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La locandina |
Frankenstein
Junior
Valutazione media: ♥♥♥♥♥ = 9,5
RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
Premio Oscar 1975: nomination migliore
sceneggiatura non originale a Mel Brooks e Gene Wilder, nomination miglior
sonoro a Richard Portman e Gene S. Cantamessa; Golden Globe 1975: nomination
migliore attrice in un film commedia o musicale a Cloris Leachman, nomination
miglior attrice non protagonista a Madeline Kahn; Saturn Award 1976: miglior film
horror, migliore regia a Mel Brooks, miglior attore non protagonista a Marty
Feldman, migliore scenografia a Robert De Vestel e Dale Hennesy, miglior trucco
a William Tuttle.
La
scheda
Un film di Mel Brooks. Con Gene Wilder, Peter Boyle, Marty Feldman, Teri Garr, Madeleine Kahn,
Cloris Leachman, Gene Hackman, Madeline Kahn, Richard Haydn, Leon Askin, Arthur
Malet, Oscar Beregi, Danny Goldman, Monte Landis, Kanneth Mars, Liam Dump, Anne
Beesley, Rusty Biltz, Richard A. Roth, Kenneth Mars, Liam Dunn, Rusty Blitz,
John Madison. Titolo originale: Young Frankenstein. Comico, Usa 1974. Durata
106' circa. Produzione: Michael Gruskof, per 20th Century Foz, Crossbow
Productions, Gruskoff/Venture Films, Jouer Limited. Distribuzione:
Fox - 20th Century Fox Home.
La trama
L’illustre medico Frederick Frankenstein riceve in
eredità un castello appartenuto a suo nonno, il Barone Von Frankenstein.
Nonostante il disprezzo per la reputazione dell’antenato, il giovane
Frankenstein decide di partire per la Transilvania, dove a dargli il benvenuto,
trova Igor, aiutante gobbo disposto a prestare i suoi servizi (dietro lauto
compenso) e la bella Inga, giovane donna con un non ben specificato ruolo di ‘aiutante’;
al trio si unisce Frau Blucher, sinistra custode del castello e inspiegabile
motivo di timore da parte dei cavalli di famiglia. Inizialmente riluttante,
Frederick cede alla tentazione di proseguire gli esperimenti del Barone quando
trova il suo diario di lavoro: una volta rivenuto in un cimitero il cadavere di
«un energumeno lungo 2,20 metri e largo come un armadio a due ante», spetta ad
Igor trafugare un cervello degno di tale creatura. Tra gobbe evanescenti,
allegre dimostrazioni scientifiche e scappatelle notturne, nel castello
Frankenstein se ne vedranno delle belle.
“(...) Brooks (che anni
dopo si sarebbe cimentato con un altro personaggio cardine del filone con il
meno riuscito, ma pur sempre godibile, Dracula morto e contento) dirige con
mano sicurissima i suoi interpreti - rileva Maurizio Encari di Every Eye - garantendo un ritmo invidiabile al racconto, girato in un bianco e
nero perfettamente aderente alle atmosfere lugubremente ironiche della storia,
riservando anche un ‘orecchio di riguardo’ alla componente sonora, più volte
citazionista verso i classici del genere (...) La fotografia rende inoltre l’operazione
particolarmente nostalgica, guardando ai titoli storici degli anni ‘30 e ‘40 e
trasmettendo ancor più la sensazione di trovarsi a un film letteralmente fuori
dal tempo e destinato a divertire per l’eternità. Grande merito della riuscita
complessiva - conclude Encari - è senza dubbio da assegnare anche al cast, la
cui scelta non poteva essere migliore: se Gene Wilder è sempre
stato una perfetta macchina comica, sono impossibili da dimenticare i due coprotagonisti,
il buffo e spaesato mostro di Peter Boyle e soprattutto la figura di Igor,
un Marty
Feldman che provoca
le risate più copiose ad ogni sua apparizione”.
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Un primo piano di Marty Feldman, carta vincente del grande film di Mel Brooks |
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Peter Boyle nei panni dell'improbabile Frankenstein |
redazione
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