La locandina |
Il mio
grosso grasso matrimonio greco
Mia valutazione: ♥♥♥ = 6,5
La scheda
Un film di Joel Zwick. Con Joey Fatone, Nia
Vardalos, John Corbett, Michael Constantine, Christina Eleusiniotis, Kaylee
Vieira, John Kalangis, Lainie Kazan, Marita Zouravlioff, Sarah Osman, Petra
Wildgoose, Melissa Todd, Bess Meisler, Andrea Martin, Louis Mandylor, Gerry
Mendicino, Stavroula Logothettis, Rita Wilson. Titolo originale My Big Fat
Greek Wedding. Commedia, Usa. Durata 96'.
La trama
Tutti quanti
nella famiglia Portokalos sono preoccupati per Toula. Ancora nubile a 30 anni,
lavora al Dancing Zorba, il ristorante greco di cui sono proprietari i
genitori, Gus e Maria, e odora sempre di pane all'aglio. Le sue giornate sono
noiose e scialbe, proprio come i suoi capelli, i suoi vestiti e il suo modo di
fare. Toula subisce pazientemente tutta la disapprovazione della famiglia sulla
sua triste situazione, ma rifiuta l'offerta del padre di essere spedita in
Grecia per trovare marito. E' come se in realtà non volesse sposarsi e il solo
pensiero fa letteralmente impazzire la famiglia, prostrata in continue
genuflessioni.
La mia recensione
In una prima serata un tantino ‘magra’ in
fatto di esperienze cinematografiche come quella di oggi, mi ‘sono fatto
persuaso’ (cfr. Commissario Montalbano) di
indirizzare chi tra voi abbia la benché minima convinzione che io sia a sufficienza
competente, verso questo Il mio grasso grosso
matrimonio greco. La scelta, fra l’altro, è stata molto difficile, giacché
in contemporanea su Iris alle ore 21,06, sarà
trasmesso il film
probabilmente meno riuscito del mio regista-feticcio, Quentin
Tarantino. Ma pur sempre di Tarantino è. Parlo di Grindhouse
- A prova di morte (2007, con protagonista un Kurt Russell del tutto
fuori di testa; per me voto 7), che un giorno potrei anche decidere di recensire. Il film su
cui, alla fine, è caduta la mia preferenza, beneficia del fatto di essere senza
dubbio adatto a un pubblico più allargato. E siccome io mi preoccupo della maggioranza
di voi, mi sono iniettato un antidoto contro il mio virus tarantiniano (io
comunque, se vedrò qualcosa, vedrò Grindhouse).
Joey Fatone e Nia Vardalos nella scena-simbolo del film |
Avrete notato dalla mia fin troppo prolissa
introduzione, che pur riconoscendo a questa commedia (2002) di Joel
Zwick (un tizio di
New York che oggi ha 72 anni il quale –
con rispetto parlando – da cineasta non ha fatto più quasi nulla ma cui non è
mancato il coraggio successivamente di mandare nelle sale una boiata come Il mio grasso, grosso amico Alberto. Ma
si può?) pur riconoscendo, dicevo, a questa pellicola il merito di saper
intrattenere fino alla fine senza il rischio di troppe distrazioni, sono
convinto che il suo successo abbia abbondantemente superato i suoi effettivi
meriti. Insomma, di commedie divertenti ce ne sono a bizzeffe. Non capii,
quindi, perché quando la vidi appena uscita, mi dovetti poi sorbire il
rigurgitante entusiasmo di un esercito incallito di ‘commediofili’. Che,
evidentemente, si sono fatti più rapire dalle gag ‘strapparisata’, che non infastidire dalla mancanza di senso realistico dell’opera,
che l’‘avventuriero’ Zwick non è riuscito a evitare. Proponendoci sul grande schermo, a mio
avviso, troppe forzature e qualche incongruenza rispetto all’ipotesi
iniziale.
La grande famiglia greca la mattina del matrimonio |
I due protagonisti di fronte al ristorante greco |
Stefano
Marzetti
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