Una scena di Nynphomaniac, film erotico di Lars Von Trier, censurato di recente |
Migliaia e forse più di film vietati o decurtati
di scene a volte fondamentali, perché nei cento anni precedenti a questo 2014
(ovviamente con un progressivo ‘ammodernamento’ della mentalità) qualcuno ha
ritenuto che mostrare al cinema scene di sesso, violenza, propaganda e così
via, potesse traviare l’umanità amante del grande schermo. E così oggi l’universo
di celluloide e digitale si ritrova addirittura a festeggiare questo secolo d’interdizioni
filmiche con ‘Cinecensura: l’indice dei film proibiti, 100 anni di censura’. È una
mostra virtuale promossa
dalla direzione generale per il Cinema del Mibact in
collaborazione con Cineteca Nazionale. Un’ipotetica carrellata tra spezzoni di
film, cartellonistica pubblicitaria, cinegiornali e cortometraggi
entrati nella storia del proibito. Il controllo totale del mondo dei media e
della comunicazione ne ha fatte di vittime e ‘Cinecensura’ mette in mostra un
lato selvaggio di questa limitazione della libertà circoscrivendola
all’universo cinematografico.
Alberto Sordi, 'gestaccio' in I vitelloni |
Temi - Le aree su cui orientarsi nel vasto
universo de ‘l’indice dei film proibiti’ sono quattro. Sesso, politica,
religione e violenza, mentre i protagonisti della storia della censura sono
stati suddivisi in categorie: parlamento, cattolici, produttori e avvocati.
La locandina di Ultimo tango a Parigi |
Film - Tantissime le
pellicole prese di mira. Da I vitelloni con il famoso gesto dell’ombrello di Alberto
Sordi, a Ivan il terribile vittima per
la parola baccanale, per arrivare a Ultimo tango
a Parigi in cui
l’immagine dei protagonisti nudi e abbracciati fu coperta, per finire con A come Attila, reo di
aver messo in mostra ben due donne seminude.
Italia - Come spiega
il presidente del centro sperimentale, Stefano Rulli, «ne viene fuori un’Italia
viva, creativa, irriverente, che provava, nonostante tutto, a dire cose nuove
in modo nuovo» nonostante «un ambiguo concetto di morale, un uso spesso smodato
e strumentale della politica, una miopia culturale propria di una burocrazia
chiusa in se stessa, diffidente di fronte alle trasformazioni in atto nel Paese».
(Fonte Mauxa).
s.m.
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