mercoledì 7 maggio 2014

“Diario di un maniaco perbene”, un lupo solitario col cappio al collo

La locandina
Mia aspettativa: ♥♥ = 5

La scheda
Un film di Michele Picchi. Con Giorgio Pasotti, Valeria Ghignone, Valentina Beotti, Angela Antonini, Tatiana Lepore, Rita Capri, Gloria Cinconze, Ninni Bruschetta. Commedia, Ita 2014. Durata 87'. Cydia Srl. Uscita giovedì 8 maggio 2014.

La trama
Lupo, comico e disperato artista quarantenne, nella sua vita non ha mai finito niente, a partire dalle donne. D’altronde, è un ‘maniaco perbene’ e come tale, vede la sua vita attraverso uno ‘spioncino’. Trascinato dalle proprie manie e dai suoi eterni interrogativi sul mondo, a suo modo rassicura e approccia ogni categoria di donna, dalla sensuale ‘esperta di Hemingway e di Kamasutra’, alla giovane suora, che corteggia spudoratamente usando come pretesto i propri finti dubbi ‘teologici’.

Recensione
L’opera del semi sconosciuto Michele Picchi (al suo primo lungometraggio dopo una gavetta da assistente alla regia) – messa su pellicola partendo da un soggetto e da una sceneggiatura scritti dallo stesso neo cineasta – è appesantita da un susseguirsi di quadri filmici spiazzanti nel senso di ammorbanti e gravati da una colonna sonora (Pivio De Scalzi) spesso sovrastante e da una molesta voce fuoricampo. Non manca qualche passaggio intelligente e divertente ma purtroppo, nell’insieme, il protagonista è poco credibile, sia per colpa del modo in cui è stato ‘disegnato’ dallo script, sia per responsabilità del pur bravo anche se mai realmente ‘esploso’ Giorgio Pasotti (infilatosi di recente nel pessimo 'vanzinesco' Sapore di te), a mio avviso fuori ruolo in questo racconto.

Una scena tratta da Diario di un maniaco perbene
Il regista
Michele Picchi
I dialoghi poco spontanei non aiutano. Rallegrante, invece, la caratterizzazione del sempre efficace Ninni Bruschetta (visto nell’apprezzato Come non detto, 2012, di Ivan Silvestrini). Si parla, in prevalenza - ma con grande fatica per giungere al nocciolo - di solitudine, d’isolamento dalla società e d’incapacità di affrontare gli eventi quotidiani. Il tutto fino all’estremo risultato di trasformarsi in persone per certi versi inquietanti, ‘alluppate’ nei propri pensieri maniacali, appunto, che non conducono da nessuna parte, se non al rischio di follia.

Giorgio Pasotti
Il personaggio principale è un lupo solitario “di nome e di fatto – come si legge nella recensione di Cine Blog - con un cappio al collo, decisamente poco metaforico e destinato a trasformarsi in ispirazione, girovagando in una Roma d’agosto assolata e deserta, molto diversa da quella de La grande Bellezza di Paolo Sorrentino, della quale il suo misterioso Stefano deteneva tutte le chiavi”. Quella riprodotta dal 40enne bergamasco Pasotti è una persona - eterno pesce fuor d'acqua - circondata da personaggi al limite del macchiettistico. Se siete predisposti a sorbirvi una concatenazione d’immagini e di situazioni troppo distanti dal reale, allora questo Diario di un maniaco perbene (presentato al Taormina Film Fest dello scorso anno) è il film che potrebbe fare al caso vostro nella prossima fine settimana.

Premessa: l’articolo è basato solo su alcuni videoclip, quindi deve essere considerato un’interpretazione parziale del film, dove possibile arricchita con diverse informazioni e integrata dal parere di altri critici.

st.mar.

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