venerdì 16 maggio 2014

Cannes, “Captives” di Atom Egoyan delude la critica del Festival

La locandina
La scheda
Un film di Atom Egoyan. Con Ryan Reynolds, Scott Speedman, Rosario Dawson, Mireille Enos, Kevin Durand, Alexia Fast, Peyton Kennedy, Bruce Greenwood, Brendan Gall, Aaron Poole, Jason Blicker, Aidan Shipley, Ian Matthews, Christine Horne, William MacDonald, Ella Ballentine, Jim Calarco, Michael Vincent Dagostino. Thriller, Usa 2014. Durata 113’.

La trama
Il film racconta il rapimento di una bambina di nove anni, prelevata dall’auto del padre mentre lui entra in un negozio a fare una commissione. I genitori passano gli anni successivi a cercare la figlia scomparsa, con l’aiuto di una detective specializzata nella sottrazione dei minori e nell’abuso da parte di pedofili, soprattutto attraverso la Rete. «Nel mio mestiere non ci sono lieti fine, solo storie bruscamente interrotte», dice la l’investigatrice. Ed è questa la cifra più originale del cinema di Atom Egoyan: raccontare storie interrotte che non riusciranno più a recuperare la propria interezza.

Cosa si dice
Captives, del regista canadese di origine armena Atom Egoyan, in concorso alla 67esima edizione del Festival di Cannes, non ha convinto tutti i giornalisti accreditati alla proiezione stampa che si è tenuta venerdì 16 maggio. Il film ha raccolto più mugugni che applausi. Da non confondersi con Captives - Prigionieri, apprezzato thriller del 1995 della cineasta britannica Angela Pope, con Julia Ormond e Tim Roth; né con Captive, 2012, più che discreto drammatico del regista californiano Brillante Mendoza,
Il regista
Atom Egoyan
con
Isabelle Huppert (quando si dice, un titolo un tantino inflazionato... ), questa di Egoyan è comunque una pellicola che offre diversi spunti, alcuni dei quali piuttosto interessanti. Il più profondo – scrive Paola Casella di Europa Quotidiano (online) - riguarda il ruolo degli uomini, incapaci (…) di esserci al momento giusto e di proteggere le donne loro affidate: vale per il padre della bambina scomparsa ma anche per un collega della detective. L’uomo è troppo occupato dalle proprie ansie e ambizioni per dimostrarsi, al momento buono, un partner affidabile”.

«Sono stato spinto a fare questo film anche per un fatto di cronaca successo in Canada, ovvero la sparizione di un giovane in un parco», ha dichiarato il regista parlando di questa sua ultima fatica (è comunque già al lavoro per Remember, altro thriller che dovrebbe uscire l’anno prossimo e che vanta nel cast l'intramontabile Christopher Plummer). «La cosa che più mi ha impressionato - ha aggiunto Egoyan - è che a distanza di tempo ci sono ancora gli appelli dei genitori dappertutto. È un dolore che non passa».

s.m.

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