Il più bello di mercoledì 11 giugno, prima serata, sul ‘digitale’: Iris alle 21,10
La locandina
Scusate
il ritardo
Valutazione media: ♥♥♥♥♥ = 9,5
RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
David di Donatello 1982: miglior attore
non protagonista a Lello Arena, miglior attrice non protagonista Lina Polito; Maschera d’Argento: a Massimo
Troisi;Premio UBU (equivalente al David di Donatello
del teatro): a Massimo Troisi; Premio De Sica: a Massimo
Troisi.
La
scheda
Un film di Massimo Troisi. Con Giuliana De
Sio, Lello Arena, Massimo Troisi, Lina Polito, Olimpia Di Maio, Nicola
Esposito, Francesco Acampora. Commedia, Ita 1982. Durata 112' circa. Cineriz
Delgo Film.
La trama
La storia è
imperniata su Vincenzo, un giovane napoletano disoccupato con scarsa voglia di
trovarsi un lavoro e in sostanza mantenuto dalla madre, dalla sorella sposata e
dal fratello attore affermato. L'inerzia e l'apatia di Vincenzo sono turbate,
con scarsa partecipazione, dalle vicissitudini amorose dell'amico Tonino - che
non riesce a uscire dal tunnel della disperazione poiché abbandonato dalla
fidanzata - e da una ragazza, Anna, anche lei uscita da poco da una sfortunata
vicenda sentimentale, in cerca di un altro amore che crede di trovare in
Vincenzo. E non sbaglia poiché Vincenzo, anche se nel suo modo ironico e
arrendevole, la ama pure lui. Ma alla fine la ragazza, insoddisfatta di questo
rapporto, lo lascia. Vincenzo allora piomba nello sconforto dal quale tentano
di tirarlo fuori, prima i familiari e poi lo stesso amico Tonino. Al termine
del film è la stessa Anna che, rassegnata ad accettare il temperamento non
certo vivace di Vincenzo, a tornare da lui.
Mia
recensione
Lello Arena e Massimo Troisi in una scena del film
Scusate il ritardo, altro
capolavoro della commedia italiana e della filmografia di Massimo Troisi, propone la
tematica preferita dell’attore e regista comico napoletano: l’amore, inteso
perlopiù come un’esperienza non concretizzabile, effimera. Come ho avuto modo
di scrivere di recente nel commentare Pensavo fosse amore… invece era un
calesse(articolo), il grande artista scomparso nel 1994 a soli 41 anni (articolo) anche in questa occasione tratta questa passione come fulcro della
sceneggiatura, la traduce in immagini e se ne fa protagonista principale. La
sua recitazione è, come sempre, un mix
di delicatezza, amarezza e tristezza. Eppure Troisi trova
comunque il modo di minimizzare il dramma con una ‘sottile ma onnipresente e
solleticante derisione dell’uomo che si dibatte nelle sue pene senza fine’,
scrivevo non molto tempo fa.
Troisi con Giuliana De Sio
Solo un anno dopo il suo film d’esordio, Ricomincio
da tre, che ne
rivelò le innate qualità di cineasta e interprete determinato a mettere a nudo
in particolare le difficoltà del personaggio ‘chiave’ nella relazione di
coppia, l’ex guitto de La smorfia
entra di nuovo a gamba tesa nel tema, ancora con risultati esilaranti quanto
angoscianti. E in Scusate il ritardo, più che nel suo predecessore, i
protagonisti sono sottoposti a una dose massiccia d’inquietudine, che in alcune
circostanze si palesa come vero e proprio assillo. La cui rappresentazione ideale
è regalata allo spettatore dalla magistrale prova di Lello
Arena, (David di
Donatello, nell’occasione), con il suo Tonino da prendere a schiaffi dall’inizio
alla fine del racconto filmico. All’ex cabarettista (anche lui membro de La smorfia, il terzo era Enzo De
Caro) Troisi affibbia l’arduo
compito di mettere tutto in scena: prima l’amore appiccicaticcio e
ossessionante, poi la plateale sofferenza e cecità di fronte agli errori,
odioso anche nella fase in cui, ritrovata una presunta anima gemella, si rilancia
con ostentata leggiadria, quasi trasformandosi in improbabile Cupido.
Lello Arena
Lo script
realizzato a quattro mani con la fedelissima Anna Pavignano, è un
portento di dialoghi serrati, spediti, spassosi, realizzati in un napoletano
rapido ma comprensibile a sufficienza anche per i ‘troisiani’ dell’Italia
settentrionale. Troisi in cima a tutti, ma il già citato Arena in stato di
grazia, così come Lina Polito - per citare i personaggi più percepiti
durante la visione - contribuiscono a nobilitare una storia già di per sé
oliata al meglio. A livello recitativo, ne esce meno rilucente la pur brava Giuliana
De Sio, un gradino
più in basso nel grado di spontaneità. Sono proprio i duetti che Troisi si riserva
con la collega salernitana, quelli in cui il film conosce i suoi pochissimi
passaggi stentati. Nel complesso è obbligatorio vedere e rivedere questa gemma
pregiata del nostro cinema.
Stefano
Marzetti
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