giovedì 12 giugno 2014

Il più bello di giovedì 12 giugno, prima serata, sul ‘digitale’: La 7 alle 21,10

La locandina
Quel che resta del giorno

Valutazione media: ♥♥♥♥♥ = 9,5

RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
David di Donatello 1994: miglior attore straniero a Anthony Hopkins, migliore attrice straniera a Emma Thompson; Nastro d’Argento 1995: migliore regia a James Ivory.

La scheda
Un film di James Ivory. Con James Fox, Emma Thompson, Anthony Hopkins, Christopher Reeve, Peter Vaughan, Michael Lonsdale, Hugh Grant, Tim Pigott Smith, Lena Headey, Ben Chaplin, Pip Torrens. Titolo originale: The Remains of the Day. Drammatico, Usa 1993. Durata 134' circa.

La trama
La voce fuori campo di miss Kenton ci porta a conoscenza di un periodo (venti anni prima) nel quale la donna ha prestato servizio come governante nella bellissima Darlington Hall al fianco del maggiordomo mister Stevens. Siamo negli anni che precedono la seconda guerra mondiale, il proprietario della villa, Lord Darlington, è un nobile inglese simpatizzante della Germania di Hitler e per questo, spesso, intrattiene rapporti, organizzando cene e balli, con numerosi e influenti diplomatici tedeschi. La voce s’interrompe e le immagini ci riportano al presente: mister Stevens, ancora in servizio nella villa, confessa al nuovo proprietario, l'americano mister Lewis, la volontà di incontrarsi con l'ormai ex governante miss Kenton per convincerla, considerate le sue indiscusse qualità, a tornare a Darlington Hall. ‘Sua signoria’ approva e concede una breve vacanza a mister Stevens cedendogli in prestito la sua Bentley. L’uomo si mette in viaggio e apre il libro dei ricordi. Il soffocante universo domestico di mister Stevens è racchiuso tra le mura di Darlington Hall: la ragione della sua esistenza è l’abnegazione al lavoro per il quale ha rinunciato a qualunque impulso alla vita; il senso del dovere e l’assoluta fedeltà riposta nei confronti del padrone sono sufficienti a far sì che l’uomo conduca una vita annaspando nel niente, carezzando gli anni che inesorabili passano, a fare della propria vita una rinuncia. Finché qualcosa cambierà il corso del destino.

Un'ennesima straordinaria interpretazione di Anthony Hopkins
Critica – Rassegna stampa
“(...) Pagato ben presto il debito a Thelma & Louise - scrive Daniela Catelli di Coming Soon - citato all’inizio del viaggio, il film prende da subito strade diverse. Da sempre il cinema on the road racconta storie di crescita, scoperta e liberazione, e anche questo caso non fa eccezione (...) In questo film, interpretato da tre vere mattatrici del grande schermo, non devastate dai bisturi del chirurgo plastico, si parla di morte, dolore, perdita, ma anche di nuovi inizi. Si parla di amori maturi affrontati con la spensierata consapevolezza di chi ha molto visto e sofferto (un plauso anche al bravo Tom Skerritt), della necessità di seguire la strada del cuore senza credere alle fiabe dei romanzetti Harmony, dell’amicizia tra donne e dei veri valori della vita. E lo si fa con mano lieve e senza strafare.
Anthony Hopkins ed Emma Thompson
in Quel che resta del giorno
Forse per questo il film, nonostante i grossi nomi, è uscito solo in distribuzione limitata in patria e ha rischiato di non arrivare mai da noi (...)”.

“(...) anche il metallo più resistente - scrive Marco Iafrate su Film Scoop - se viene inciso con una punta di diamante si intacca (...) Costantemente alla ricerca di una identità culturale, Ivory la trova nella grande tradizione letteraria europea che sempre lo ha affascinato, soprattutto dopo l’incontro con la (…) scrittrice tedesca che gli ha permesso di mettere a confronto delle realtà tanto diverse come quella americana, quella indiana (il regista ha girato due film in India ed un documentario sulla città di Delhi, essendone rimasto piacevolmente colpito) e quella europea; nessuna meraviglia quindi che il regista americano abbia scelto il percorso psicologico e sentimentale del protagonista di un romanzo di chiara matrice anglosassone scritto da un oriundo giapponese (...) Quel che resta del giorno, per merito anche della straordinaria interpretazione di Hopkins e della Thompson, è il film che meglio ha descritto e trasmesso quello che da sempre ostacola la genesi di un amore: l’impossibilità di confessare i propri sentimenti (...)”.
redazione

Nessun commento:

Posta un commento

Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.