venerdì 13 giugno 2014

Migliaia di film e di scene vietati e tagliati: ‘Cinecensura, 100 anni di pellicole proibite’

Una scena di Nynphomaniac, film erotico di Lars Von Trier, censurato di recente
Migliaia e forse più di film vietati o decurtati di scene a volte fondamentali, perché nei cento anni precedenti a questo 2014 (ovviamente con un progressivo ‘ammodernamento’ della mentalità) qualcuno ha ritenuto che mostrare al cinema scene di sesso, violenza, propaganda e così via, potesse traviare l’umanità amante del grande schermo. E così oggi l’universo di celluloide e digitale si ritrova addirittura a festeggiare questo secolo d’interdizioni filmiche con ‘Cinecensura: l’indice dei film proibiti, 100 anni di censura’. È una mostra virtuale promossa
Alberto Sordi, 'gestaccio' in I vitelloni
dalla direzione generale per il Cinema del Mibact in collaborazione con Cineteca Nazionale. Un’ipotetica carrellata tra spezzoni di film, cartellonistica pubblicitaria, cinegiornali e cortometraggi entrati nella storia del proibito. 
Il controllo totale del mondo dei media e della comunicazione ne ha fatte di vittime e ‘Cinecensura’ mette in mostra un lato selvaggio di questa limitazione della libertà circoscrivendola all’universo cinematografico.

Temi - Le aree su cui orientarsi nel vasto universo de ‘l’indice dei film proibiti’ sono quattro. Sesso, politica, religione e violenza, mentre i protagonisti della storia della censura sono stati suddivisi in categorie: parlamento, cattolici, produttori e avvocati.
La locandina di Ultimo tango a Parigi
Film - Tantissime le pellicole prese di mira. Da I vitelloni con il famoso gesto dell’ombrello di Alberto Sordi, a Ivan il terribile vittima per la parola baccanale, per arrivare a Ultimo tango a Parigi in cui l’immagine dei protagonisti nudi e abbracciati fu coperta, per finire con A come Attila, reo di aver messo in mostra ben due donne seminude.
Italia - Come spiega il presidente del centro sperimentale, Stefano Rulli, «ne viene fuori un’Italia viva, creativa, irriverente, che provava, nonostante tutto, a dire cose nuove in modo nuovo» nonostante «un ambiguo concetto di morale, un uso spesso smodato e strumentale della politica, una miopia culturale propria di una burocrazia chiusa in se stessa, diffidente di fronte alle trasformazioni in atto nel Paese». (Fonte Mauxa).

s.m.

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