giovedì 15 maggio 2014

Il più bello di giovedì 15 maggio, prima serata, sul ‘digitale’: Mtv alle 21,10

La locandina
Before Sunset - Prima del tramonto

RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
National Board of Review Awards 2004riconoscimento speciale per l'eccellenza nel filmmaking; Empire Awardmiglior attrice a Julie Delpy.

Mia valutazione: ♥♥♥ = 7

La scheda
Un film di Richard Linklater. Con Ethan Hawke, Julie Delpy, Vernon Dobtcheff, Louise Lemoine Torres, Rodolphe Pauly, Mariane Plasteig, Diabolo. Titolo originale: Before Sunset. Sentimentale, Usa 2004. Durata 80' circa.

La trama
Dopo averli lasciati nove anni prima a Vienna (nel primo film della trilogia, Prima dell'alba, 1995, Orso d´argento alla Berlinale 1994) dopo una sera e una notte trascorsa insieme e un amore nato e rinviato a un appuntamento qualche mese dopo. Li ritroviamo, Jesse e Celine, con lui sposato e con figli e diventato scrittore proprio raccontando la storia di nove anni prima. A una presentazione del suo libro a Parigi arriva anche Celine che si è riconosciuta nella protagonista. I due passeggiano per le vie di una capitale francese semideserta. Parlano di se stessi, di quanto sono rimasti uguali ad allora e anche di quanto sono cambiati. Ancora una volta hanno poche ore perché Jesse ha un posto prenotato in aereo. Cosa succederà?

Critica
Precisazione: ho visto questo film solo nel 2004, quando uscì. La seguente critica cinematografica, va quindi intesa come rassegna stampa effettuata raccogliendo le osservazioni di colleghi di altre testate giornalistiche.

***

Decisamente migliore del precedente - secondo la recensione di Film per Tutti - questo capitolo due con un ritmo assolutamente avvolgente in un’atmosfera ‘alla Rohmer senza Rohmer’. Grazie a una sceneggiatura mai retorica o romanticheggiante e grazie, soprattutto, a due attori che reggono i lunghi primi piani e tutto il film sulle loro spalle, Linklater ci regala un piccolo gioiello su come si fa cinema parlando dei sentimenti senza scivolare nella soap opera e senza imitare i maestri. Ci offre poi un finale assolutamente ‘giusto’ in cui ci lascia liberi di decidere non rinunciando a suggerire.

Julie Delpy
Ethan Hawke
“Duro, molto duro, sostenere un’ora e mezza davanti alla cinepresa - scriveva Valerio Salvi di Film Up - avendo a disposizione come comprimario ‘soltanto’ Parigi e come attrattiva le tue parole. Un film affabulante con i suoi mille percorsi di pensiero che non seguono alcuna logica se non quella del bisogno di ritrovarsi e di riconoscersi (...) Una grande idea, un’ottima realizzazione per un regista mai scontato” ma con una “perenne sensazione di fuori registro che nonostante l’indubbia difficoltà di un dialogo continuo che non consente recuperi, è anche appesantito da delle voci assurde che sembrano provenire da uno studio piuttosto che dal contesto”.
redazione


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