Il più bello di stasera sul ‘digitale’: Rai Movie alle 21,15 (con trailer)
I magnifici sette
La locandina
I magnifici sette
PREMI
Oscar: solo una nomination per la miglior colonna sonora di film drammatico a
Elmer Bernstein.
Mia valutazione: ♥♥♥♥ = 9
Scheda
Un film di John Sturges. Con Yul Brynner, Eli Wallach, Steve McQueen, Charles Bronson, Robert
Vaughn, Brad Dexter, James Coburn, Horst Buchholz, Rosenda Monteros, Vladimir
Sokoloff, Jorge Martínez de Hoyos, Rico Alaniz. Titolo originale: The Magnificent
Seven. Western, Usa 1969. Durata 126'.
Trama
Ispirato a I sette
samurai di Kurosawa. I contadini messicani
di un villaggio texano si affidano a sette pistoleri per farsi difendere da una
banda di masnadieri ubriaconi e senza scrupoli. I sette ‘buoni’ si installano a
Ixcatlan e, quando arriva Calvera con i suoi bandidos, lo mettono in fuga. Il villaggio festeggia l'avvenimento, ma ben
presto tra i peones si manifesta un
sentimento di disagio per la presenza dei pistoleri. Film dalla colonna sonora
leggendaria.
Cosa ne penso
Steve McQueen
L’eroismo e l’umanità come effetti
collaterali, se non terminali, dell’iniziale semplice fame di denaro. Grande western
(che non vidi al cinema dal momento che sono nato nel 1967, ma fu una delle
prime videocassette che ricevetti in regalo da mio padre) intriso di valori
umani – pietà, amicizia, lealtà, paura - che si mescolano in modo armonioso con
la parte spettacolare e d’azione della fruizione filmica. Una sapiente regia quella
di John
Sturges (suo nel
1963 anche lo straordinario La grande
fuga), che garantisce l’immaginario
cinematografico tanto in voga in quegli anni e di cui avrebbe beneficiato di lì
a poco lo stesso Sergio Leone nei suoi formidabili spaghetti-western, da Per un pugno di dollari (1964) a Giù la testa (1971).
Yul Brynner
Il tutto è reso possibile anche da un cast
stellare in cui si stagliano in particolare le interpretazioni di quattro veri
e propri giganti del cinema mondiale, quali Yul Brynner (I dieci comandamenti nel 1956), Steve
McQueen (Papillon nel 1973), Charles
Bronson (Cera una volta il West nel 1968) ed Eli
Wallach (Il buono, il brutto e il cattivo nel
1966). La lentezza, a tratti, dell’opera è quella tipica del genere, capace di
creare l’effetto attesa che precede la violenza intesa, soprattutto, come
sparatoria o corpo a corpo fatto di pugni e calci. Dialoghi non particolarmente
cerebrali ma essenziali come l’intera finzione filmica richiede. E infine una
colonna sonora rimasta impressa nell’immaginario collettivo e che, forse, anche
i bambini di oggi hanno ascoltato almeno una volta.
Charles Bronson
Regia e sceneggiatura (William
Roberts, la cui
carriera nel cinema si esaurì sostanzialmente con questo capolavoro),
garantiscono una continuità d’emozione e di attesa che coinvolge in ogni
momento lo spettatore. Questo fa de I magnifici
sette una pellicola che spesso piace anche al pubblico femminile, quello di
norma refrattario a cavalli, revolver e winchester. Toccante in questo senso il
rapporto tra lo spietato pistolero (Bronson) e i
bambini del villaggio che ne fanno il loro eroe. E lui che passa dal desiderio
di mettersi in tasca la paga pattuita per la missione, a quello di accontentare
l’immaginario infantile con la trasformazione in paladino della causa dei più
deboli. Nel complesso un film completo, divertente, drammatico e infine
commovente, vero pilastro del genere ma anche esempio universale di come
progettare una finzione filmica.
Stefano Marzetti
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