giovedì 5 giugno 2014

Il più bello di giovedì 5 giugno, prima serata, sul ‘digitale’: MTV alle 21,10

La locandina
Io, me & Irene

Valutazione media: ♥♥♥ = 6,5


La scheda
Un film di Bobby Farrelly e Peter Farrelly. Con Jim Carrey, Robert Forster, Chris Cooper, Richard Jenkins, Renée Zellweger, Rob Moran, Anthony Anderson, Ezra Buzzington. Titolo originale: Me, Myself & Irene. Commedia, Usa 2000. Durata 117'. 20th Century Fox.

La trama
Charlie, agente di polizia con diciassette anni di servizio alle spalle, è una persona educata e gentile. Quando la moglie lo abbandona, lui cerca di farsene una ragione e prende con sé anche i tre figli di colore che lei gli lascia. Purtroppo Charlie è affetto da personalità dissociata. Quando finisce le medicine, eccolo diventare Hank, un iperaggressivo alter ego, uno che dice oscenità, beve e spacca il muso a chiunque gli capiti a tiro. Il suo superiore lo incarica di scortare a Massina, vicino a New York, Irene, una ragazza arrestata e accusata di complicità con loschi personaggi. Anche i malavitosi la inseguono per eliminarla e così il viaggio diventa a poco a poco più complicato. Mentre gli incidenti si susseguono, Charlie deve fronteggiare il periodico riaffacciarsi di Hank e questo gli crea difficoltà soprattutto nel rapporto con Irene, di cui si è invaghito. Quando è all'inseguimento di Dickie, il boss della banda, Charlie affronta Hank e lo getta finalmente fuori. Quando anche Dickie muore, tutto sembra risolto. Irene saluta Charlie, ma poco dopo la polizia la ferma. Charlie si avvicina e le chiede di sposarla.

Critica e rassegna stampa
Serata grama (se si eccettua, su TV 2000, Cristo si è fermato a Eboli [articolo], passato in televisione solo lo scorso 22 maggio e presentato da Filmamare). Non resta che consigliarvi questa commedia demenziale ma, a mio avviso, ben costruita e con il solito, straripante e strepitoso Jim Carrey. È passato troppo tempo dall’ultima volta che ho visto questa pellicola, quindi mi avvalgo delle recensioni di alcuni colleghi. Per quel che ricordo di quest’opera, i giudizi letti sono un tantino severi. Soprattutto quando è sminuito lo stile dei fratelli Farrelly, che hanno fornito spesso prova - e pure in questo caso - di saper intrattenere con le gag molto divertenti di cui sono costellati i loro film. È vero che Carrey è talmente ciclonico da incombere sul resto del cast, ma non si deve sottovalutare la buona prova di Renée Zellweger, per non parlare dei deliziosi innesti degli inarrestabili figli del protagonista. Mia valutazione: ♥♥♥ = 7.

“(...) Dopo il clamoroso successo di Tutti pazzi per Mary - si legge su Film Up - tornano alla riscossa i fratelli Farrelly in una nuova commedia provocatoria e, come al solito, esagerata (...) Non manca niente di quello che si cerca nei film della nota coppia di registi: una comicità forte, che tende a prendere in giro tutto e tutti (magari anche i meno fortunati), una scuola formatasi attraverso i film di Zucker-Abrahams (quelli de L'aereo più pazzo del mondo) ma con in più una libertà e una sfrontatezza nell’affrontare l’argomento senza mai autocensurarsi. Trasgressione allo stato puro con una sola preoccupazione: quella di far ridere in maniera liberatoria”.

Jim Carrey, solito mattatore, in una scena di Io, me & Irene
“(...) Ancora una commedia senza ritmo - rileva Simone Emiliani di Sentieri Selvaggi - che vive di cortocircuiti corporei (Scemo & + Scemo) o su una calcolata commistione tra satira e un humour dichiaratamente basso (...) c’è un’affascinante forza nascosta, messa in moto dai continui movimenti centrifughi del corpo di Jim Carrey che si allargano anche e condizionano altri personaggi. Opera d’improvvisi risvegli (...) in un gioco continuo di scambio di ruoli, in cui Carrey fa faticosamente convivere nel proprio corpo Jekyll e Hyde, riuscendo a contorcersi incredibilmente per materializzare visivamente il loro scontro, il loro contrasto. Io, me & Irene manca certamente di una sua compattezza, soprattutto in quel pallido intrigo poliziesco che si nasconde dietro l'estremismo nel comico dei fratelli Farrelly. Ma questa mancanza di compattezza - scrive ancora Emiliani - deriva proprio dalla potenza di Jim Carrey che si abbatte come un ciclone suoi luoghi e sugli altri personaggi, che è capace di coprire il campo visivo da solo, di riempire da solo la singola immagine (...)”.

redazione

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