lunedì 31 marzo 2014

Il più bello di stasera sul ‘digitale’: Rai Movie alle 21,15 (con trailer)

I magnifici sette
La locandina
I magnifici sette


PREMI
Oscar: solo una nomination per la miglior colonna sonora di film drammatico a Elmer Bernstein.

Mia valutazione: ♥♥♥♥ = 9

Scheda
Un film di John Sturges. Con Yul Brynner, Eli Wallach, Steve McQueen, Charles Bronson, Robert Vaughn, Brad Dexter, James Coburn, Horst Buchholz, Rosenda Monteros, Vladimir Sokoloff, Jorge Martínez de Hoyos, Rico Alaniz. Titolo originale: The Magnificent Seven. Western, Usa 1969. Durata 126'.

Trama
Ispirato a I sette samurai di Kurosawa. I contadini messicani di un villaggio texano si affidano a sette pistoleri per farsi difendere da una banda di masnadieri ubriaconi e senza scrupoli. I sette ‘buoni’ si installano a Ixcatlan e, quando arriva Calvera con i suoi bandidos, lo mettono in fuga. Il villaggio festeggia l'avvenimento, ma ben presto tra i peones si manifesta un sentimento di disagio per la presenza dei pistoleri. Film dalla colonna sonora leggendaria.

Cosa ne penso
Steve McQueen
L’eroismo e l’umanità come effetti collaterali, se non terminali, dell’iniziale semplice fame di denaro. Grande western (che non vidi al cinema dal momento che sono nato nel 1967, ma fu una delle prime videocassette che ricevetti in regalo da mio padre) intriso di valori umani – pietà, amicizia, lealtà, paura - che si mescolano in modo armonioso con la parte spettacolare e d’azione della fruizione filmica. Una sapiente regia quella di John Sturges (suo nel 1963 anche lo straordinario La grande fuga), che garantisce l’immaginario cinematografico tanto in voga in quegli anni e di cui avrebbe beneficiato di lì a poco lo stesso Sergio Leone nei suoi formidabili spaghetti-western, da Per un pugno di dollari (1964) a Giù la testa (1971).

Yul Brynner
Il tutto è reso possibile anche da un cast stellare in cui si stagliano in particolare le interpretazioni di quattro veri e propri giganti del cinema mondiale, quali Yul Brynner (I dieci comandamenti nel 1956), Steve McQueen (Papillon nel 1973), Charles Bronson (Cera una volta il West nel 1968) ed Eli Wallach (Il buono, il brutto e il cattivo nel 1966). La lentezza, a tratti, dell’opera è quella tipica del genere, capace di creare l’effetto attesa che precede la violenza intesa, soprattutto, come sparatoria o corpo a corpo fatto di pugni e calci. Dialoghi non particolarmente cerebrali ma essenziali come l’intera finzione filmica richiede. E infine una colonna sonora rimasta impressa nell’immaginario collettivo e che, forse, anche i bambini di oggi hanno ascoltato almeno una volta.

Charles Bronson
Regia e sceneggiatura (William Roberts, la cui carriera nel cinema si esaurì sostanzialmente con questo capolavoro), garantiscono una continuità d’emozione e di attesa che coinvolge in ogni momento lo spettatore. Questo fa de I magnifici sette una pellicola che spesso piace anche al pubblico femminile, quello di norma refrattario a cavalli, revolver e winchester. Toccante in questo senso il rapporto tra lo spietato pistolero (Bronson) e i bambini del villaggio che ne fanno il loro eroe. E lui che passa dal desiderio di mettersi in tasca la paga pattuita per la missione, a quello di accontentare l’immaginario infantile con la trasformazione in paladino della causa dei più deboli. Nel complesso un film completo, divertente, drammatico e infine commovente, vero pilastro del genere ma anche esempio universale di come progettare una finzione filmica.

Stefano Marzetti

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