martedì 15 aprile 2014

Quelli che forse non avete ancora visto (recensione con trailer)

La locandina
Before Midnight

Mia valutazione: ♥♥♥♥ = 8

La scheda
Un film di Richard Linklater. Con Ethan Hawke, Julie Delpy, Seamus Davey-Fitzpatrick, Jennifer Prior, Charlotte Prior, Xenia Kalogeropoulou, Walter Lassally, Ariane Labed, Yannis Papadopoulos, Athina Rachel Tsangari, Panos Koronis, Enrico Focardi, Yota Argyropoulou, Serafeim Radis, Anouk Servera, Manolis Goussias. Drammatico, Usa 2013. Durata 109'.

La trama
Jesse, Céline e le loro bellissime bambine sono il ritratto della felicità e della famiglia perfetta. Tuttavia, quando le loro indimenticabili vacanze estive in Grecia volgono al termine, i due coniugi si rendono conto di non essere più i giovani e spensierati innamorati di un tempo. Lavoro e famiglia hanno lasciato il segno e il rientro a Parigi significa ritornare a una vita che nessuno dei due vuole più. La notte prima di ripartire Céline e Jesse affronteranno le paure più oscure legate all'amore, al senso di dovere e al matrimonio, per prendere una decisione finale: continuare a stare insieme o lasciarsi per sempre. Ponendosi le domande più difficili della loro esistenza, capiranno se seguire il cuore è stata la scelta giusta da fare.

Mia recensione
Se, com’è vero, fare dell'ottimo cinema è, anche, riuscire a ottenere un alto grado d’immedesimazione dello spettatore con i personaggi del racconto, ecco spiegato il motivo per cui Before Midnight - un drammatico con sprazzi da commedia - sia un bellissimo film. Tanto apprezzato dalla critica e ricoperto di nomination, quanto non premiato come avrebbe meritato dagli incassi al botteghino. Terzo capitolo dopo Before Sunrise - Prima dell'alba (1995) e Before Sunset - Prima del tramonto (2004), anche questi girati dall’oggi 53enne Richard Linklater (pronto a stupire di nuovo con il promettentissimo Boyhood del 2014), dovrebbe chiudere questa trilogia che lascia comunque un finale aperto e quindi fa pensare che la storia tra Jesse (Ethan Hawke, che sarà tra i protagonisti anche dello stesso Boyhood) e Céline (la parigina Julie Delpy, che deve il novanta percento del suo successo proprio a queste tre pellicole) possa essere destinata a proseguire in un quarto episodio.


Ethan Hawke e Julie Delpy in un a scena di Before Midnight
L'opera è basata sull'ottima sceneggiatura, questa volta scritta dagli stessi interpreti – entrambi molto bravi nella fase recitativa con un punticino in più per Hawke - insieme al cineasta texano, il quale nella trasposizione in pellicola ha saputo amalgamare con risultati eccellenti lunghissimi confronti dialettici a tecniche d’inquadratura in presa diretta, da fine architetto dell'esperienza cinematografica. L’identificazione di cui sopra, fra l'altro, è la cosiddetta ‘variabile’, che cioè si sposta da un personaggio all'altro e mostra, a turno, le diverse sfaccettature caratteriali e fisiche. In particolare per ciò che riguarda i due attori principali, chi guarda è trasportato in due direzioni, cioè verso i due punti di vista.

I due attori con il regista Richard Linklater
Nel corso della lunga e aspra discussione finale, che rischia di sgretolare una decennale relazione d'amore, come a me pare ovvio la sensibilità femminile del fruitore farà prevalere una maggiore 'empatia' con Céline e con quella maschile accadrà invece con Jesse. Si tratta della sezione più coinvolgente della pellicola - fatta, lo ripeto, quasi esclusivamente di dialogo e inquadratura - in cui è resa evidente da una parte la concretezza in apparenza superficiale e snervante dell'uomo, dall'altra la passionalità in apparenza confusionale e distruttiva della donna.

Un'altra scena importante di questo film
C'è in Before Midnight una verosimiglianza che sa molto di Woody Allen, per la scrupolosità e la durata degli scambi verbali e per quella delle immagini. Svariati minuti, ad esempio, dura anche la chiacchierata in automobile a inizio film, con la ripresa continua dei personaggi realizzata da una telecamera posta sul cofano. Scelta che, anziché penalizzare il flusso narrativo, favorisce la concretezza della scena tanto da dare l'impressione di esservi partecipi. A tal punto è preponderante la parte colloquiale dell'opera di Linklater - mai lenta, anche se inizialmente sotto questo aspetto potrebbe preoccupare - che la colonna sonora è quasi inesistente, se si eccettua un movimento proposto a basso volume e solo per favorire la continuità tra i rari ‘stacchi’ da una situazione a un'altra. Importante invece, in alcune parti del girato, l'attenzione per la fotografia (Christos Voudouris), che esalta in particolare i panorami e la macchia mediterranea greci. Così come scrupolosa importanza è stata data all'accadibile trasformazione fisica dei protagonisti, che come succede anche nell'accaduto mostrano rughe e sovrappeso, in parte forse accentuati da trucco e preparazione fisica che ha preceduto le riprese. Un film serio, a tratti commovente, da non perdere.

Stefano Marzetti

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