domenica 25 maggio 2014

“Leviathan”, l’assoluto che trascina fuori dal tempo: bellissimo

La locandina
Valutazione media: ♥♥♥♥ = 8

La scheda
Un film di Andrei Zvyagintsev. Con Vladimir Vdovichenkov, Elena Lyadova, Aleksey Serebryakov, Anna Ukolova, Kristina Pakarina, Roman Madyanov, Sergey Pokhodaev, Aleksey Rozin, Aleksey Pavlov, Alim Bidnenko, Lesya Kudryashova. Drammatico Rus 2014. Durata 130' circa.

La trama
Kolia vive in una piccola cittadina isolata nel nord della Russia, presso il Mare di Barents. Con lui condividono lo stesso tetto il figlio Roma, avuto da un precedente matrimonio e la giovane moglie Lilya. La vita che conduce è piuttosto semplice: appartata, senza particolari svaghi cui dovere tener testa. Sennonché il sindaco vuole sottrargli tutto: la terra, la casa, la sua piccola autorimessa improvvisata. Ogni cosa. Kolia allora decide di rivolgersi a un amico di vecchia data e avvocato di successo a Mosca, Dimitriy.

Critica – Rassegna stampa
Da non confondersi con l'omonimo film del 1989, firmato da George Pan Cosmatos, oppure con quello (sempre omonimo) del 2012 di Lucien Castaing-Taylor e Verena Paravel, in questo terzo Leviathan (in concorso al Festival di Cannes appena terminato: miglior sceneggiatura allo stesso regista e a Oleg Negin [leggi di più], ndr) del russo Andrei Zvyagintsev c'è “un senso di eterno che aleggia fra le scogliere sul mare (…)”. Lo scrive da Cannes Mauro Donzelli di Coming Soon. “Una sensazione di assoluto che fin dalla prima scena del film ci porta fuori dal tempo fra personaggi che se non avessero abiti e qualche orpello tecnologico contemporaneo potrebbero essere topos classici della tragedia greca o ancor prima biblica. Personaggi che si muovono come formiche tenaci nonostante il loro infimo ruolo in un contesto troppo grande e troppo antico. Scheletri di balene, relitti di navi, maree che giocano a piacimento con quando consentire all’uomo di spingersi verso il mare.
Il regista russo
Andrei Zvyagintsev
Nonostante questo i nostri protagonisti tentano ammirevolmente di prevalere, di aggrapparsi disperatamente alla volontà e al libero arbitrio (...) Il film parte come un racconto quotidiano dall’andamento piano - rileva ancora Donzelli - accelera come satira ficcante sulle storture della Russia di oggi, per scoperchiare le contraddizioni dei protagonisti nell’ultimo terzo con una deflagrazione sul potere assoluto dello stato nei confronti del singolo cittadino. Un momento del film che rimanda alle ingiustizie zariste dei grandi romanzi russi e all’inutilità di contare sulla religione, ancora troppo occupata a dare una giustificazione divina all’arbitrio senza limiti del potere temporale (...)”.


Il cast di Leviathan in passerella all'ultimo Festival di Cannes
“(...) un film imponente e praticamente perfetto”, è il parere di Luca Liguori di Movie Player - visivamente splendido, lucidissimo nella scrittura e nel messaggio, solido nelle interpretazioni. Anche il ritmo è meno compassato rispetto alle precedenti opere del regista, grazie ad umorismo sottile ed una satira graffiante, e degli sviluppi narrativi sorprendenti, anche nella messa in scena, considerato che gli avvenimenti più significativi avvengono tutti fuori schermo (...) Un film di grande bellezza e sopraffino ingegno, costruito su una sceneggiatura esemplare che svela poco a poco la sua profondità e i suoi significati, ma non per questo rinuncia a sviluppare personaggi e situazioni avvincenti. Regia di grande classe - conclude Liguori - cinema di altissimo livello”.

redazione

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