La locandina |
The Game
- Nessuna regola
La
scheda
Un film di David Fincher. Con Michael Douglas, Scott Hunter McGuire, Carroll Baker, Peter Donat,
Michael Douglas, Anna Katarina, Charles A. Martinet, Armin Mueller-Stahl, James
Rebhorn, Sean Penn, Florentine Mocanu, Elizabeth Dennehy, Caroline Barclay,
Deborah Kara Unger. Titolo originale: The Game. Thriller/azione, Usa 1997. Durata 128'
circa. Cecchi Gori distribuzione.
La trama
Nicholas Van
Orton è un ricco uomo d'affari. In occasione del suo compleanno gli è regalata,
dal fratello Conrad, una tessera per iscriversi a un esclusivo club, allo scopo
di movimentare la sua noiosa e monotona vita. Nicholas s’iscrive senza troppo
interesse, ma da quel momento la sua esistenza diventerà un incubo.
Mia recensione
Ciò che di più caratterizza questo The Game -
Nessuna regola
è il gioco della finzione della fabula
che è inserita nella finzione che già di per sé è il cinema. Una caratteristica
che, alla fine della narrazione in immagini, così come può lasciare a bocca
aperta lo spettatore e ricavarne la soddisfazione, può altresì abbandonarlo incredulo
e con la sensazione di essere stato preso per i fondelli. Il regista ideale per
girare questo film un po’ spudorato non poteva che essere lo statunitense David
Fincher (che il
prossimo ottobre tornerà nelle sale con L’amore bugiardo,
protagonista Ben Affleck), il quale realizza il suo compito nel miglior modo possibile.
Aiutato, in questo, da un attore che negli Ottanta/Novanta volava molto alto,
come l’oggi 69enne Michael Douglas (quattro anni prima si era imposto alla
grande con Un giorno di ordinaria follia, di Joel Schumacher).
Michael Douglas in una scena di The Game - Nessuna regola |
L’attore protagonista di cult come Attrazione fatale, Wall Street e La guerra
dei Roses,
regge la parte con carisma e riesce a non far scivolare nel ridicolo alcune
debolezze della rischiosissima storia. Non tutte le altre prove attoriali sono
da rilevare. Sean Penn si vede solo in poche scene e non è certo lui a deludere le attese.
Meno convincenti alcuni comprimari, come l’affascinante Deborah Kara Unger, troppo ‘debole’
di fianco a un colosso di Hollywood. Molto meglio l’interpretazione del
compianto James
Rebhorn (articolo), che esce vincente da
un’interpretazione che richiedeva drammaticità e leggerezza allo stesso tempo.
Piccolo ruolo per ‘la donna che non sapeva amare’, Carroll
Baker.
Un’opera cinematografica ordinata, che
mantiene costante la coerenza nella concatenazione degli eventi. Nulla di
speciale emerge da un montaggio accurato quanto ordinario. Notevoli alcune scene a effetto, come quella
della macchina inghiottita dalle acque della baia di San Francisco, dalle quali
Douglas si salva
con un’intuizione da spirito di sopravvivenza. O, ancor di più, quella finale,
con il protagonista che precipita da un grattacielo per centinaia di metri,
andando incontro a morte certa. Un film che consiglio senza dubbi.
Stefano
Marzetti
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