martedì 27 maggio 2014

“Bologna 2 agosto… I giorni della collera” una prima occasione sprecata

La locandina
Mia previsione: ♥♥ = 5

La scheda
Un film di Giorgio Molteni, Daniele Santamaria Maurizio. Con Giuseppe Maggio, Marika Frassino, Lorenzo De Angelis, Roberto Calabrese, Tatiana Luter, Luca Biagini, Enrico Mutti, Lorenzo Flaherty, Martina Colombari, Antonio Serrano, Marco Di Stefano, Massimiliano Pazzaglia, Paolo Romano, Fabrizio Giannini, Gianni Federico, Guglielmo Guidi, Micol Azzurro, Lina Bernardi, Roberta Garzia, Raffaella Illiceto, Giovanni Buzzati, Piero Nicosia. Drammatico, Ita 2014. Durata 98' circa. Produzione: Telecomp Planet Film Production. Distribuzione: Telecomp Planet Film Production. Uscita: giovedì 29 maggio 2014.

La trama
Proprio a ridosso dell’abolizione del segreto di Stato sugli atti relativi alle inchieste sulle stragi degli ‘anni di piombo’, arriva nelle sale italiane Bologna 2 agosto… i giorni della collera, la prima ricostruzione cinematografica delle terribili vicende che sconvolsero l’Italia negli anni ’70. Il film, diretto da Giorgio Molteni, già autore di diversi lungometraggi e serie televisive, ripercorre la storia di un gruppo di ragazzi di destra che deciderà di uscire dall’Msi (Movimento Sociale Italiano) e fondare il gruppo armato N.A.R. (Nuclei Armati Rivoluzionari). Attraverso la messa in scena di uccisioni, rapine, pestaggi e crimini di estrema atrocità, la pellicola ricostruisce l’atmosfera di terrore e di follia degli ‘anni di piombo’, fino ad arrivare a narrare la strage più efferata dal dopoguerra, quella della Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 che causò la morte di ottantacinque persone innocenti e circa duecento feriti.

Critica – Rassegna stampa
Un momento delle riprese
“(...) Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio provano a ricostruire pezzo per pezzo le dinamiche che hanno condotto a quel 2 agosto e la fitta rete di connivenze che ha fatto da sfondo, e da mandante, alla tragedia”. Lo rileva Paola Casella di My Movies. “Mescolando scene di finzione a materiali di repertorio i registi riproducono il clima infiammato di quegli anni (...) Lo stile ‘sporco’ della regia, che vorrebbe richiamare quello del cinema di fine anni Settanta, risulta datato e insufficiente a suggerire uno sguardo nuovo e originale su un periodo storico di difficile decodificazione. I dialoghi sono spesso didascalici - scrive ancora Casella - e declamatori, la recitazione è rigida e retorica, il commento musicale sottolinea ogni scena con enfasi eccessiva. Se da un lato va lodato il coraggio di Molteni e Santamaria Maurizio nel mettere in scena con dovizia di particolari quegli eventi del nostro passato recente che il cinema italiano (salvo rare eccezioni) ha colpevolmente evitato, dall’altro la scelta del tema e l’onesta delle intenzioni non giustificano una confezione così pedissequa (...)”.

Scena emblematica di Bologna 2 agosto…
“(...) Sono fatti arcinoti alle nostre cronache - si legge nella recensione di Danila Belfiore di Eco del Cinema - e in questo, purtroppo, è il limite del film: si è preferito trasporli nella loro successione temporale, evitando accuratamente un punto di vista che possa dare una chiave di lettura a quei tragici eventi. Anche i dialoghi sono semplicistici, quasi didascalici, pertanto i personaggi, anche troppi numericamente, non hanno spessore ma sono solo abbozzati. Manca l’introspezione: di nessuno di loro si capisce l’interiorità, chi davvero sia, e da cosa siano spinte le proprie azioni (...) Sarebbe stato davvero utile - conclude Belfiore - trascinare lo spettatore dentro la vicenda, farlo innamorare dei personaggi positivi e odiare quelli negativi, affinché negli animi si formi, oltre la conoscenza degli eventi, quella parte critica che è necessaria al cambiamento”.


Immagine di repertorio del film di Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio
Mio breve commento
Come spesso accade, quando alcuni registi italiani decidono di trasporre per il grande schermo fatti realmente accaduti, ne nascono film assai poco convincenti, forzati, con attori fuori ruolo o, addirittura, non all'altezza del compito e con dialoghi forzati non credibili. Peccato perché il primo film su una fatto così tragico e determinante per la storia dell'Italia, avrebbe meritato una maggiore cura.

s.m.

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