinante.
Laura Chiatti (sinistra) e Sabrina Impacciatore in una scena di Pane e Burlesque
Un film senza dubbio divertente, adatto a
tutti e leggero senza essere stupido. Di questo, considerevole porzione del
merito va alle capacità recitative della maggior parte degli attori (attributo
non scontato nella produzione cinematografica nostrana), in particolare di Sabrina
Impacciatore,
tutt’altro che ‘impacciata’ e, anzi, interprete sempre più matura e affidabile
che attinge, e giustamente, al bagaglio ‘scolastico’ che molti anni fa la fece ammirare
come attrice comica della tv. Senza dubbio all’altezza Laura
Chiatti, che si
adatta in modo spontaneo al duettare umoristico con la Impacciatore.
Stefano
Marzetti
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