lunedì 9 giugno 2014

Il più bello di lunedì 9 giugno, prima serata, sul ‘digitale’: Iris alle 21,05

La locandina
The Game - Nessuna regola

Mia valutazione: ♥♥♥ = 7

La scheda
Un film di David Fincher. Con Michael Douglas, Scott Hunter McGuire, Carroll Baker, Peter Donat, Michael Douglas, Anna Katarina, Charles A. Martinet, Armin Mueller-Stahl, James Rebhorn, Sean Penn, Florentine Mocanu, Elizabeth Dennehy, Caroline Barclay, Deborah Kara Unger. Titolo originale: The Game. Thriller/azione, Usa 1997. Durata 128' circa. Cecchi Gori distribuzione.

La trama
Nicholas Van Orton è un ricco uomo d'affari. In occasione del suo compleanno gli è regalata, dal fratello Conrad, una tessera per iscriversi a un esclusivo club, allo scopo di movimentare la sua noiosa e monotona vita. Nicholas s’iscrive senza troppo interesse, ma da quel momento la sua esistenza diventerà un incubo.

Mia recensione
Ciò che di più caratterizza questo The Game - Nessuna regola è il gioco della finzione della fabula che è inserita nella finzione che già di per sé è il cinema. Una caratteristica che, alla fine della narrazione in immagini, così come può lasciare a bocca aperta lo spettatore e ricavarne la soddisfazione, può altresì abbandonarlo incredulo e con la sensazione di essere stato preso per i fondelli. Il regista ideale per girare questo film un po’ spudorato non poteva che essere lo statunitense David Fincher (che il prossimo ottobre tornerà nelle sale con L’amore bugiardo, protagonista Ben Affleck), il quale realizza il suo compito nel miglior modo possibile. Aiutato, in questo, da un attore che negli Ottanta/Novanta volava molto alto, come l’oggi 69enne Michael Douglas (quattro anni prima si era imposto alla grande con Un giorno di ordinaria follia, di Joel Schumacher).

Michael Douglas in una scena di The Game - Nessuna regola
L’attore protagonista di cult come Attrazione fatale, Wall Street e La guerra dei Roses, regge la parte con carisma e riesce a non far scivolare nel ridicolo alcune debolezze della rischiosissima storia. Non tutte le altre prove attoriali sono da rilevare. Sean Penn si vede solo in poche scene e non è certo lui a deludere le attese. Meno convincenti alcuni comprimari, come l’affascinante Deborah Kara Unger, troppo ‘debole’ di fianco a un colosso di Hollywood. Molto meglio l’interpretazione del compianto James Rebhorn (articolo), che esce vincente da un’interpretazione che richiedeva drammaticità e leggerezza allo stesso tempo. Piccolo ruolo per ‘la donna che non sapeva amare’, Carroll Baker.

Un’opera cinematografica ordinata, che mantiene costante la coerenza nella concatenazione degli eventi. Nulla di speciale emerge da un montaggio accurato quanto ordinario.  Notevoli alcune scene a effetto, come quella della macchina inghiottita dalle acque della baia di San Francisco, dalle quali Douglas si salva con un’intuizione da spirito di sopravvivenza. O, ancor di più, quella finale, con il protagonista che precipita da un grattacielo per centinaia di metri, andando incontro a morte certa. Un film che consiglio senza dubbi.

Stefano Marzetti

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