mercoledì 9 aprile 2014

Il ‘re’ dei film scaricati illegalmente è sempre più inguaiato

Kim Dotcom, presunto mega-pirata filmografico, accusato
di violazione del copyright dalle maggiori case di produzione di Hollywood
Non sono bastati l'inaugurazione di un nuovo sito legale (Mega) e la recente decisione di fondare un partito del web per presentarsi alle elezioni in Nuova Zelanda, dove risiede agli arresti domiciliari. I guai – riporta Prima Online che cita una TMNews - per Kim Dotcom, il fondatore delle piattaforme illecite per condividere film e video, Megaupload e Megavideo, sembrano non essere finiti: dovrà infatti presentarsi davanti ai giudici statunitensi per rispondere alle accuse di violazione di copyright. Come ha rivelato la Motion Picture Association of America (Mpaa) – che rappresenta le maggiori case di produzione di Hollywood - 20th Century Fox, Disney, Paramount, Universal, Columbia Pictures e Warner Bros hanno aperto una causa nei suoi confronti.

Il sito di Kim Dotcom, Megaupload, permetteva di scaricare film illegalmente 
Sostengono che il suo gruppo abbia facilitato e incoraggiato, generando in modo illecito profitti, un’enorme violazione di diritti riguardanti film e programmi televisivi. Tale violazione, dicono, è continuata per anni, fino a quando i siti controllati da Dotcom sono stati chiusi dal Fbi il 19 gennaio 2012. «Megaupload aveva creato un sistema per spingere gli utenti, attraverso denaro, a diffondere sulla piattaforma film e programmi tv rubati», ha detto Steven Fabrizio, ai vertici dell’Mpaa. «Megaupload non era una piattaforma per caricare video personali ma un centro illegale per la diffusione di massa» di contenuti coperti da copyright, ha aggiunto. Il gruppo era stato fondato nel 2005 da Dotcom – nato in Germania come Kim Schmitz – e aveva i suoi server a Hong Kong.

Il 20 gennaio 2012 il presunto colpevole è stato arrestato insieme a sei suoi collaboratori nella villa di Aukland, Nuova Zelanda, con un’operazione della polizia del Paese insieme al Fbi e al dipartimento di Stato americano. Dopo un mese di detenzione e una possibile pena a cinquant’anni di carcere, Dotcom è stato liberato su cauzione. E adesso gli Stati Uniti chiedono la sua estradizione ma il governo neozelandese (che ha stabilito anche la restituzione delle proprietà confiscate) sembra non voglia esaudire tale richiesta.

redazione

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