giovedì 22 maggio 2014

Il più bello di giovedì 22 maggio, prima serata, sul ‘digitale’: Iris alle 21,10

La locandina
Un matrimonio all'inglese

Valutazione media: ♥♥♥ = 7,5

La scheda
Un film di Stephan Elliott. Con Jessica Biel, Colin Firth, Kristin Scott Thomas, Ben Barnes, Kimberley Nixon, Katherine Parkinson, Kris Marshall, Christian Brassington, Charlotte Riley, Jim McManus, Pip Torrens, Georgie Glen, Laurence Richardson. Titolo originale: Easy Virtue. Commedia, Gb 2008. Durata 96' circa. Eagle Pictures.

La trama
Una giovane americana dal passato misterioso sposa in fretta e furia, sull'onda della passione, il rampollo di una facoltosa famiglia inglese per poi ritrovarsi a dover affrontare i suoi impossibili genitori, tradizionalisti ed eccentrici signorotti di campagna.

Critica – Rassegna stampa
“(...) Se la storia poggia su un conflitto di civiltà canonico, tra vecchio e nuovo mondo - rileva Marianna Cappi di MyMovies - le tinte con cui l'autore inscena tale confronto sono deliziosamente originali e sembrano ricalcare l'aforisma di Oscar Wilde per cui gli inglesi ‘oggigiorno’ hanno veramente tutto in comune con gli americani, tranne, naturalmente, la lingua (...) Kristin Scott Thomas e Colin Firth, signori e suoceri, sono il re e la regina della risata a denti stretti. Ma il film non si riduce allo sfoggio di wit (umorismo pungente, per i meno anglofoni, ndr) né alla rivisitazione in chiave più che mai dinamica dei topoi dell'irriverenza a corte (dalla preoccupazione patologica per l'animale domestico alla complicità fisiologica della servitù nel misfatto) ma si addentra, armato di una sottile lama di coltello, ad esplorare le conseguenze più intime di una lotta senza fine tra presente e passato - scrive ancora Cappi - all'interno della coscienza stessa di Larita e va sondando il prezzo e il gusto della libertà, anche e soprattutto in amore”.


Jessica Biel e Colin Firth in una scena del film
"(...) Una partita senza esclusione di colpi in pieno stile british (d’altronde la Biel gioca fuori casa… ) - scrive Riccardo Rizzo di Cinema del Silenzio - travolgente e affascinante, con dialoghi deliziosi, vivaci e dall’ironia sottile; come se non bastasse, anche la musica aggiunge un ulteriore tocco di classe a questa commedia bella come da tanto tempo non se ne vedevano. A far da sottofondo alle battute taglienti del film, infatti, ci sono grandi classici della musica del tempo (soprattutto il jazz, ma anche il tango o il can can), e diverse canzoni contemporanee in salsa retrò, che rendono ancor più piacevole la visione di un film peraltro breve (evviva!)”.

***

Doveroso segnalare, a chi ama un cinema più impegnato e autoriale e quindi più difficile, un film storico come Cristo si è fermato a Eboli, in onda su TV 2000 alle ore 21,20.

Gian Maria Volonté in una scena del film di Francesco Rosi
Cristo si è fermato a Eboli

Valutazione media: ♥♥♥ = 7,5

La scheda
Un film di Francesco Rosi. Con Gian Maria Volonté, Irene Papas, Lea Massari, Alain Cuny, Paolo Bonacelli, Stavros Tornes, Antonio Allocca, François Simon. Drammatico, Ita 1979. Durata 150' circa.

La trama
Nel 1935, il medico-pittore torinese Carlo Levi, condannato al confino dalla dittatura fascista, scortato da due carabinieri, scende dal treno alla stazione di Eboli: “Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato il tempo, né l'anima individuale, né la speranza, né il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia”. Il viaggio prosegue in pullman e quindi in automobile. Raggiunto Gagliano, Carlo inizia a fare piccole passeggiate giornaliere in compagnia del cane Barone e lentamente entra in contatto con la popolazione che finisce per imporre, tanto a lui quanto al podestà fascista, di esercitare la professione di medico. La sorella Luisa lo raggiunge e Carlo si trasferisce con lei in una casa dove la domestica Giulia si dedica a loro. Carlo comincia così a dedicarsi alla pittura, scambia qualche parola con gli abitanti, con il podestà, con il misterioso don Trajella. La conquista dell'Abissinia gli riconsegna la libertà. Tornato a Torino carico di ricordi, Carlo scriverà un libro per ricordare questa esperienza.

Critica
Dal romanzo (1945) di Carlo Levi (1902-75): un intellettuale “torinese, medico e scrittore antifascista a contatto con l'antica civiltà contadina della Lucania dov’è confinato intorno al 1935. Francesco Rosi mette la sordina alla dimensione antropologica e magica del bel libro di Carlo Levi e l’accento su quella sociale e politica. Un po’ raggelato nei paesaggi o lirici o didattici, ma ammirevole per l’intensità della sua delicatezza. Accanto a un Gian Maria Volonté introspettivo e sommesso e ad attori naturali ben guidati c’è un ottimo Paolo Bonacelli. La versione televisiva dura 270 minuti. Autore letterario: Carlo Levi”. (Fonte il Morandini tramite My Movies).
redazione

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