La locandina |
RUSH
Mia valutazione: ♥♥♥ = 6,5
Scheda
Un film di Ron Howard. Con Chris Hemsworth,
Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino, Natalie
Dormer, Lee Asquith-Coe, Tom Wlaschiha, Josephine de la Baume, Julian Seager,
Jamie Sives, Patrick Baladi, Christian McKay, Alistair Petrie, Jay Simpson.
Titolo originale: Rush. Sportivo/biografico,
Usa/Gb/Ger 2013. Durata 123'.
Trama
Il racconto
di una delle più celebri rivalità sportive della storia, quella tra i piloti di
Formula 1 James Hunt e Niki Lauda. Nato da un ambiente privilegiato,
carismatico e affascinante, Hunt non poteva essere più diverso dal metodico e
riservato Lauda: la loro rivalità nacque fin dai tempi della Formual 3 e
continuò per anni, fermata nemmeno dal terribile incidente che vide
protagonista Lauda nel 1976 al Nürburgring.
Cosa ne penso
Rush di Ron
Haward (leggi altro), uno dei miei registi favoriti (fra i tanti vi ricordo Apollo 13, 1995, con il grande Tom Hanks e A Beautifull Mind, 2001, con l’altrettanto
grande Russel
Crowe [leggi altro]), mi ha dato
l’impressione di essere uno di quei film fatti per la televisione. E, per i
miei gusti, non è mai una buona premessa. Spesso il neo deriva anche dal valore
materiale della pellicola e da quella degli attori messi in campo dalla produzione. Non è
questo il caso. La pellicola è di qualità cinematografica e alcuni attori sono d’indubbia
e provata capacità. Eppure, probabilmente anche a causa di un’incerta
sceneggiatura di Peter Morgan (già con Haward nell’appassionate
Frost/Nixon - Il
duello nel 2008 e
nell’acclamato Hereafter, 2010, del
grande Clint
Eastwood [leggi altro]),
questo lavoro mostra, in più di una circostanza, un’incertezza e forzatura nei
dialoghi, che le conferiscono una certa dose di banalità a effetto naif. Non per niente, a fronte delle
ovazioni dedicategli, per quanto possa significare nessuna giuria ha ritenuto
di doverlo premiare.
Il regista Ron Haward |
Secondo il mio parere, inoltre, va sempre
addossata allo script la
responsabilità di aver costretto attori come lo spagnolo Daniel
Brühl (la cui
'esplosione' è senza dubbio, a mio avviso, dovuta alla parte in Bastardi senza gloria [Quentin
Tarantino [leggi altro], nel 2009) nei
panni di Niki Lauda e l’australiano Chris Hemsworth (più che
bravo nell’apprezzato bis di Thor) in
quelli di James Hunt, a limitare di molto le loro potenzialità recitative,
imprigionate in scambi verbali, come detto, piuttosto forzati e scolastici. Va rilevato,
con tutto il rispetto per i due giovani e bravi interpreti, che forse un attore
di maggior statura (che, di norma, il 60enne cineasta dell’Oklahoma non si fa
mancare), sarebbe stato in grado di ovviare a una tale debolezza.
Pur rispettando la vera vicenda del dualismo
fra i piloti e la reale indole di Hunt, la caratterizzazione riservata a Hemsworth
di
personaggio genio e sregolatezza, è a dir poco inflazionata, anche se a tratti
l’attore è efficace nel mostrare il ghost
che indebolisce il pur dirompente carattere dell’effimero campione britannico.
Più schematico Brühl nell’impersonare il mitico Lauda, immagine di
pragmatismo, disciplina, super-autostima e infallibilità. Solo a tratti
consapevole dei propri eccessi. Una breve parentesi voglio dedicarla a Pierfrancesco
Favino (sempre più
spesso coinvolto in opere hollywoodiane), uno dei miglior attori italiani da
parecchi anni a questa parte, nonostante un’età che gli permetterà di
arricchire il suo già notevole curriculum. L’eclettico interprete romano (film
di successo uno dietro l’altro ma voglio ricordare la sua efficacia nella parte
del Libanese in Romanzo criminale,
2005), in Rush personifica il grande
pilota ferrarista Clay Regazzoni, per un certo periodo compagno di scuderia di
Lauda, utilizzato da Ron Haward come fosse poco più di una comparsa - un ‘girato’
che forse non arriva a tre minuti – e gravemente dimenticato nel corso della
vicenda. Siamo al limite della mancanza di rispetto per l’artista italiano e,
perché no, per lo stesso film.
Da sinistra gli attori Chris Hemsworth e Daniel Brühl |
Da sinistra i veri Niki Lauda e James Hunt |
Stefano Marzetti
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