mercoledì 4 giugno 2014

Il più bello di mercoledì 4 giugno, prima serata, sul ‘digitale’: Iris alle 21,05

La locandina
Pensavo fosse amore invece era un calesse

Mia valutazione: ♥♥♥♥♥ = 10

RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
David di Donatello 1992: miglior attore non protagonista a Angelo Orlando; Nastro d'argento 1992: migliore attrice protagonista a Francesca Neri, miglior colonna sonora a Pino Daniele; Globo d'oro 1992: miglior musica a Pino Daniele.

La scheda
Un film di Massimo Troisi. Con Massimo Troisi, Francesca Neri, Marco Messeri, Angelo Orlando, Natalia Bizzi, Gabriella Barbuti, Nuccia Fumo, Giovanni Febraro, Terence Nadesan, Alessia Salustri, Anna Teresa Rossini, Fiorenzo Serra, Antonio Sigillo, Corrado Taranto, Pia Velsi, Vittorio Viviani. Commedia, Ita 1991. Durata 106' circa. Penta Film - Pentavideo e Cecchi Gori Home Video. Produzione: Esterno Mediterraneo Film, Cecchi Gori Group Tiger Cinematografica.

La trama
Gestore lui di un ristorante, lei di una libreria nei pressi, Tommaso e Cecilia convivono e, a quanto si direbbe, si amano. Ma alla vigilia delle nozze, delle quali si è occupato Amedeo, un sedicente intellettuale amico di Tommaso, la donna rifiuta la cerimonia, accusando Tommaso di pigrizia e tradimenti. Quel matrimonio non si ha da fare. Sgomento e gelosia del giovanotto, in una città come Napoli dove tutto e tutti - a cominciare dai parcheggiatori ciechi - secondo un vecchio luogo comune, sembrano ritenere l'amore come lo scopo della vita. Il mancato sposo si macera nella sofferenza; sproloquia con Amedeo (in attesa di sposare Flora); ignora del tutto la passione di una ragazzetta (Chiara, sorella dell'amico), la quale tenta, sempre  per amore, di avvelenarlo e quando apprende che la sua ex-compagna ha un nuovo fidanzato, Enea, consulta una fattucchiera. Enea è un tipo solare e bizzarro, quanto Tommaso è pigro e introverso e ciò ha come ipnotizzato la bella Cecilia. A un certo momento Enea si rivela anche generoso: ha capito che in fondo la donna ama ancora il suo 'ex' e a questi la lascia, purché - a quanto dice - sappia renderla felice. E scompare partendo per l'Africa. Mentre si preparano per la seconda volta le nozze, Tommaso si accorge con rinnovati timori che, ad essere sinceri, l'amore è latitante. Non va al rito nuziale, come se ne fosse terrorizzato: lei lo cerca dopo la sua vana attesa di sposa davanti all'altare e lo ritrova in un bar. Tommaso afferma «che un uomo e una donna sono in realtà i meno adatti a contrarre il matrimonio».


Da destra, Massimo Troisi, Francesca Neri e Angelo Orlando sul set
Mia recensione
L’unione tra l’uomo e la donna esce da Pensavo fosse amore invece era un calesse come un’esperienza non concretizzabile, effimera come una risata di gusto, fragile come una bomboniera di ceramica, intensa ma momentanea come il piacere di un rapporto sessuale. Massimo Triosi scrive, trasforma in immagini e recita questa passione umana con la solita delicatezza, amarezza e tristezza, ma riuscendo sempre e comunque ad alleggerire il dramma con una sottile ma onnipresente e solleticante derisione dell’uomo che si dibatte nelle sue pene senza fine.

Francesca Neri e Massimo Troisi in una scena del film
Ne nasce un’opera filmica di straordinario valore, accompagnata da una fotografia di Napoli (alcune location, come quella del borgo di Castel dell’Ovo, sono adattate alle esigenze del set) che ben illustra e accoglie le scene principali della narrazione. La colonna sonora di Pino Daniele, giustamente premiata, è la ciliegina sulla torta (non nuziale alla fine), un motivo, una canzone che, una volta usciti dalla sala, si continua a cantare per ore, forse per giorni, per sempre. I personaggi principali della sceneggiatura scritta con Anna Pavignano, sono tratteggiati con sottigliezza di particolari e incarnati da attori di spessore indiscutibile. Ciò fa sì che la pellicola sia costellata di veri e propri momenti comici, dialoghi come piccoli gioielli di raffinata ilarità. In particolare, rilevo gli scambi verbali al limite del nonsenso tra lo stesso Troisi (Tommaso) e un irripetuto (al cinema) Angelo Orlando (Amedeo). Con una Francesca Neri (Cecilia) in stato di grazia (messa evidentemente a proprio agio dalla conduzione dell’attore e regista partenopeo), il genio scomparso a soli 41 anni a causa di una grave anomalia cardiaca, mette in scena un rapporto di coppia col quale l’immedesimazione da parte degli spettatori - e in particolare dei partner d’amore - tocca il massimo livello immaginabile. Quasi si stesse assistendo a una carrellata di déjà vu. L’apporto recitativo di un caratterista congenito come Marco Messeri (Enea) è di grande importanza, perché fa luce su un altro aspetto dell’intreccio sentimentale, la comparsa di un terzo di cui non si tollerano le qualità, incomprensibile causa della propria emarginazione.

Marco Messeri,
nel film è Enea
Con Pensavo fosse amore invece era un calesse, Massimo Triosi (di cui, va ricordato, quest’anno ricorre il ventennale della scomparsa) regala al cinema e ai propri fan (da Sud a Nord) un proprio ennesimo capolavoro di malinconia, comicità e profonda verità esistenziale. Un film in cui, stavolta più che in altre circostanze (penso, ad esempio, ai continui imbarazzi e impacci e inciampi di Ricomincio da tre, di Scusate il ritardo fino, addirittura, alla tristissima incapacità de Il postino), l’amore la fa davvero da padrone in quasi tutte le sue sfaccettature inclementi: gelosia, tradimento, sofferenza per l’abbandono, incomprensione reciproca, ripetitività, paura del matrimonio, scontro, urla, fastidio, noia. Non si può non vedere questo film.

Stefano Marzetti

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