venerdì 9 maggio 2014

Il più bello di venerdì 9 maggio, prima serata, sul ‘digitale’: Iris alle 21

La locandina
Rapimento e riscatto

Mia valutazione: ♥♥♥ = 6,5


La scheda
Un film di Taylor Hackford. Con Meg Ryan, David Caruso, Russell Crowe, Pamela Reed, David Morse, Anthony Heald, Margo Martindale. Titolo originale: Proof of Life. Thriller, Usa 2000. Durata 135' circa.

La trama
Peter Bowman è un ingegnere americano rapito dai guerriglieri mentre sta lavorando in un paese sudamericano. Il riscatto richiesto è di tre milioni di dollari che però la società per cui Peter lavora, in cattive acque, non può pagare. La moglie di Peter, Alice, è costretta ad affrontare questa situazione e si affida a un negoziatore professionista, Terry Thorne. Con l'aiuto di alcuni mercenari Terry organizza un'operazione temeraria ad altissimo rischio per salvare David. Nel corso dei negoziati fra Alice e Terry nasce una forte attrazione.

Russel Crowe in azione in Rapimento e riscatto
La mia recensione
Meg Ryan quando era molto bella
Il film dell’oggi 69enne Taylor Hackford (il suo capolavoro è Ufficiale e gentiluomo del 1981 – non si è più ripetuto a livelli così alti - che consacrò Richard Gere star indiscussa e potente del cinema hollywoodiano) è un esperto di thriller e azione (fra l'altro è appena entrato nelle sale con l'atteso Parker, protagonisti Jason Statham e Jennifer Lopez). Propensione confermata in questa pellicola di quattordici anni orsono, che è proprio sulla suspance e sulle sequenze di scontri a fuoco che basa la sua comunque contenuta riuscita. Il tema del rapimento, delle contrattazioni con conseguente angoscia e rabbia e paura, è fra i più sfruttati e il cineasta californiano non fa molto per proporne una versione originale.

Russel Crowe negoziatore nel film di Taylor Hackford
La sceneggiatura di Tony Gilroy (eccellente autore di script, fra cui tutta la straordinaria saga di Bourne oltre che pellicole di valore come L’avvocato del diavolo nel 1997 e Michael Clayton nel 2007) punta anche molto sulla presenza nel cast di due attori che a quel tempo erano sulla cresta dell’onda: parlo in particolare di Meg Ryan, che sembra destinata a un pensionamento anticipato (i ritocchi di chirurgia estetica a mio avviso non giovano alla sua carriera) lontana dal grande schermo da circa cinque anni e prestata alla tv per alcuni episodi della serie Web Therapy e di Russell Crowe, che al contrario continua a essere uno degli interpreti più affidabili e costanti dello star system cinematografico mondiale, reduce dal kolossal Noha (articolo), film che, pur avendo incassato alcune critiche, s’è portato a casa discrete soddisfazioni.

A sinistra il regista Taylor Hackford sul set con Meg Ryan e Russel Crowe
La buona impalcatura del lungometraggio, con un’impeccabile concatenazione d’immagini e un abile montaggio, è inficiata dal perdersi del racconto nello sdolcinato dispiegarsi della tresca fra l’intrepido e affascinate intermediario con la bella e angosciata moglie dell’ostaggio (personificato con professionalità da David Morse, nel 2013 visto nell’appena sufficiente World War Z con Brad Pitt).

Nel complesso un passabile action movie la cui tensione si mantiene sempre molto alta. Pregevoli le location, soprattutto quelle nella giungla e ben realizzate le situazioni di guerriglia grazie a effetti speciali di inappuntabile livello. Non è un filmone e, fra l’altro, è proposto molto spesso in tv. Ma può essere un’allettante alternativa per chi, questa sera, preferirà una tranquilla permanenza casalinga alle, presunte, ‘emozioni’ della prima baldoria da week end. 
Stefano Marzetti

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