martedì 15 aprile 2014

Il più bello di martedì, prima serata, sul ‘digitale’: Rai Movie alle 21,15 (con trailer)

La locandina
Questione di cuore

Mia valutazione: ♥♥♥♥ = 8,5

La scheda
Un film di Francesca Archibugi. Con Antonio Albanese, Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti, Francesca Inaudi, Andrea Calligari, Nelsi Xhemalaj, Chiara Noschese, Paolo Villaggio, Francesca Antonelli, Daniele Luchetti, Stefania Sandrelli, Paolo Sorrentino, Carlo Verdone, Paolo Virzì. Drammatico, Ita 2008. Durata 104'. 01 Distribution.

La trama
I cuori di Alberto e di Angelo ingrippano nella stessa notte e così si conoscono in un ospedale di Roma. Così dice Angelo, giovane carrozziere di ex borgata, ex sottoproletario, un ex tutto diventato qualcosa che Alberto, sceneggiatore di successo, bravo e matto, rumoroso e squilibrato come un rinoceronte, non capisce. Diventano amici in sala rianimazione. Si legano in modo istantaneo, sorpresi loro stessi di capirsi così profondamente. L’amicizia si trasforma in un rapporto quasi fraterno per cui Alberto entrerà a far parte della famiglia di Angelo in modo sempre più stretto e indispensabile.

Recensione
Un film che amo molto, di cui ho il dvd e che rivedo spesso e volentieri. Svariate le valenze nascoste da far emergere, forse la più importante è l’amicizia, ma anche la malattia e la caducità della vita. La creatività in mestieri agli antipodi, il contrasto tra proletariato e aristocrazia. La crisi del talento e l’evasione fiscale sistematica. L’amore, anche, che in Questione di cuore (2008) è trattato dalla regista Francesca Archibugi (di cui mi piace ricordare il commovente Il grande cocomero del 1993 con un ispiratissimo Sergio Castellitto) con una parsimonia che impedisce a quel sentimento, spesso abusato nel cinema d’ispirazione ‘commerciale’, di disperdere l’obiettivo principale di questa narrazione filmica che è suscettibile di letture più indicative. La 53enne cineasta romana, ha lavorato seguendo il suo stesso script basato sul romanzo di Umberto Contarello Una questione di cuore (Feltrinelli, 2005, 119 pp., 10 €).


Da destra Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart in una scena del film
La regista Francesca Archibugi
In questa sua fatica (dopo la quale s’è presa una lunga pausa di riflessione) Archibugi rispolvera una sensibilità registica (per esempio quella espressa in Mignon è partita nel 1988, il film che l’ha posta all’attenzione della critica) che non sempre le è stata amica nella sua produzione. Basti ricordare i superflui L’albero delle pere (1998) o Domani (2001). In Questione di cuore la regista prosegue con ordine, senza rallentamenti espone bene gli elementi della vicenda che propone con scioltezza nella traduzione in immagini che hanno un flusso regolare, non frenetico ma mai lento. Grazie a un copione scritto con cura, il valore di questo suo ultimo lungometraggio è supportato da dialoghi intelligenti, nei quali drammaticità e ironia sono sparse con estremo equilibrio. In questo, giocano un ruolo imprescindibile i due personaggi principali, Angelo (un Kim Rossi Stuart in crescita esponenziale negli ultimi anni e molto bravo nel 2010 in Vallanzasca - Gli angeli del male) e Alberto (un Antonio Albanese che ormai dovrebbe, a mio avviso, lasciar perdere il comico puro e prestarsi a un cinema più sottile e realistico, come ad esempio successo anche in Giorni e nuvole del 2007 e persino in molte commedie di livello).

Micaela Ramazzotti, ottima in Questione di cuore
Il racconto in immagini propone una Roma non debordante, fatta di location interne, penso a quelle dell’ospedale in cui si aggirano infermieri che rimandano, nell’ambito di ciò che è accadibile, alle peculiarità dell’indole romanesca con quel suo menefreghismo quasi sempre bonario. Anche qui gli scambi verbali sono efficaci (grazie anche a interpreti affidabili come Chiara Noschese) e favoriscono l’immedesimazione dello spettatore. E ancora, la Roma dei quartieri popolari - il Casilino - come tanti piccoli borghi incastonati nel macigno della metropoli. Di nuovo nel cast, con un ruolo di spicco troviamo un’ottima Micaela Ramazzotti, anche lei in vertiginosa ascesa e da qualche tempo divenuta assoluta protagonista di pellicole importanti, come La prima cosa bella di Paolo Virzì nel 2010. Appropriata la colonna sonora di Battista Lena, in connubio armonico e significante col film. Ricevette tante nomination, comprese quelle per i David di Donatello e per il Nastro d’Argento, ma nessun premio, a mio avviso assai ingiustamente. È assolutamente da vedere o rivedere.

Stefano Marzetti

4 commenti:

  1. Un film davvero bello, intenso e commovente, pur senza tralasciare piccole sapienti dosi di ironia... Rossi Stuart e Albanese straordinari nella loro prestazione sapientemente guidata da una Archibugi sempre più delicata e matura al tempo stesso.

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    1. Mitica la scena in cui Angelo e Alberto sono sul lettone matrimoniale e si scompisciano dalle risate fingendo di essere due innamorati

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  2. Un film perfetto, da non perdere.

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