mercoledì 28 maggio 2014

Il più bello di mercoledì 28 maggio, prima serata, sul ‘digitale’: MTV alle 21,10

La locandina
Frankenstein Junior

Valutazione media: ♥♥♥♥♥ = 9,5

RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
Premio Oscar 1975: nomination migliore sceneggiatura non originale a Mel Brooks e Gene Wilder, nomination miglior sonoro a Richard Portman e Gene S. Cantamessa; Golden Globe 1975: nomination migliore attrice in un film commedia o musicale a Cloris Leachman, nomination miglior attrice non protagonista a Madeline Kahn; Saturn Award 1976: miglior film horror, migliore regia a Mel Brooks, miglior attore non protagonista a Marty Feldman, migliore scenografia a Robert De Vestel e Dale Hennesy, miglior trucco a William Tuttle. 

La scheda
Un film di Mel Brooks. Con Gene Wilder, Peter Boyle, Marty Feldman, Teri Garr, Madeleine Kahn, Cloris Leachman, Gene Hackman, Madeline Kahn, Richard Haydn, Leon Askin, Arthur Malet, Oscar Beregi, Danny Goldman, Monte Landis, Kanneth Mars, Liam Dump, Anne Beesley, Rusty Biltz, Richard A. Roth, Kenneth Mars, Liam Dunn, Rusty Blitz, John Madison. Titolo originale: Young Frankenstein. Comico, Usa 1974. Durata 106' circa. Produzione: Michael Gruskof, per 20th Century Foz, Crossbow Productions, Gruskoff/Venture Films, Jouer Limited. Distribuzione: Fox - 20th Century Fox Home.

La trama
L’illustre medico Frederick Frankenstein riceve in eredità un castello appartenuto a suo nonno, il Barone Von Frankenstein. Nonostante il disprezzo per la reputazione dell’antenato, il giovane Frankenstein decide di partire per la Transilvania, dove a dargli il benvenuto, trova Igor, aiutante gobbo disposto a prestare i suoi servizi (dietro lauto compenso) e la bella Inga, giovane donna con un non ben specificato ruolo di ‘aiutante’; al trio si unisce Frau Blucher, sinistra custode del castello e inspiegabile motivo di timore da parte dei cavalli di famiglia. Inizialmente riluttante, Frederick cede alla tentazione di proseguire gli esperimenti del Barone quando trova il suo diario di lavoro: una volta rivenuto in un cimitero il cadavere di «un energumeno lungo 2,20 metri e largo come un armadio a due ante», spetta ad Igor trafugare un cervello degno di tale creatura. Tra gobbe evanescenti, allegre dimostrazioni scientifiche e scappatelle notturne, nel castello Frankenstein se ne vedranno delle belle.


Una scena emblematica di Frankenstein Junior, con un grande Gene Wilder

Critica – Rassegna stampa
“(...) Brooks (che anni dopo si sarebbe cimentato con un altro personaggio cardine del filone con il meno riuscito, ma pur sempre godibile, Dracula morto e contento) dirige con mano sicurissima i suoi interpreti - rileva Maurizio Encari di Every Eye - garantendo un ritmo invidiabile al racconto, girato in un bianco e nero perfettamente aderente alle atmosfere lugubremente ironiche della storia, riservando anche un ‘orecchio di riguardo’ alla componente sonora, più volte citazionista verso i classici del genere (...) La fotografia rende inoltre l’operazione particolarmente nostalgica, guardando ai titoli storici degli anni ‘30 e ‘40 e trasmettendo ancor più la sensazione di trovarsi a un film letteralmente fuori dal tempo e destinato a divertire per l’eternità. Grande merito della riuscita complessiva - conclude Encari - è senza dubbio da assegnare anche al cast, la cui scelta non poteva essere migliore: se Gene Wilder è sempre stato una perfetta macchina comica, sono impossibili da dimenticare i due coprotagonisti, il buffo e spaesato mostro di Peter Boyle e soprattutto la figura di Igor, un Marty Feldman che provoca le risate più copiose ad ogni sua apparizione”.

Un primo piano di Marty Feldman, carta vincente
del grande film di Mel Brooks
“(...) L'eclettismo parodistico di Mel Brooks”, osserva Giancarlo Zappoli di My Movies, gli fa realizzare “nello stesso periodo Mezzogiorno e mezzo di fuoco e Frankenstein Junior ma è il secondo destinato a rimanere nella storia del cinema. Perché in questo caso riesce ad andare ben oltre alla parodia grazie forse anche alla collaborazione di Gene Wilder alla sceneggiatura. La cura dei particolari è segno dell'amore che Brooks prova per il cinema che vuole prendere amabilmente in giro”.


Peter Boyle nei panni dell'improbabile Frankenstein
“(...) Capolavoro indiscusso della commedia - scrive Riccardo De Franco di Storia dei Film - cult-movie immediato, boom di vendite in home-video, a prova di quanto ancora oggi sia impresso nell’immaginario collettivo (non a caso vanta alcune delle battute e dei dialoghi più citati) (...) Alla bravura degli interpreti si unisce la stramba galleria di personaggi, principali e secondari, indimenticabili nelle loro peculiarità: in quest’ottica il mattatore indiscusso è il monumentale Marty Feldman, che renderà l'aiutante Igor un’icona immortale della commedia; come sottolineato dallo stesso Wilder, Igor è il simbolo del film, nucleo e motore pulsante della storia, il personaggio che entra sempre in scena al momento giusto e con la battuta più spassosa. Mai eccessivo - scrive sempre De Franco - sempre pungente e talmente simpatico da suscitare risate a ogni sguardo che volge alla cinepresa o agli altri personaggi. Puro genio comico (...)”.

redazione

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