La locandina |
Valutazione media: ♥♥ = 5
La
scheda
Un film di Michel Hazanavicius. Con Annette
Bening, Bérénice Bejo, Nino Kobakhidze, Nika Kipshidze. Drammatico, Fra 2014.
Durata 149' circa. 01 Distribution. Dato di uscita: non stabilita.
La trama
Il film è
ambientato durante la seconda guerra cecena, nel 1999 e racconta di quattro
destini che la guerra porterà a incrociarsi. Dopo l'assassinio dei genitori, un
ragazzino scappa dal suo villaggio e si unisce al fiume di profughi dove
incontra Carole, responsabile di una missione dell'Unione europea. Grazie a lei tornerà piano piano alla vita. Nello stesso tempo, Raissa, sua sorella
maggiore, lo sta cercando senza sosta tra i profughi. Da un’altra parte, Kolia,
giovane russo di vent’anni è arruolato nell'esercito. Piano piano la guerra
diventerà il suo pane quotidiano.
Critica
– Rassegna stampa
Nino Kobakhidze in una scena di The Search |
“Dopo una carriera dedicata alla commedia -
scrive Mauro Donzelli di Coming Soon - il francese Michel Hazanavicius sembra aver preso sul serio la
sua vittoria dell’Oscar con The Artist, investendo prestigio e soldi, molti, ventuno
milioni di euro, in un film sulle prime fasi della seconda guerra cecena nel
1999. Un film girato in varie lingue e con attori non professionisti locali, a
parte le due star Bérénice Bejo e Annette Bening (...)
nonostante la ricerca di realismo, nei volti, nelle lingue parlate - rileva
ancora il collega di Coming Soon - il film fallisce sostituendo un’ipocrisia a
un’altra, restando sempre all’interno di un punto di vista occidentale e
facendo assurgere il personaggio di Bérénice Bejo a eroina
del film. Infatti nel pre-finale, fondamentale cuore emotivo del film, è una sua
rinuncia quella decisiva, l’imprimatur
che sigilla un approccio paternalistico (...) Detto dei limiti che definiremmo
ideologici del film - conclude Donzelli - è anche vero che si tratta di un
lavoro visivamente accurato, fin troppo, visto che rimane bloccato tra una
voglia di rigore e la rinuncia a ogni slancio epico da una parte e dall’altra
pecca in qualche scivolata di pietismo e retorica di troppo”.
Una scena emblematica del film di Michel Hazanavicius |
“(...) La denuncia dell'impotenza delle
organizzazioni umanitarie dinanzi a consessi politici in cui domina
l'indifferenza - spiega invece Giancarlo Zappoli di My Movies - è ben
incarnata dall’attrice che il regista più ama: Bérénice Bejo. Il film
però ha il suo lato debole in una vicenda strutturata sulla base di troppi
elementi prevedibili e su alcune evidenti (perlomeno nella versione originale)
incongruenze linguistiche. Questo finisce con l’indebolire l’intento con cui è
stato realizzato ottenendo il risultato di confinarlo nella dimensione di un mèlo bellico dalla durata eccessiva.
Perché è vero, come afferma il regista, che le serie televisive negli ultimi
anni hanno raggiunto una qualità elevata potendosi permettere anche un’espansione
temporale (e quindi un approfondimento dei personaggi) maggiore. La loro
fruizione è strutturata però con criteri differenti. Il cinema resta il cinema
con le sue specificità. Chi, come Hazanavicius - conclude
Zappoli - ne ha rivisitato le origini con grande acume dovrebbe saperlo".
redazione
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