Il più bello di martedì, prima serata, sul ‘digitale’: Rai Movie alle 21,15 (con trailer)
La locandina
Questione
di cuore
Mia valutazione: ♥♥♥♥ = 8,5
La scheda
Un film di Francesca Archibugi. Con Antonio
Albanese, Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti, Francesca Inaudi, Andrea
Calligari, Nelsi Xhemalaj, Chiara Noschese, Paolo Villaggio, Francesca
Antonelli, Daniele Luchetti, Stefania Sandrelli, Paolo Sorrentino, Carlo Verdone,
Paolo Virzì. Drammatico, Ita 2008. Durata 104'. 01 Distribution.
La trama
I cuori di
Alberto e di Angelo ingrippano nella stessa notte e così si conoscono in un
ospedale di Roma. Così dice Angelo, giovane carrozziere di ex borgata, ex
sottoproletario, un ex tutto diventato qualcosa che Alberto, sceneggiatore di
successo, bravo e matto, rumoroso e squilibrato come un rinoceronte, non
capisce. Diventano amici in sala rianimazione. Si legano in modo istantaneo,
sorpresi loro stessi di capirsi così profondamente. L’amicizia si trasforma in
un rapporto quasi fraterno per cui Alberto entrerà a far parte della famiglia
di Angelo in modo sempre più stretto e indispensabile.
Recensione
Un film che amo molto, di cui ho il dvd e che
rivedo spesso e volentieri. Svariate le valenze nascoste da far emergere, forse
la più importante è l’amicizia, ma anche la malattia e la caducità della vita.
La creatività in mestieri agli antipodi, il contrasto tra proletariato e
aristocrazia. La crisi del talento e l’evasione fiscale sistematica. L’amore,
anche, che in Questione di cuore (2008)
è trattato dalla regista Francesca Archibugi (di cui mi piace ricordare il
commovente Il grande cocomero del 1993
con un ispiratissimo Sergio Castellitto) con
una parsimonia che impedisce a quel sentimento, spesso abusato nel cinema d’ispirazione
‘commerciale’, di disperdere l’obiettivo principale di questa narrazione filmica
che è suscettibile di letture più indicative. La 53enne cineasta romana, ha lavorato seguendo
il suo stesso script basato sul romanzo di Umberto Contarello Una questione di cuore (Feltrinelli, 2005, 119 pp., 10 €).
Da destra Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart in una scena del film
La regista Francesca Archibugi
In questa sua fatica (dopo la quale s’è presa
una lunga pausa di riflessione) Archibugi rispolvera
una sensibilità registica (per esempio quella espressa in Mignon è partita nel 1988, il film che l’ha posta all’attenzione
della critica) che non sempre le è stata amica nella sua produzione. Basti
ricordare i superflui L’albero delle pere
(1998) o Domani (2001). In Questione di cuore la regista prosegue con
ordine, senza rallentamenti espone bene gli elementi della vicenda che propone
con scioltezza nella traduzione in immagini che hanno un flusso regolare, non
frenetico ma mai lento. Grazie a un copione scritto con cura, il valore di questo
suo ultimo lungometraggio è supportato da dialoghi intelligenti, nei quali
drammaticità e ironia sono sparse con estremo equilibrio. In questo, giocano un
ruolo imprescindibile i due personaggi principali, Angelo (un Kim Rossi
Stuart in crescita
esponenziale negli ultimi anni e molto bravo nel 2010 in Vallanzasca - Gli angeli del male) e Alberto (un Antonio
Albanese che ormai
dovrebbe, a mio avviso, lasciar perdere il comico puro e prestarsi a un cinema
più sottile e realistico, come ad esempio successo anche in Giorni e nuvole del 2007 e persino in
molte commedie di livello).
Micaela Ramazzotti, ottima in Questione di cuore
Il racconto in immagini propone una Roma non
debordante, fatta di location
interne, penso a quelle dell’ospedale in cui si aggirano infermieri che rimandano,
nell’ambito di ciò che è accadibile, alle peculiarità dell’indole romanesca con
quel suo menefreghismo quasi sempre bonario. Anche qui gli scambi verbali sono
efficaci (grazie anche a interpreti affidabili come Chiara
Noschese)
e favoriscono l’immedesimazione dello spettatore. E ancora, la Roma dei
quartieri popolari - il Casilino - come tanti piccoli borghi incastonati nel
macigno della metropoli. Di nuovo nel cast, con un ruolo di spicco troviamo un’ottima
Micaela
Ramazzotti,
anche lei in vertiginosa ascesa e da qualche tempo divenuta assoluta
protagonista di pellicole importanti, come La
prima cosa bella di Paolo Virzì nel 2010. Appropriata la colonna sonora di Battista
Lena, in connubio
armonico e significante col film. Ricevette tante nomination, comprese quelle per i David
di Donatello e per il Nastro d’Argento, ma nessun premio, a mio avviso assai
ingiustamente. È assolutamente da vedere o rivedere.
Un film davvero bello, intenso e commovente, pur senza tralasciare piccole sapienti dosi di ironia... Rossi Stuart e Albanese straordinari nella loro prestazione sapientemente guidata da una Archibugi sempre più delicata e matura al tempo stesso.
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Un film davvero bello, intenso e commovente, pur senza tralasciare piccole sapienti dosi di ironia... Rossi Stuart e Albanese straordinari nella loro prestazione sapientemente guidata da una Archibugi sempre più delicata e matura al tempo stesso.
RispondiEliminaMitica la scena in cui Angelo e Alberto sono sul lettone matrimoniale e si scompisciano dalle risate fingendo di essere due innamorati
EliminaUn film perfetto, da non perdere.
RispondiEliminaMa perfetto che?
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