La locandina |
Valutazione media: ♥♥♥♥ = 8
La
scheda
Un film di Andrei Zvyagintsev. Con Vladimir
Vdovichenkov, Elena Lyadova, Aleksey Serebryakov, Anna Ukolova, Kristina
Pakarina, Roman Madyanov, Sergey Pokhodaev, Aleksey Rozin, Aleksey Pavlov, Alim
Bidnenko, Lesya Kudryashova. Drammatico Rus 2014. Durata 130' circa.
La trama
Kolia vive
in una piccola cittadina isolata nel nord della Russia, presso il Mare di
Barents. Con lui condividono lo stesso tetto il figlio Roma, avuto da un
precedente matrimonio e la giovane moglie Lilya. La vita che conduce è
piuttosto semplice: appartata, senza particolari svaghi cui dovere tener testa.
Sennonché il sindaco vuole sottrargli tutto: la terra, la casa, la sua piccola
autorimessa improvvisata. Ogni cosa. Kolia allora decide di rivolgersi a un amico
di vecchia data e avvocato di successo a Mosca, Dimitriy.
Critica –
Rassegna stampa
Da non confondersi con l'omonimo film del
1989, firmato da George Pan Cosmatos, oppure con quello (sempre
omonimo) del 2012 di Lucien Castaing-Taylor e Verena
Paravel, in questo
terzo Leviathan (in
concorso al Festival di Cannes appena terminato: miglior sceneggiatura allo
stesso regista e a Oleg
Negin [leggi di più], ndr) del russo Andrei Zvyagintsev c'è “un senso di eterno che aleggia fra le
scogliere sul mare (…)”. Lo scrive da Cannes Mauro Donzelli di Coming Soon. “Una sensazione di assoluto che fin dalla prima scena del film ci
porta fuori dal tempo fra personaggi che se non avessero abiti e qualche
orpello tecnologico contemporaneo potrebbero essere topos classici della tragedia greca o ancor prima biblica.
Personaggi che si muovono come formiche tenaci nonostante il loro infimo ruolo
in un contesto troppo grande e troppo antico. Scheletri di balene, relitti di
navi, maree che giocano a piacimento con quando consentire all’uomo di
spingersi verso il mare.
Nonostante questo i nostri protagonisti tentano
ammirevolmente di prevalere, di aggrapparsi disperatamente alla volontà e al
libero arbitrio (...) Il film parte come un racconto quotidiano dall’andamento
piano - rileva ancora Donzelli - accelera come satira ficcante sulle storture
della Russia di oggi, per scoperchiare le contraddizioni dei protagonisti
nell’ultimo terzo con una deflagrazione sul potere assoluto dello stato nei
confronti del singolo cittadino. Un momento del film che rimanda alle
ingiustizie zariste dei grandi romanzi russi e all’inutilità di contare sulla
religione, ancora troppo occupata a dare una giustificazione divina
all’arbitrio senza limiti del potere temporale (...)”.
Il regista russo Andrei Zvyagintsev |
Il cast di Leviathan in passerella all'ultimo Festival di Cannes |
redazione
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