“Il pianeta delle scimmie - Revolution”, un’apocalisse anche per gli scimpanzé
La locandina
Mia previsione: ♥♥♥ = 7
La
scheda
Un film di Matt Reeves. Con Gary Oldman, Kirk
Acevedo, Judy Greer, Angela Kerecz, Keri Russell, Andy Serkis, Jason Clarke,
Toby Kebbell, Kodi Smit-McPhee, Kevin Rankin, Keir O'Donnell, Terry Notary,
Larramie Doc Shaw, Enrique Murciano, J.D. Evermore, Karin Konoval, Christopher
Berry, Steven Wiig, John L. Armijo, Lombardo Boyar, Lee Ross, Lucky Johnson,
Alaine Huntington, Mustafa Harris, Michelle DeVito, Jazzy Ellis, Mahal Montoya,
Rebekah Jean Morgan, Joseph Uzzell, Matthew James, Edward J. Clare, Timothy
Wyant, Richard King, Jon Arthur, Jocko Sims, Bobby Kerecz, Elton LeBlanc, Al
Vicente, Joseph Fischer, Connie Jo Sechrist, Anthony A. Kung, Cynthia LeBlanc,
Kerry Sims, Timothy Pickles. Titolo originale:
Dawn of the Planet of the Apes. Azione/fantastico, Usa 2014. 20th Century
Fox. Uscita: mercoledì 30 luglio 2014.
La trama
Il film è
ambientato quindici anni dopo gli eventi del primo episodio ed è incentrato su
un gruppo di scienziati che stanno cercando di sopravvivere a San Francisco,
mentre Caesar cerca di mantenere il controllo sul regno delle scimmie, ormai
geneticamente evolute. Le scimmie sono minacciate da un gruppo di umani
sopravvissuti al virus devastante rilasciato una decade prima. Dopo aver
raggiunto una pace precaria ed effimera, la guerra tra le due fazioni si
riaccende, in modo da determinare quale sia la vera specie dominante della
Terra.
Recensione
dal trailer
Il regista Matt Reeves
Il genere apocalittico da anni è talmente di
moda che adesso è annesso a film già in partenza fantascientifici. Epidemie
micidiali decimano le popolazioni. Siamo abbondantemente dalle parti di, ad
esempio, Io sono leggenda (2007, di Francis Lawrence, con un impareggiabile Will
Smith) o, anche,
ma con risultati assai meno lusinghieri, vicini a Virus
letale (1995, di Wolfgang
Petersen, con Morgan
Freeman, Donald
Sutherland
e Dustin
Hoffman). In Il pianeta
delle scimmie - Revolution a dover tentare di sopravvivere sono due specie diverse di
abitanti. Uno spunto della fabula
senza dubbio originale.
Il tentativo di 'avvicinamento' tra scimmie e uomini
La fotografia nitida della pellicola è magnetica e aiuta il lavoro del regista di Rockville Centre
(New York, Usa) Matt Reeves (non male il suo horror Blood Story nel 2010).
Unita alla perfetta realizzazione delle scenografie, intrappola l’attenzione sin
dalle prime scene. Non ci si aspettino colpi di genio nella fase di montaggio. I
risultati della computer-grafica, però, sono perlopiù vicini alla perfezione ed
è esuberante il divario visivo con gran parte dei prequel di quest’opera. Ricordiamoli: nel 1968 Il pianeta
delle scimmie,
racconto filmico straordinario per quell’epoca, impreziosito da un cast
notevole in cui spiccavano gli ormai scomparsi James Whitmore e Charlton
Heston; da quella
storica realizzazione filmica prese il via una corposa serie di sequel compresi tra il 1970 e il 1973, per giungere poi ai giorni
nostri con il notevole remake del
2001 dall’identico titolo, firmato da Tim Burton con un cast
stellare in cui spiccavano Mark Wahlberg, Tim Roth, Helena
Bonham Carter
e Paul
Giamatti. Poi nel
2011 il valido reboot di Rupert
Wyatt (una
filmografia esigua la sua, in cui val la pena segnalare giusto Prison
Escape, 2008, con Brian Cox e Joseph
Fiennes), L’alba del
pianeta delle scimmie. Già lì gli effetti speciali giocarono un ruolo di spicco per la
riuscita del film.
L'inizio di un'inevitabile guerra tra le due specie
Abbandonata la Terra, anche su altri pianeti
l’uomo si ritrova impegnato in una gara di sopravvivenza, come ormai siamo
stati abituati a vederglielo fare in decine di pellicole, alcune d’indiscutibile
valore. Si aggira, guardingo, spaventato, pronto a uccidere. La legge è quella,
inevitabile, del mors tua vita mea.
Lo stesso fanno gli abitanti originari del corpo celeste violato e
destabilizzato. Essi, inoltre, si ribellano. S’indignano di fronte a quella che
è una colpa dell’umano.
Jason Clarke in una scena de Il pianeta delle scimmie - Revolution
Le scimmie entrano sempre più in contatto con
l’uomo invasore. Le inquadrature di Reeves mettono a
fuoco questi uomini/bestia che affascinati rigirano tra le mani gli oggetti dell’usurpatore
della loro Terra. Dagli sguardi ‘umani’ delle scimmie - pur nella tragedia cui
sono state gettate - in alcune circostanze emerge un senso quasi di ammirazione
nei confronti di quello che per loro resta comunque il nemico. Nel rapporto
reciproco si ha, a tratti, l’impressione che il regista richiami anche le
sensazioni di Gorilla nella nebbia (1988, di Michael Apted, con
un'abbastanza convincente Sigourney Weaver), anche se
qui si parla di scimpanzé. Soprattutto quando fra le due specie è raggiunto un
accordo per il bene comune. Qui emerge un’altra banalità della sceneggiatura,
che inserisce l’ordinario e petulante contrapposto tra la parte predisposta a
un sodalizio e i cattivi che non danno spazio ad alcun accordo. Decisi solo a
fare la guerra. Quella guerra che sembra essere prerogativa inalienabile dell’animo
umano. Decisivo, comunque, per il ‘salvataggio’ di queste parti nella
concatenazione del racconto filmico, la personalità attoriale di un ‘campione’
come il protagonista Gary Oldman, che già altre volte ha incarnato villain
con ottimi risultati. Bene anche il co-protagonista Jason
Clarke.
Gary Oldman, protagonista del film di Matt Reeves
Un film dal ritmo serrato in cui si mescolano
thriller e azione senza un attimo di
sosta. L’attenzione dello spettatore non dovrebbe mai essere in pericolo e le
interpretazioni di attori, molti dei quali non di fama eminente, sono a
sufficienza convincenti da garantire l’immedesimazione di chi guarda. Certo,
non ci si può aspettare un ‘mai viso e mai sentito’. I dialoghi sono piuttosto
triti e ordinari. Difetto che, a tratti, annoia e mette seriamente a rischio la
credibilità del tutto, considerata anche la componente fantastica di base. Opera
cinematografica, comunque, senza dubbio interessante (nonostante le piattezze succitate)
soprattutto per gli effetti speciali. Il finale è apertissimo, con una serie di
dettagli e domande senza risposta che preludono quasi con certezza a un terzo
film di questa nuova saga.
Stefano Marzetti
Nessun commento:
Posta un commento
Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.
Nessun commento:
Posta un commento
Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.