giovedì 3 aprile 2014

Il più bello di stasera sul ‘digitale’: Iris alle 21,05 (con trailer)

Le onde del destino

Valutazione media: ♥♥♥ = 8,5

Scheda
Un film di Lars von Trier. Con Katrin Cartlidge, Stellan Skarsgård, Emily Watson, Jean-Marc Barr, Udo Kier Titolo originale Breaking the Waves. Drammatico, Dan/Sve/Fra 1996. Durata 158'. Distribuito da Lucky Red.

Trama
Sulle coste della Scozia, in una comunità di tessitori, la giovane Bess, che ha sempre vissuto in famiglia, passa una profonda esperienza amorosa. S’innamora di Jan, operaio in un pozzo petrolifero, è ricambiata e i due si sposano, nonostante l'opposizione del paese di rigida religione calvinista. Jan torna poi al lavoro nel pozzo e, un giorno, in seguito a un'esplosione, resta ferito gravemente, con sospetto di lesioni cerebrali e una paralisi totale. L'uomo si rende conto che non potrà mai più avere rapporti con la moglie e allora, dal letto d'ospedale, la incita a frequentare altri uomini, ad avere con loro rapporti amorosi e poi a descriverglieli, così da poter essere in qualche maniera ancora vicini. Bess, ingenua e tutta dedita al suo uomo, accetta l'invito, sapendo di andare incontro al disprezzo della madre, della chiesa e di tutto il paese. Si lascia andare a rapporti con sconosciuti, trascurando la sua salute malferma, spera nel miracolo divino parlando di continuo con il Signore attraverso frequenti colloqui privati. Abbandonata ed emarginata, insiste nella volontà di esaudire la richiesta del marito.
Emily Watson e Stellan Skarsgård
Critica
Premessa - Dall’ultima volta che ho visto questo film, sono passati moltissimi anni. Non ritengo quindi sia il caso di esprimere una mia critica a sufficienza ‘onesta’ e attendibile. Mi affido perciò, integrando con le mie reminiscenze più nitide, ai pareri di alcuni colleghi che hanno recensito la pellicola più di recente.

Il regista danese Lars von Trier
Per quanto ricordo io, comunque, si tratta di un film straordinario ma difficile, che richiede un’attenzione costante per far sì che non sfugga alcun momento del flusso narrativo impresso da un maestro come Lars von Trier, il cui ‘scandaloso’ Nymphomaniac - Volume 1 [vedi articolo] è uscito proprio oggi nelle sale italiane. Il maggior pregio di quest’opera filmica (Gran premio della giuria al festival di Cannes del 1996) risiede nella sua credibilità, che io tengo a definire – per quanto ricordi – un’impeccabile concatenazione di eventi che si pone nella cosiddetta sfera dell’accadibile. “Un film nordico – come lo definisce Andrea Olivieri di Cinema del Silenzio - girato da qualcuno che si è nutrito di Dreyer e di Bergman, di spiritualità e fede, dell'ansia di abbandonarsi a quell'incontro fisico con il prossimo e con la natura”.

È indiscutibile che la riuscita rappresentazione in immagini della sceneggiatura scritta a sei mani dal regista con Peter Asmussen e David Pirie, deve molto all’intensità della protagonista, Bes, interpretata da una, in pratica, esordiente Emily Watson (la cui carriera, dopo, è stata costellata di grandi successi come Le ceneri di Angela nel 1999, Gosford Park nel 2001, La sposa cadavere nel 2005 e, quest’anno, l’apprezzatissimo Storia di una ladra di libri). Una prova attoriale che favorisce la totale immedesimazione dello spettatore. “Cinepresa a spalla, primissimi piani”, osserva ancora Olivieri. “Movimenti liberissimi che sembrano abbracciare con una libertà sempre più inarrestabile l’intera vicenda: la commozione e la poesia di Le onde del destino nascono da una storia di mistero e di passione, di religione e di felicità liberata”.

Un'intensa Emily Watson in una scena de Le onde del destino
Ricorda, invece, Giancarlo Zappoli di Mymovies che, come spesso accade, anche in questo caso il titolo italiano è del tutto fuorviante oltre che banale, se si pensa che l’originale è l’assai più significativo e interpretabile Breaking the Waves, vale a dire ‘infrangere le onde’. Onde che sono “prodotte dalle vibrazioni del cuore e del cervello e in negativo quelle di chi è incapace di comprendere cosa sia la bontà e in cosa consista l'amore”, scrive sempre il critico di Mymovies. In tutto ciò non va sottovalutato che questo film è proprio una storia d’amore, sentimento inteso come totale disposizione a ‘essere’ per l’altro capendo di poter fare per la persona amata, appunto, qualsiasi cosa.

st.mar.

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