domenica 30 marzo 2014

Italia in ritardo, parte la carica de ‘Le ragazze del porno”

'Le ragazze del Porno'
Si potrebbe definire la carica de ‘Le ragazze del porno in Italia’, iniziativa che sarà presentata alla fine di questo mese da registe, attrici e artiste italiane. Lo spunto nasce dal rinnovato approccio alla pornografia, che non è più quella del biopic Lovelace (di Rob Epstein, con Amanda Seyfried, film biografico del 2013 ispirato alla vita della diva del porno Linda Susan Boreman), in cui “si stagliano ombre inquietanti di violenza e sopruso”, scrive Marco Spagnoli di Globalist.

Lo spirito dell’iniziativa emerge dalle parole della regista svedese Erika Lust, prima a pubblicare per Pink Books una collana dedicata al cinema erotico femminile, Per lei, la prima guida al cinema hard destinato esplicitamente ed esclusivamente alle donne. «La prima volta che ho visto un film porno – racconta
Italia ancora molto indietro col cinema pornografico
a Globalist - ho avuto la stessa reazione della maggior parte delle donne: mi trovavo davanti a qualcosa che mi eccitava solo parzialmente, ma che, soprattutto, m’irritava profondamente». Spiega ancora la cineasta: «Quello che vedevo non era assolutamente amore a prima vista e la mia sessualità non era rappresentata in nessuna maniera. Non riconoscevo nulla del mio stile di vita, dei miei valori e nemmeno della mia sessualità. Inoltre non mi sembrava che le donne si stessero divertendo in nessuna maniera (…)».

Così 'le ragazze del porno', hanno deciso di lavorare insieme a dei film porno-erotici seguendo un manifesto programmatico secondo cui l'elevatissimo consumo di ‘luci rosse’ anche da parte delle donne, non trova realizzazione in una sessualità immaginata, raccontata e filmata da uomini. Altro esempio può essere quello di Nymphomaniac (leggi l'articolo), di Lars von Trier.

La regista svedese Erika Lust
La denominazione suddetta è ispirata – rende noto ancora Spagnoli - più o meno consapevolmente dalla canzone cantata anche dal grande Peter Sellers Thank Heaven for little girls (Grazie al Cielo per le ragazzine). L'immaginario anagrafico delle suddette ragazze andava dai sedici ai sessantasette anni e che qui, invece, nel caso di Mara Chiaretti, Tiziana Lo Porto, Anna Negri, Regina Orioli, Titta Cosetta Raccagni, Lidia Ravviso, Emanuela Rossi, Slavina, Monica Stambrini, Roberta Torre, Erika Z. Galli e Martina Ruggeri spazia dai venticinque ai settanta anni. In questo senso ‘Le ragazze' fanno notare come in «Svezia, l'antologia di cortometraggi porno Dirty diaries girati da registe donne, è stata finanziata dallo Stato. In Francia, la serie di corti porno femminili X-femmes è stata prodotta da Canal Plus e ospitata a Cannes».

In Italia siamo a ‘carissimo amico’ – come si dice a Roma per intendere un ritardo notevole - la pornografia è ancora tabù, soprattutto quella femminile, nonostante social network come Twitter abbondino di donne che costantemente parlano di sesso in maniera esplicita. Ma la ‘versione ufficiale’ della donna italiana – riporta ancora il collega di Globalist - è quella dei ‘telefonini bianchi’ della fiction italiana: un po’ mamma, un po’ moglie, sorella, cognata e cugina e raramente donna moderna ed emancipata. L'unica possibilità di essere libere è, come nel cinema hollywoodiano post codice Hayes negli anni Trenta e Quaranta, è la dark lady. L'unico sistema per dare a questo tentativo una giusta sostenibilità economica è il crowdfunding che può essere sostenuto a questo indirizzo.

redazione

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