giovedì 22 maggio 2014

Flop a Cannes, Hazanavicius con “The Search” entra nella guerra cecena ma senza slancio epico

La locandina
Valutazione media: ♥♥ = 5

La scheda
Un film di Michel Hazanavicius. Con Annette Bening, Bérénice Bejo, Nino Kobakhidze, Nika Kipshidze. Drammatico, Fra 2014. Durata 149' circa. 01 Distribution. Dato di uscita: non stabilita.

La trama
Il film è ambientato durante la seconda guerra cecena, nel 1999 e racconta di quattro destini che la guerra porterà a incrociarsi. Dopo l'assassinio dei genitori, un ragazzino scappa dal suo villaggio e si unisce al fiume di profughi dove incontra Carole, responsabile di una missione dell'Unione europea. Grazie a lei tornerà piano piano alla vita. Nello stesso tempo, Raissa, sua sorella maggiore, lo sta cercando senza sosta tra i profughi. Da un’altra parte, Kolia, giovane russo di vent’anni è arruolato nell'esercito. Piano piano la guerra diventerà il suo pane quotidiano.

Critica – Rassegna stampa
Nino Kobakhidze in una scena di The Search
“Dopo una carriera dedicata alla commedia - scrive Mauro Donzelli di Coming Soon - il francese Michel Hazanavicius sembra aver preso sul serio la sua vittoria dell’Oscar con The Artist, investendo prestigio e soldi, molti, ventuno milioni di euro, in un film sulle prime fasi della seconda guerra cecena nel 1999. Un film girato in varie lingue e con attori non professionisti locali, a parte le due star Bérénice Bejo e Annette Bening (...) nonostante la ricerca di realismo, nei volti, nelle lingue parlate - rileva ancora il collega di Coming Soon - il film fallisce sostituendo un’ipocrisia a un’altra, restando sempre all’interno di un punto di vista occidentale e facendo assurgere il personaggio di Bérénice Bejo a eroina del film. Infatti nel pre-finale, fondamentale cuore emotivo del film, è una sua rinuncia quella decisiva, l’imprimatur che sigilla un approccio paternalistico (...) Detto dei limiti che definiremmo ideologici del film - conclude Donzelli - è anche vero che si tratta di un lavoro visivamente accurato, fin troppo, visto che rimane bloccato tra una voglia di rigore e la rinuncia a ogni slancio epico da una parte e dall’altra pecca in qualche scivolata di pietismo e retorica di troppo”.

Una scena emblematica del film di Michel Hazanavicius
“(...) La denuncia dell'impotenza delle organizzazioni umanitarie dinanzi a consessi politici in cui domina l'indifferenza - spiega invece Giancarlo Zappoli di My Movies - è ben incarnata dall’attrice che il regista più ama: Bérénice Bejo. Il film però ha il suo lato debole in una vicenda strutturata sulla base di troppi elementi prevedibili e su alcune evidenti (perlomeno nella versione originale) incongruenze linguistiche. Questo finisce con l’indebolire l’intento con cui è stato realizzato ottenendo il risultato di confinarlo nella dimensione di un mèlo bellico dalla durata eccessiva. Perché è vero, come afferma il regista, che le serie televisive negli ultimi anni hanno raggiunto una qualità elevata potendosi permettere anche un’espansione temporale (e quindi un approfondimento dei personaggi) maggiore. La loro fruizione è strutturata però con criteri differenti. Il cinema resta il cinema con le sue specificità. Chi, come Hazanavicius - conclude Zappoli - ne ha rivisitato le origini con grande acume dovrebbe saperlo".
redazione


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