giovedì 3 aprile 2014

Il più bello di venerdì sera sul ‘digitale’: Iris alle 21,10 (con trailer)

La locandina
L'ultimo boy scout
Missione: sopravvivere

Mia valutazione: ♥♥♥ = 7

Scheda
Un film di Tony Scott. Con Bruce Willis, Damon Wayans, Chelsea Field, Halle Berry, Frank Collison. Noble Willingham, Taylor Negron, Danielle Harris, Bruce McGill, Badja Djola, Kim Coates, Chelcie Ross, Joe Santos, Clarence Felder, Tony Longo. Titolo originale: The Last Boy Scout. Poliziesco, Usa 1991. Durata 105'.

Trama
Joe Hallenbeck vive a Los Angeles facendo il detective privato, mentre un tempo era uno dei più stimati agenti segreti (in un attentato ha perfino salvato la vita del presidente degli Stati Uniti) e poi perde il lavoro, avendo irretito un politico. Dopo che l'amico Mike Matthews lo incarica per cinquecento dollari di proteggere una spogliarellista di colore (Cory), Joe scopre in lui l'amante di sua moglie Sarah (e con ciò lascia la donna e la piccola Darian). Con Joe in disfatta pressoché totale s’incontra il nero Jimmy Dix, fidanzato di Cory, poiché la spogliarellista è stata uccisa. Anche Dix, un ex terzino della squadra degli Stallion accusato senza prove attendibili di giocare a carte e di drogarsi, si trova alla deriva ed è solo, avendo perduto moglie e bambino in un incidente d'auto. Joe e Jimmy scoprono che dietro il misterioso assassinio della bella Cory opera una losca banda.

Mia recensione
Se ci si mettono Tony Scott e Bruce Willis, anche il soggetto più ‘giocattolo’ può trasformarsi in un film d’azione davvero degno di essere visto. Il compianto regista (suicidatosi nell’agosto 2012 e fratello di Ridley) era maestro del genere cult-movie e si potrebbe dire che nel corso degli anni (e da questo L’ultimo boy scout di strada ne aveva fatta) affinò sempre più la tecnica della sequenza d’immagini ultra-adrenaliniche montate ad arte, divenuta un marchio di fabbrica da copyright. Per quanto riguarda l’attore statunitense, anche se nato in Germania, ai tempi di questo film (per lo più gli anni Novanta) era al top della sua carica energetica e autoironica, vero mattatore in pellicole come 58 minuti per morire (1990), Die Hard - Duri a morire (1995), Trappola di cristallo (1998, forse il migliore dei citati), tutti action movie che senza di lui sarebbero potuti essere delle vere e proprie boiate.

Sopra Bruce Willis
Qui sotto Tony Scott
Una scena del film: Bruce Willis e Damon Wayans
Ebbene, L'ultimo boy scout - Missione: sopravvivere è inscrivibile, sia a livello temporale sia per genere, nell’insieme di quelle opere che sono servite a Willis soprattutto per rendersi simpatico e noto al grande pubblico. In questa circostanza l’artista, che entro quest’anno sarà di nuovo nelle sale con il sequel del mitico Sin City (2005) di Robert Rodriguez e Frank Miller (in cui la parte di primo protagonista sarà dell’inscalfibile Mickey Rourke), è perfetto nell’incarnare il classico personaggio ‘fregato dalla vita’, il cui lasciarsi andare in tutti i sensi denuncia il senso di progressivo distacco dalla società ma soprattutto da se stesso.

Eppure il suo poliziotto fallito si muove - nell’accurata rappresentazione mai statica com’è nello stile di Scott, coadiuvato in quest’occasione dal montaggio (su cui non lesinava mai) del terzetto composto da Stuart Baird, Mark Goldblatt e Mark Helfrich, in un drammatico mai ‘pesante’, perché ammorbidito, visto anche il carattere dell’opera filmica, da spunti sarcastici che si integrano nel generale contesto d’azione della vicenda. Per il resto la pellicola, non brillando certo in originalità, mette in mostra il mondo intriso di cattiveria, malaffare e criminalità di una società disposta a tutto per il proverbiale ‘pugno di dollari’. Certamente godibile per una serata di totale distacco dalle rotture della settimana che è appena finita.

Stefano Marzetti

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