sabato 17 maggio 2014

Cannes, “Winter Sleep” (in concorso) e i primi applausi del festival francese

Il manifesto del film
La scheda
Un film di Nuri Bilge Ceylan. Con Haluk Bilginer, Melisa Sozen, Demet Akbag, Ayberk Pekcan, Serhat Mustafa Kiliç, Nejat Isler, Tamer Levent, Nadir Saribacak, Mehmet Ali Nuroglu. Titolo originale: Kis uykusu. Drammatico, Tur/Fra/Ger. Durata 196'.

La trama
Aydin è un attore in pensione, ora gestisce un piccolo hotel in Anatolia centrale. Ci sono due donne della sua vita: sua moglie, distante e fredda in ogni senso e la giovane sorella, divorziata da poco tempo. Con l'inverno arriva la neve che copre interamente la steppa e porta la noia. Uno stato d'animo che spinge Aydin a partire per un lungo viaggio.

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Applausi scoscianti (la proiezione, va detto, era anche quella ufficiale con pubblico) alla prima stampa di Winter Sleep, film del regista turco Nuri Bilge Ceylan (apprezzati i suoi primi tre film, in particolare nel 2011 C'era una volta in Anatolia) in corsa per la Palma d'oro di questa 67^ edizione del Festival di Cannes. E questo nonostante le tre ore e quindici minuti di durata di questo poema da camera turco, tra Bergman e Shakespeare, con un gruppo attoriale che mette fin da adesso una consistente ipoteca per un premio. (Fonte AnWinter, Sleep, turco, sa online)

Critica – Rassegna stampa
Una scena di Winter Sleep
“Un film molto classico ambientato nella steppa anatolica che sembra quella russa raccontata da Cechov nelle sue opere”, rileva Mauro Donzelli di Coming Soon. "Un’ambientazione fuori dal tempo che rimanda al romanzo ottocentesco, con il fuoco nel camino, le pareti di pietra, la luce fioca delle candele, le camere non riscaldate (…) I nostri protagonisti sono i signorotti del luogo, con le persone a servizio, della povera gente locale che abita nelle loro tante case di proprietà, un imam ossequioso che ricorda un don Abbondio di campagna (...) Una incomunicabilità che sembra diventare anche un’accusa di chi ha lottato per una Turchia contemporanea, laica, che vede con snobismo dell'artista la religione come superstizione del popolino, contro chi invece sembra volersi accontentare, o peggio tornare indietro. Winter Sleep – scrive ancora Donzelli - è un accumularsi di tanti dialoghi densi, di cui colpisce la lucidità spietata dei giudizi che i personaggi si scambiano, che arrivano con rassegnazione, tanto da farci percepire gli anni di non detti che ora non possono più nascondere la verità, le ferite del
Il regista turco Nuri Bilge Ceylan
tempo che inevitabilmente ci si infligge, spesso non volendolo. Del resto, lo si dice varie volte, «le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni» (...)
Ceylan realizza il suo film più riuscito, verbosissimo ma ipnotico, che si nutre di pesanti ambizioni senza cali di tono. Un ritratto spietato eppure molto umano, di non detti che logorano e del tempo che inevitabilmente cambia tutti noi e il nostro rapporto con chi amiamo”.

L'attore protagonista, il 59enne turco Haluk Bilginer
Secondo Giancarlo Zappoli di My Movies, il 55enne cineasta di Istanbul “ancora una volta riesce ad emozionare con un'opera che sfida la lunga durata uscendone vincitrice assoluta (…) realizza una sintesi del proprio cinema dimostrando una libertà creativa che lo affranca dalla ripetitività. Dopo il successo dei film precedenti (…) sarebbe stato facile tornare a proporre atmosfere e tempi rarefatti. Ceylan opta invece per una sceneggiatura in cui la parola domina integrandosi con un paesaggio e con interni che riflettono e, al contempo, determinano gli stati d'animo. Se il rimando a Shakespeare è in questa occasione palese (dal nome dell'hotel al manifesto di un ‘Antonio e Cleopatra’ fino a una diretta citazione) l'amato Cechov torna a innervare l'opera del regista. Perché il film – commenta sempre Zappoli - è pervaso da una sensazione di resa alla fragilità dei rapporti mentre al contempo se ne cerca una ragione e una soluzione (magari nella Istanbul che sostituisce come meta desiderata la Mosca del maestro russo). Ceylan però si impadronisce di questo mood per operare una lettura delle relazioni uomo/donna che, portata sullo schermo grazie ad attori straordinari, ne fa emergere le pieghe e le piaghe più nascoste”.

redazione

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