mercoledì 11 giugno 2014

Il più bello di mercoledì 11 giugno, prima serata, sul ‘digitale’: Iris alle 21,10

La locandina
Scusate il ritardo

Valutazione media: ♥♥♥♥♥ = 9,5

RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
David di Donatello 1982: miglior attore non protagonista a Lello Arena, miglior attrice non protagonista Lina Polito; Maschera d’Argento: a Massimo Troisi; Premio UBU (equivalente al David di Donatello del teatro): a Massimo Troisi; Premio De Sica: a Massimo Troisi.

La scheda
Un film di Massimo Troisi. Con Giuliana De Sio, Lello Arena, Massimo Troisi, Lina Polito, Olimpia Di Maio, Nicola Esposito, Francesco Acampora. Commedia, Ita 1982. Durata 112' circa. Cineriz Delgo Film.

La trama
La storia è imperniata su Vincenzo, un giovane napoletano disoccupato con scarsa voglia di trovarsi un lavoro e in sostanza mantenuto dalla madre, dalla sorella sposata e dal fratello attore affermato. L'inerzia e l'apatia di Vincenzo sono turbate, con scarsa partecipazione, dalle vicissitudini amorose dell'amico Tonino - che non riesce a uscire dal tunnel della disperazione poiché abbandonato dalla fidanzata - e da una ragazza, Anna, anche lei uscita da poco da una sfortunata vicenda sentimentale, in cerca di un altro amore che crede di trovare in Vincenzo. E non sbaglia poiché Vincenzo, anche se nel suo modo ironico e arrendevole, la ama pure lui. Ma alla fine la ragazza, insoddisfatta di questo rapporto, lo lascia. Vincenzo allora piomba nello sconforto dal quale tentano di tirarlo fuori, prima i familiari e poi lo stesso amico Tonino. Al termine del film è la stessa Anna che, rassegnata ad accettare il temperamento non certo vivace di Vincenzo, a tornare da lui.

Mia recensione
Lello Arena e Massimo Troisi in una scena del film
Scusate il ritardo, altro capolavoro della commedia italiana e della filmografia di Massimo Troisi, propone la tematica preferita dell’attore e regista comico napoletano: l’amore, inteso perlopiù come un’esperienza non concretizzabile, effimera. Come ho avuto modo di scrivere di recente nel commentare Pensavo fosse amore… invece era un calesse (articolo), il grande artista scomparso nel 1994 a soli 41 anni (articolo) anche in questa occasione tratta questa passione come fulcro della sceneggiatura, la traduce in immagini e se ne fa protagonista principale. La sua recitazione è, come sempre, un mix di delicatezza, amarezza e tristezza. Eppure Troisi trova comunque il modo di minimizzare il dramma con una ‘sottile ma onnipresente e solleticante derisione dell’uomo che si dibatte nelle sue pene senza fine’, scrivevo non molto tempo fa.

Troisi con Giuliana De Sio
Solo un anno dopo il suo film d’esordio, Ricomincio da tre, che ne rivelò le innate qualità di cineasta e interprete determinato a mettere a nudo in particolare le difficoltà del personaggio ‘chiave’ nella relazione di coppia, l’ex guitto de La smorfia entra di nuovo a gamba tesa nel tema, ancora con risultati esilaranti quanto angoscianti. E in Scusate il ritardo, più che nel suo predecessore, i protagonisti sono sottoposti a una dose massiccia d’inquietudine, che in alcune circostanze si palesa come vero e proprio assillo. La cui rappresentazione ideale è regalata allo spettatore dalla magistrale prova di Lello Arena, (David di Donatello, nell’occasione), con il suo Tonino da prendere a schiaffi dall’inizio alla fine del racconto filmico. All’ex cabarettista (anche lui membro de La smorfia, il terzo era Enzo De Caro) Troisi affibbia l’arduo compito di mettere tutto in scena: prima l’amore appiccicaticcio e ossessionante, poi la plateale sofferenza e cecità di fronte agli errori, odioso anche nella fase in cui, ritrovata una presunta anima gemella, si rilancia con ostentata leggiadria, quasi trasformandosi in improbabile Cupido.

Lello Arena
Lo script realizzato a quattro mani con la fedelissima Anna Pavignano, è un portento di dialoghi serrati, spediti, spassosi, realizzati in un napoletano rapido ma comprensibile a sufficienza anche per i ‘troisiani’ dell’Italia settentrionale. Troisi in cima a tutti, ma il già citato Arena in stato di grazia, così come Lina Polito - per citare i personaggi più percepiti durante la visione - contribuiscono a nobilitare una storia già di per sé oliata al meglio. A livello recitativo, ne esce meno rilucente la pur brava Giuliana De Sio, un gradino più in basso nel grado di spontaneità. Sono proprio i duetti che Troisi si riserva con la collega salernitana, quelli in cui il film conosce i suoi pochissimi passaggi stentati. Nel complesso è obbligatorio vedere e rivedere questa gemma pregiata del nostro cinema.
Stefano Marzetti

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