giovedì 29 maggio 2014

“Voce umana”, Sophia Loren ‘condannata’ a soffrire per amore

La locandina
Mia previsione: ♥♥♥ = 7

La scheda
Un film di Edoardo Ponti. Con Sophia Loren. Drammatico, Ita 2014.

La trama
È la storia di Angela, donna lasciata dall’amante per il quale nutre ancora profondi sentimenti. Nonostante la separazione, i due sono ancora in contatto telefonico. Conversazioni intense, per lui forse piacevoli, per lei strazianti (nonostante cerchi di fingere tranquillità).

Recensione dal trailer
Un film di silenzi, di slow motion, di sorrisi che vorrebbero essere pianti. Di sofferenza a volte trattenuta, che è ancor più dolorosa di quella sfogata. Altre volte un tormento amoroso che deflagra come un vulcano dominato che sa di doversi spegnere, prima o poi. Come le somatizzazioni dell’ansia è un bene che vi siano, perché tenere tutto dentro può anche annientare il discernimento umano. Il presente - questa telefonata in cui vi è un'unica protagonista con la sua Voce umana - si alterna con ripetuti flash back che riconducono la donna ai momenti vissuti col suo ex amante. Lei rivede oggetti, rivive situazioni e torna a sentire emozioni che ora sono spine torturanti.

Il regista
Edoardo Ponti
Non è un inedito il ‘corto’ Voce umana (dalla pièce di Jean Cocteau, tradotta in napoletano e adattata dal novelliere partenopeo Erri De Luca) del figlio di Sophia Loren (la protagonista) Edoardo Ponti (che con la madre dodici anni fa aveva girato il discreto Cuori estranei, con uno stellar-cast che annovera Mira Sorvino, Klaus Maria Brandauer, Gérard Depardieu e Malcolm McDowell). Esiste, del 2007, un altro cortometraggio (venti minuti circa), in pratica sconosciuto e dal titolo quasi identico (La voce umana, in più c’è l’articolo iniziale), girato da Papi Corsicato. Il cineasta napoletano che di recente, nel 2013, si è preso qualche soddisfazione con Il volto di un'altra, riuscita commedia che annovera fra gli interpreti Laura Chiatti e Alessandro Preziosi. La voce umana di Corsicato, pur nella sua brevità, consegue da una sceneggiatura (scritta dal regista stesso) più strutturata, nella quale sono introdotti elementi che aiutano a incorniciare e intendere meglio la vicenda.


Sophia Loren in una scena di Voce Umana
Il soggetto non cambia, ma nella realizzazione in immagini si capisce con chiarezza che la protagonista è un’attrice di teatro che prima di andare in scena parla al telefonino con un uomo che l’ha appena lasciata. Qui il solco è identico a quello dell’opera di Ponti dalla quale il lavoro di Corsicato si discosta nel momento in cui chiude il micro-film con un coup de théâtre in cui durante la rappresentazione l’artista si spara un colpo di pistola alla testa.

Qui fa quasi tutto la Loren, il cui personaggio, comunque, è ben sostenuto dalla mano sicura del 41enne regista di Ginevra (Svizzera). Campi lunghi, primi piani, piani sequenza e camera fissa come in uno spettacolo da palcoscenico, caratterizzano un film che si legge con chiarezza. La premio Oscar per La ciociaraal Festival di Cannes terminato sabato scorso è stata accolta con una standing ovation in piena regola (articolo). È sempre una grande star che però ha perso un po’ di potenza recitativa, anche se in questo caso la sua interpretazione richiedeva un incedere in qualche modo dimesso. Comunque quando c’è da mostrare la ferita dell’umiliazione - che richiama forse volutamente quella dell’inconsolabile Cesira di Vittorio De Sica - l’attrice cresciuta a Pozzuoli sa ancora come fare.

Stefano Marzetti

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