lunedì 31 marzo 2014

Quelli che forse non avete ancora visto (con trailer)

La locandina
RUSH

Mia valutazione: ♥♥♥ = 6,5

Scheda
Un film di Ron Howard. Con Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino, Natalie Dormer, Lee Asquith-Coe, Tom Wlaschiha, Josephine de la Baume, Julian Seager, Jamie Sives, Patrick Baladi, Christian McKay, Alistair Petrie, Jay Simpson. Titolo originale: Rush. Sportivo/biografico, Usa/Gb/Ger 2013. Durata 123'.

Trama
Il racconto di una delle più celebri rivalità sportive della storia, quella tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda. Nato da un ambiente privilegiato, carismatico e affascinante, Hunt non poteva essere più diverso dal metodico e riservato Lauda: la loro rivalità nacque fin dai tempi della Formual 3 e continuò per anni, fermata nemmeno dal terribile incidente che vide protagonista Lauda nel 1976 al Nürburgring.

Cosa ne penso
Rush di Ron Haward (leggi altro), uno dei miei registi favoriti (fra i tanti vi ricordo Apollo 13, 1995, con il grande Tom Hanks e A Beautifull Mind, 2001, con l’altrettanto grande Russel Crowe [leggi altro]), mi ha dato l’impressione di essere uno di quei film fatti per la televisione. E, per i miei gusti, non è mai una buona premessa. Spesso il neo deriva anche dal valore materiale della pellicola e da quella degli attori messi in campo dalla produzione. Non è questo il caso. La pellicola è di qualità cinematografica e alcuni attori sono d’indubbia e provata capacità. Eppure, probabilmente anche a causa di un’incerta sceneggiatura di Peter Morgan (già con Haward nell’appassionate Frost/Nixon - Il
Il regista Ron Haward
duello
nel 2008 e nell’acclamato Hereafter, 2010, del grande
Clint Eastwood [leggi altro]), questo lavoro mostra, in più di una circostanza, un’incertezza e forzatura nei dialoghi, che le conferiscono una certa dose di banalità a effetto naif. Non per niente, a fronte delle ovazioni dedicategli, per quanto possa significare nessuna giuria ha ritenuto di doverlo premiare.

Secondo il mio parere, inoltre, va sempre addossata allo script la responsabilità di aver costretto attori come lo spagnolo Daniel Brühl (la cui 'esplosione' è senza dubbio, a mio avviso, dovuta alla parte in Bastardi senza gloria [Quentin Tarantino [leggi altro]nel 2009) nei panni di Niki Lauda e l’australiano Chris Hemsworth (più che bravo nell’apprezzato bis di Thor) in quelli di James Hunt, a limitare di molto le loro potenzialità recitative, imprigionate in scambi verbali, come detto, piuttosto forzati e scolastici. Va rilevato, con tutto il rispetto per i due giovani e bravi interpreti, che forse un attore di maggior statura (che, di norma, il 60enne cineasta dell’Oklahoma non si fa mancare), sarebbe stato in grado di ovviare a una tale debolezza.

La ricostruzione filmica di un testa a testa fra Lauda e Hunt

Pur rispettando la vera vicenda del dualismo fra i piloti e la reale indole di Hunt, la caratterizzazione riservata a Hemsworth di personaggio genio e sregolatezza, è a dir poco inflazionata, anche se a tratti l’attore è efficace nel mostrare il ghost che indebolisce il pur dirompente carattere dell’effimero campione britannico. Più schematico Brühl nell’impersonare il mitico Lauda, immagine di pragmatismo, disciplina, super-autostima e infallibilità. Solo a tratti consapevole dei propri eccessi. Una breve parentesi voglio dedicarla a Pierfrancesco Favino (sempre più
Da sinistra gli attori Chris Hemsworth e Daniel Brühl
spesso coinvolto in opere hollywoodiane), uno dei miglior attori italiani da parecchi anni a questa parte, nonostante un’età che gli permetterà di arricchire il suo già notevole curriculum. L’eclettico interprete romano (film di successo uno dietro l’altro ma voglio ricordare la sua efficacia nella parte del Libanese in Romanzo criminale, 2005), in Rush personifica il grande pilota ferrarista Clay Regazzoni, per un certo periodo compagno di scuderia di Lauda, utilizzato da
Ron Haward come fosse poco più di una comparsa - un ‘girato’ che forse non arriva a tre minuti – e gravemente dimenticato nel corso della vicenda. Siamo al limite della mancanza di rispetto per l’artista italiano e, perché no, per lo stesso film.

Da sinistra i veri Niki Lauda e James Hunt
La sufficienza questa pellicola la raggiunge per la straordinaria ricostruzione delle automobili da corsa e delle gare, realizzate per davvero e la cui riuscita filmica è di grande impatto visivo, col merito di tenere alta la tensione dello spettatore, soprattutto di quello appassionato di corse (in questo consiglio al pubblico femminile di riflettere bene prima di guardare quest’opera). Indovinata la scelta di Brühl come interprete di Lauda: con un po’ di trucco la somiglianza è notevole. Una delle sequenze migliori è senz’altro quella del periodo trascorso in ospedale dal corridore austriaco, dopo il terribile incidente in cui si ustionò gravemente e che lo portò molto vicino alla morte. In sostanza un film che si può recuperare ma, a mio parere, senza eccessive aspettative.

Stefano Marzetti

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