giovedì 10 aprile 2014

Con “Song ‘e Napule” i Manetti Bros. cercano il colpaccio (con trailer)

Premessa: non essendo accreditato dalla visione dell’anteprima del film, il seguente articolo va inteso come una sorta di rassegna stampa da me commentata e, dove possibile, arricchita.

Mia previsione: ♥♥♥ = 7

La scheda
Un film di Marco e Antonio Manetti. Con Alessandro Roja, Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Paolo Sassanelli, Carlo Buccirosso, Peppe Servillo, Antonio Pennarella, Juliet Esey Joseph, Ciro Petrone, Franco Ricciardi, Ivan Granatino. Commedia, Ita 2013. Durata 114'. Microcinema. Uscita giovedì 17 aprile 2014.

La trama
Napoli, oggi. Paco, dopo il diploma al conservatorio, è un pianista raffinato e disoccupato. La mamma trova una raccomandazione per farlo entrare nella polizia ma la sua totale inettitudine lo relega in un deposito giudiziario. Un giorno arriva il commissario Cammarota, un mastino dell'anticrimine sulle tracce di un pericoloso killer della camorra, detto O' Fantasma perché nessuno conosce il suo vero volto. Al commissario serve un pianista poliziotto che dovrà infiltrarsi nel gruppo Lollo Love, un noto cantante neomelodico che allieterà il matrimonio di Antonietta Stornaienco, figlia del boss di Somma Vesuviana. Molto probabilmente O' Fantasma sarà presente al matrimonio. A Paco non poteva capitare di peggio: si ritroverà a rischiare la vita in prima linea e a suonare una musica che gli fa schifo, vestito come un cafone. Invece sarà la svolta della sua vita.

La critica
È come se i Manetti Bros. – i fratelli registi romani Marco e Antonio, rispettivamente classe 1968 e 1970 – si divertissero a farci andare sulle montagne russe. Ci si disorienta un po' nel seguire questa loro filmografia fatta di alti e bassi responsabili, forse, di un andazzo che sinora ha impedito al duetto capitolino di essere preso nella dovuta considerazione e, di conseguenza, conosciuto meglio dal grande pubblico. Il quale non va snobbato, perché è lui che ti permette di non vivere di sola gloria. Alti e bassi, dicevo. Questa volta pare si vada su, a detta di chi ha già visto questo Song ‘e Napule, che viene dopo il flop dell’horror Paura 3D (2012) e dell’ancor precedente mediocre thriller L'arrivo di Wang (2011). Pellicole di nessun impatto artistico e commerciale, prima delle quali, però, i Manetti avevano sfornato gli apprezzatissimi Zora la vampira (2000), con una giovanissima Micaela Ramazzotti e, soprattutto, Piano 17 (2005, con un ispirato Massimo Ghini), quest’ultima pellicola premiata con la nomination ai David di Donatello per i migliori effetti speciali visivi.

Una scena del film. Si riconosce Giampaolo Morelli col coltello alla gola

Stavolta i due fratelli (che per la tv hanno diretto L’Ispettore Coliandro, la serie scritta dal grande ‘giallista’ Carlo Lucarelli, interpretata dall’attore/sceneggiatore Giampaolo Morelli, protagonista anche di Piano 17 e, appunto, di Song ‘e Napule) tornano alla commedia vestita da poliziesco e fanno centro, con un lungometraggio che pare possegga la qualità di trasmettere buonumore. Perché ambientato a Napoli eppure in contrasto con le tante narrazioni cinematografiche che massacrano la città del Vesuvio e ne mettono di continuo a nudo i tanti bubboni letali. Gran parte del merito va a una sceneggiatura (ancora Morelli) in cui, rispetto al passato registico ‘manettiano’, si nota come “il duello malavita-giustizia - scrive Carola Proto di Coming Soon - diventi ancora più interessante grazie all’entrata in scena di un elemento sostanzialmente nuovo: la dolcezza”.

I fratelli-registi Marco e Antonio Manetti
Il merito è anche - forse soprattutto? - del tuttofare Giampaolo Morelli (i due cineasti dovrebbero conservarlo sottovuoto, tanto torna loro utile) che in questa circostanza presta alla vicenda anche la sua bella (a quanto pare) voce e aiuta lo spettatore, anche il più distante dalla napoletanità, a calarsi nel mondo della musica melodica partenopea. In questo, oltre a quello di Morelli, va rilevato, come fa ancora la collega Proto, il “sapiente lavoro dei musicisti Pivio e Aldo De Scalzi, imprescindibili collaboratori dei Manetti”.

Non indifferente, a quanto sembra, per la buona riuscita dell’ultima fatica dei Bros., è l’apporto dello zoccolo duro del cast, in cui brillano il romano Alessandro Roja (buona performance nel 2009 in Crimini 2 - Neve sporca, di Davide Marengo), il barese Paolo Sassanelli (bravo in Questo mondo è per te [2011], di Francesco Falaschi), il napoletanissimo Carlo Buccirosso (visto anche nel film-Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino) e il casertano Peppe Servillo
Da destra Giampaolo Morelli e Alessandro Roja 
(fratello del grande
Toni ma assai più celebre per essere il ‘Vox’ degli straordinari Avion Travel). Con bravi interpreti e ben traducendo in racconto filmico la fabula di Morelli, i fratelli che io definisco ‘tarantiniani’ rispolverano il poliziottesco italiano degli anni Settanta. “Ammiccando al genere – evidenzia Marzia Gandolfi di Mymovies - i Manetti finiscono per praticarlo e praticare le sue dinamiche con ironia, la stessa con cui frequentano da anni la dimensione parallela del cinema, quella di efficaci pellicole di serie B con cui hanno saputo convogliare gli umori e la paura del Paese”.

Direi, sempre io, un film d’autore, come nello stile del duo registico, che potrebbe sorprendere e che meriterebbe, da qui all’uscita nelle sale cinematografiche, un po’ più d’attenzione da parte della critica ‘aristocratica’.

Stefano Marzetti

Nessun commento:

Posta un commento

Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.