martedì 1 aprile 2014

Il più bello di stasera sul ‘digitale’: La 7 alle 21,10 (con trailer)

La locandina
Philadelphia

PREMI PIÙ IMPORTANTI

Premio Oscar 1994: miglior attore protagonista a Tom Hanks, miglior canzone (Streets of Philadelphia) a Bruce Springsteen; Golden Globe 1994: miglior attore in un film drammatico a Tom Hanks, miglior canzone (Streets of Philadelphia) a Bruce Springsteen; National Board of Review Award 1993: migliori dieci film; Festival internazionale del cinema di Berlino 1994: Orso d'Argento per il miglior attore a Tom Hanks.

Mia valutazione: ♥♥♥♥♥ = 10

La scheda
Un film di Jonathan Demme. Con Tom Hanks, Denzel Washington, Jason Robards, Antonio Banderas, Joanne Woodward, Mary Steenburgen, Roberta Maxwell, Buzz Kilman, Charles Napier, Karen Finley, Daniel Chapman, Mark Sorensen Jr, Jeffrey Williamson, Charles Glenn, Ron Vawter, Anna Deavere Smith, Stephanie Roth Haberle, Lisa Talerico, Robert Ridgely, Chandra Wilson, Ford Wheeler, David Drake, Peter Jacobs, Paul Lazar, Bradley Whitford, Lisa Summerour, Warren Miller, Lauren Roselli, Jane Moore, Joey Perillo, Bill Rowe, Dennis Radesky, Ann Dowd, Katie Lintner, Peg French, Ann Howard, Meghan Tepas, John Bedford Lloyd, Robert Castle, Molly Hickok, Dan Olmstead, Elizabeth Roby, Adam LeFevre, Gary Goetzman, Daniel Von Bargen. Drammatico, Usa 1993. Durata 119'.

La trama
Andrew Beckett, giovane avvocato, è stato licenziato dallo studio legale dove lavora. I suoi colleghi sostengono che non era competente. Andrew afferma di essere stato licenziato perché malato di Aids. Deciso a difendere la propria reputazione, Andrew assume Joe Miller, un avvocato di medio successo ma l’unico a farsi carico della causa, perché lo rappresenti nella controversia di licenziamento illecito. I due sono divisi da differenze sociali e culturali e Joe in principio è riluttante ad accettare il caso. E non è l'unico: nove legali hanno rifiutato di rappresentare Andrew che è impegnato a difendere la sua reputazione e la sua vita. Joe deve affrontare un genere di lotta diverso, confrontandosi con le proprie paure e i propri pregiudizi sull'omosessualità.

La mia recensione
Il regista Jonathan Demme
Uno dei più bei film della mia vita. È struggente Philadelphia ma intriso di una forza che si percepisce in moltissimi passaggi dell’impeccabile flusso narrativo impresso dall’oggi 70enne regista newyorkese Jonathan Demme (negli ultimi anni s’è dedicato soprattutto al documentario ma è giusto ricordare il drammatico e apprezzato Rachel sta per sposarsi del 2008 con la brava Anne Hathaway) e dal montaggio di Craig McKay che garantisce una magistrale concatenazione unitaria di immagini.

Non un momento di stanca in questa pellicola che nel 1993 – ancora nel pieno di una troppo scarsa conoscenza del fenomeno Aids – affronta un tema così delicato e lo trasmette allo spettatore nella versione più dolce, seppur dolorosa, in certi momenti addirittura straziante, come accade nella scena in cui il protagonista Andrew Beckett (perfetta l’interpretazione del grande Tom Hanks, premiato con l’Oscar
Tom Hanks, premiato con l'Oscar
, che non avrebbe bisogno nemmeno di essere ormai senza capelli e col corpo picchiettato di macchie scure per dare l’idea del morbo che lo divora), rimasto solo nel proprio appartamento, ascolta con le lacrime agli occhi il brano La mamma morta, eseguito da Maria Callas. Fuori della porta il suo avvocato Joe Miller (
Denzel Washington, commovente nel suggerire lo spaesamento del suo personaggio) ascolta altrettanto lacerato e indeciso fino all’ultimo, se restare con quell’uomo rimasto a fare i conti con un destino ormai scritto.

Denzel Washington e Tom Hanks in una scena del film

Come ne Il silenzio degli innocenti, pur muovendosi da una diversissima ipotesi di partenza, Demme torna a metterci in contatto vivido col senso della morte e della sua attesa carica di afflizione. La sceneggiatura originale di Ron Nyswaner (nomination all’Oscar per lui) dà al cineasta la possibilità di mantenersi sempre coerente con il punto focale del racconto. Questo, di certo, uno dei nodi forti di un’opera cinematografica che attua un’immedesimazione costante in chi guarda, con personaggi e narrazione filmica mai noiosi, bensì carichi di pathos. I dialoghi essenziali e intelligenti, sono la ciliegina sulla torta. Il tutto in una realizzazione che non mira in alcun modo a sorprendere con sequenze sovradimensionate rispetto a quanto richiesto dal soggetto.

Tom Hanks/Andrew Beckett, ormai sul letto di morte
Sfruttata nel migliore dei modi la collocazione della storia in una città, Philadelphia appunto, perlopiù ingrigita e, come si vede già dai titoli di testa accompagnati dalle meravigliose note di un pezzo musicale indimenticabile qual è Streets of Philadelphia (premio Oscar) di Bruce Springsteen, fortemente legata a una realtà da cui emergono spaccati d’umanità primaria e triste. Un particolare che introduce opportunamente al dramma del film. Tanti e bravissimi gli interpreti comprimari, tra i quali tengo a porre in rilievo il convincente Jason Robards, nei panni dell’ex socio e ‘capo’ del promettente avvocato Andrew Beckett, senza remore nel cacciare dallo studio il proprio ex pupillo, una volta appreso della sua malattia. Un film, insomma, che chiunque ami il cinema, dovrebbe aver già visto. E, se proprio non l’avesse fatto, stasera ha il dovere di rimediare.

Stefano Marzetti

2 commenti:

  1. E' e rimane uno dei piu'grandi film degli ultimi 30 anni. Un orgia di grandi prove d'attore da tom hanks a banderas a denzel washington e la perla della grandissima joanne woodward.
    angelica

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  2. Grazie Angelica per il commento, soprattutto per aver ricordato anche la prova della Woodward. Per quanto mi riguarda ho detto quello che penso e avrei potuto aggiungere altro. Grazie ancora.

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