martedì 1 aprile 2014

“I corpi estranei”, la ricognizione dell’angoscia (con trailer)

La locandina
Mia previsione: ♥♥♥ = 7

La scheda
Un film di Mirko Locatelli. Con Filippo Timi, Jaouher Brahim, Tijey De Glaudi, Gabriel De Glaudi, Dragos Toma, Naim Chalbi, El Farouk Abd Alla. Drammatico, Ita 2013. Durata 98'. Uscita 3 aprile 2014.

La trama
Antonio (Filippo Timi) è solo a Milano con il suo bambino, Pietro, affetto da una grave malattia: sono arrivati al Nord per cercare uno spiraglio di salvezza. Jaber, quindici anni, vive a Milano con un gruppo di connazionali: è migrato in Europa da poco, in fuga dal Nord Africa e dagli scontri della Primavera Araba. L'ospedale è una città nella città dove entrambi sono costretti a sostare: Antonio per guarire Pietro, Jaber per assistere il suo amico Youssef. La malattia è l'occasione per un incontro tra due anime sole e impaurite, due ‘corpi estranei’ alle prese con il dolore.

La critica
Una dimostrazione che non sempre – o quantomeno non per un certo genere di film – occorrono colpi di scena per lasciare una buona impressione nello spettatore.  Parlo di questo I corpi estranei, del regista milanese Mirko Locatelli (al suo terzo lungometraggio e che buoni riscontri ha avuto nel 2008 con Il primo giorno d’inverno, con Giuseppe Cederna), film che è anche stato in concorso all’edizione 2013 (l’ottava) del Festival internazionale di Roma. Una finzione cinematografica, a quanto dice chi ha già avuto modo di vederla, che non stanca e tiene alto l’interesse, senza prendere in giro o, ancor peggio, avanzando pretese senza solide basi.

Ogni inquadratura “è funzionale - scrive Luca Renucci di Film Up - alla penetrazione di una disperazione che conduce a una chiusura totale nei confronti dei rapporti con l’altro. Procedendo per piani sequenza, il film cerca di affidarsi a un realismo totale senza però evitare l’estetica e la suggestività. La camera a
Una scena del film
spalla e le semi-soggettive rafforzano l’identificazione” con il personaggio principale. In questo, naturalmente, gioca un ruolo fondamentale la confermata sensibilità recitativa del 40enne interprete perugino 
Filippo Timi, senz’altro uno dei migliori attori italiani da qualche anno a questa parte (fra i tanti film di successo voglio ricordare Ruggine, 2011, di Daniele Gaglianone), “bravissimo nel farci quasi dimenticare – scrive ancora Renucci - di essere di fronte a un attore e non a un personaggio reale”.

Sembra essere buona, visto l’apprezzamento ricevuto dall’opera di Locatelli, la sceneggiatura scritta a quattro mani dal regista e da Giuditta Tarantelli (suo anche lo script del succitato Il primo giorno d’inverno), quindi responsabile in positivo del magnetismo di cui è carica la vicenda, nonostante qualche momento un tantino sbrigativo e quindi colpevole di rendere nebulosa la narrazione dei fatti. Ma questo, solo in rare occasioni. Tale difetto, comunque, è ‘aggiustato’ dalla sensibilità registica.

Filippo Timi, 40 anni
Il regista
Mirko Locatelli
Punto centrale della fabula è come già accennato la forza di Antonio, una forza indispensabile. E la sua determinazione psicologica nel volere che la guarigione del figlio sia attuabile e che il percorso che ad essa porterà sia privo di intoppi. “I corpi estranei - rileva Marzia Gandolfi di My Movies - è la radiografia della quotidianità di un padre di famiglia, la ricognizione dell'angoscia che lo assale e che sale come le lacrime dal cuore agli occhi”. Il problema del protagonista è la sua incapacità di rapportarsi con la società. Ma la necessità sarà la molla che lo porta a cambiare e, in tal modo, ad alleggerirsi da un’angoscia profonda. In tal modo riuscendo a non smarrire la bussola e la giusta direzione da tenere. Insomma, nel complesso un film “essenziale e maturo – scrive sempre Gandolfi - necessario e intimamente vero, che con un'eccezionale economia di mezzi espressivi passa dal lontano al vicino, dal distacco all'immedesimazione, fino a restituirci una commovente cognizione del vivere”.  

st.mar.

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