martedì 10 giugno 2014

Il più bello di martedì 10 giugno, prima serata, sul ‘digitale’: Rai 5 alle 21,15

La locandina
Departures

Valutazione media: ♥♥♥♥♥ = 9

RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
Oscar 2009: miglior film straniero.

La scheda
Un film di Yojiro Takita. Con Masahiro Motoki, Ryoko Hirosue, Tsutomu Yamazaki, Kazuko Yoshiyuki, Takashi Sasano, Kimiko Yo, Tetta Sugimoto, Toru Minegishi, Tatsuo Yamada, Yukari Tachibana, Tarô Ishida, Sanae Miyata, Ryôsuke Ohtani, Mitsuyo Hoshino, Tatsuhito Okuda. Titolo originale: Okuribito. Drammatico, Gia 2008. Durata 130' circa. Tucker Film.

La trama
Un ex violoncellista fallito realizzerà se stesso e scoprirà finalmente di possedere un talento (sebbene alquanto inusuale): preparare i cadaveri (lavarli, vestirli, truccarli, profumarli) per una ditta di pompe funebri. Un rituale di rara grazia, una cerimonia fatta di piccoli gesti e di movimenti leggiadri, che ci restituiranno il fascino ma anche il mistero del culto giapponese più antico e più profondo: quello per i defunti.

Critica – Rassegna stampa
Questo film nel 2009 ha vinto l'Oscar come miglior film straniero battendo opere importanti come l’israeliano Valzer con Bashir e il francese La classe, e “(...) quei pochi eletti ne sapevano qualcosa - scriveva allepoca Natalia Aspesi de la Repubblica - e si pensò a una bizzarria hollywoodiana. È vero, è un film giapponese, genere non più di moda dagli anni ‘70; è vero, i cadaveri sono apprezzati solo nei film horror soprattutto nel ruolo di morti viventi, mentre qui appaiono come defunti reali, al centro del dolore delle persone care, e da noi sarà tutto un toccarsi. Ma quell'Oscar l’ha meritato (...) uno strano spettacolo di grazia struggente, di amorevole cura e rispetto, di gesti rapidi, esperti e affettuosi, che danno alla morte, sempre chiamata viaggio, non l’idea di fine ma di passaggio, di continuità con la vita. Non ha nulla del funerale religioso - rilevava ancora Aspesi - ed avviene in luoghi pieni di luce, di fiori e broccati bianchi (...)”.

Una scena emblematica di Departures, vincitore dell'Oscar 2009
“(...) Si può parlare della morte senza creare inevitabilmente un’atmosfera decadente e disperata?”, si chiedeva Maurizio Encari di Every Eye - Per quanto visto in Departures, la risposta non può che essere positiva. Takita realizza un film superlativo, dalla mille sfaccettature e che offre un punto di vista ‘diretto’ con la nera mietitrice, offrendo al protagonista le vesti di un accompagnatore silenzioso e meticoloso, che rende l’ultimo viaggio meno doloroso per le famiglie colpite dal lutto (...) Departures è in grado di risvegliare, o forse svegliare per la prima volta, sensazioni la cui potenza emotiva tocca più volte le corde del cuore, quasi metaforicamente in empatia con quelle di un violoncello che mai come in questo caso si è rivelato uno strumento dell’anima capace di amplificare a dismisura la forza dei sentimenti e delle sensazioni. Se cercate un’altra pagina di grande Cinema - suggeriva sempre Encari - avete dove rivolgervi (...)”.
redazione

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