L'ultra-definizione del 4K potrebbe rivoluzionare il mondo del cinema |
La smania di vedere immagini sul video che
siano sempre più simili al reale, pare non avere limiti. Così com’è senza
confini la brama di denaro delle aziende produttrici. Sono ancora tantissimi
quelli che si pavoneggiano per il fatto di possedere costosissimi supporti
audiovisivi Full HD (alta definizione, significativamente superiore a quella
degli standard televisivi maggiormente diffusi nel mondo nella seconda metà del
XX secolo, cfr. Wikipedia), magari in 3D (tridimensionale) ed ecco che l’intrattenimento
cinematografico del futuro – che
comunque è già presente (basta fare un giro in
un centro commerciale per rendersi conto di quanti prodotti siano già in
vendita) – è il 4K (lo standard emergente per la risoluzione della televisione
digitale, del cinema digitale e la computer grafica; 4kilo [in italiano ‘4 mila’]
indica l'approssimazione dei suoi circa quattromila pixel orizzontali di
risoluzione, cfr. Wikipedia). Perché, quindi, accontentarsi del 1.080 pixel,
quando si può godere dell’ultra-definizione di ben 4.096×2.304 pixel? Tutti
pronti ad ‘accendere’ nuovi pagamenti rateali per acquistare apparecchiature al passo
col progresso? Con i tempi che corrono forse no, ma per i più fortunati la
domanda dev’essere: quanti contenuti sono già disponibili per il nuovo formato,
il 4K appunto?
Una scena di The Wolf of Wall Street film girato con il sistema 4k |
La scelta su come girare un film cambia da regista a regista |
Quello che a Filmamare più interessa, com’è
ovvio, è quale influenza questa nuova tecnologia avrà sul cinema nel senso più
intrinseco del concetto. A guidare la risoluzione dell’immagine, tanto per
cominciare, sono televisione e computer-grafica. Ma l’universo dei film non se
ne sta certo con le mani in mano. Ai meno informati potrà sorprendere, ma il
cinema - incluse le grandi produzioni colossal
di Hollywood - non ha per niente abbandonato il sistema analogico, quello della
vecchia e cara pellicola (il leggendario nastro di poliestere o di tri-acetato
di cellulosa su cui è impressa la serie di fotogrammi che, fatti scorrere uno
dietro l'altro, danno vita alle immagini da vedere sul grande schermo). La cosa
più corretta da dire in questo senso, è che non esiste una regola fissa e che c’è
una certa differenza tra fase di produzione del film e fase di godimento dello
stesso da parte del pubblico. Su come girare, la scelta è del regista, che in
alcuni casi resta legato all’analogico perché considerato più ‘caldo’ e ‘fedele’;
ci sono cineasti che preferiscono l’esclusività cool del digitale e quelli che usano entrambe le tecniche,
mischiandole a seconda delle esigenze sceniche. In tutti i casi, il suddetto 4K
può giocare un suo ruolo molto importante.
La leggendaria pellicola non sembra comunque destinata a sparire |
In ogni caso, la diffusione delle opere nelle
sale cinematografiche è ancora largamente su pellicola, a prescindere dal fatto
che il film sia stato girato in analogico o in digitale. Questo perché non
tutti i cinema sono attrezzati con la corretta apparecchiatura, tanto che il
primo lungometraggio completamente su supporti digitali è stato il recentissimo
The
Wolf Of Wall Street di Martin Scorsese con Leonardo
Di Caprio,
uno dei campioni d’incasso d’inizio 2014 (anche se molto meno premiato del
previsto, a cominciare dagli Oscar, leggi di più). Detto ciò, i
problemi sono tutti di chi ama vedere o rivedere i film a casa propria. Dal
2009, comunque, sono diversi i titoli girati direttamente in 4K o ultra HD che
dir si voglia, come il premio Oscar The Social Network (2010, di David
Fincher), ma anche –
per fare pochi esempi - District 9 (2009, di Neill Blomkamp) e Segnali dal
futuro (Knowing in inglese,
2009 di Alex
Proyas, con Nicolas
Cage). Insomma, come disse Eleanor Roosevelt, "il futuro appartiene a coloro che credono
nella bellezza dei propri sogni".
st.mar.
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