venerdì 11 aprile 2014

Il più bello di venerdì, prima serata, sul ‘digitale’: Rai 3 alle 21,05 (con trailer)

La locandina
The Iron Lady


RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
Premio Oscar 2012: migliore attrice protagonista a Meryl Streep, miglior trucco a Mark Coulier e J. Roy Helland; Golden Globe 2012: migliore attrice in un film drammatico a Meryl Streep; Premio BAFTA 2012: migliore attrice protagonista a Meryl Streep; miglior trucco a Mark Coulier e J. Roy Helland.

Mia aspettativa: ♥♥♥ = 6,5

Scheda
Un film di Phyllida Lloyd. Con Meryl Streep, Jim Broadbent, Olivia Colman, Roger Allam, Susan Brown, Nick Dunning, Nicholas Farrell, Iain Glen, Richard E. Grant, Anthony Head, Harry Lloyd, Michael Maloney, Alexandra Roach, Pip Torrens, Julian Wadham, Angus Wright. Biografico, Gb 2011. Durata 105'.

Trama
The Iron Lady, ovvero Margaret Thatcher, ex primo ministro britannico, ormai ottantenne, fa colazione nella sua casa in Chester Square, a Londra. Malgrado suo marito Denis sia morto da diversi anni, la decisione di sgombrare finalmente il suo guardaroba risveglia in lei un'enorme ondata di ricordi. Al punto che, proprio mentre si accinge a dare inizio alla sua giornata, Denis le appare, reale come quando era in vita: leale, amorevole e dispettoso. Lo staff di Margaret manifesta preoccupazione a sua figlia, Carol Thatcher, per l'apparente confusione tra passato e presente dell'anziana donna. Preoccupazione che non fa che aumentare quando, durante la cena che ha organizzato quella sera, Margaret intrattiene i suoi ospiti incantandoli come sempre, ma a un bel momento si distrae rievocando la cena durante la quale conobbe Denis sessant'anni prima. Il giorno dopo, Carol convince sua madre a farsi vedere da un dottore. Margaret sostiene di stare benissimo e non rivela al medico che i vividi ricordi dei momenti salienti della sua vita stanno invadendo le sue giornate nelle ore di veglia.

In primo piano una Meryl Streep da Oscar in The Iron Lady

Critica
Ennesima prova magistrale di Meryl Streep (qui al suo terzo premio Oscar [miglior attrice], dopo quello del 1979 come miglior attrice non protagonista per Kramer contro Kramer e quello del 1982 come miglior attrice per La scelta di Sophie), alla quale va il grande merito di non aver fatto naufragare un film che, a detta di alcuni, non ha soddisfatto le aspettative, nemmeno quelle del botteghino (molto scarso l'incasso totale negli States con soli circa trenta milioni di dollari; male anche in Italia con poco più di due milioni e mezzo di euro). The Iron Lady della regista e direttrice teatrale inglese Phyllida Christian Lloyd (alla sua seconda fatica cinematografica, dopo il più che discreto Mamma Mia! del 2008, sempre con la Streep supportata dall’eclettico Pierce Brosnan) pare sia risultato pesante per l’eccessiva portata di femminilità, anzi, meglio, di femminismo che è, forse, scaturita dal fatto che anche la sceneggiatura sia di una donna, Annie Gilhooly, fra l’altro al suo primo impegno nell’universo di celluloide.

A sottolineare tale debolezza dell’opera è Federico Gironi di Coming Soon che scrive di “un femminismo che, a tratti, ha alcune sfumature manierate che faranno felici le frange più conservatrici e anacronistiche del movimento ‘Se non ora quando’ (organizzazione trasversale fondata per «reagire al modello degradante ostentato da una delle massime cariche dello Stato, lesivo della dignità delle donne e delle istituzioni», mia precisazione)”. Gironi rimane a tal punto infastidito da questo aspetto del racconto in immagini, da considerarne la
Ancora Meryl Streep con il bravo Jim Broadbent
cosa migliore l’impegno attoriale dell’interprete britannico
Jim Broadbent (visto di recente nell’apprezzato fantascientifico Cloud Atlas al fianco di Tom Hanks) che personifica il marito di Margaret Thatcher. Quel Denis che ritorna di continuo nell’onirismo della statista e la cui figura non sarebbe stata valorizzata e sfruttata nella giusta misura, lasciando a un’impeccabile Streep quasi l’intero onere di ‘ingioiellare’ il viaggio filmico.

Di “idea giusta in mano alla persona sbagliata” parla invece Adriano Ercolani di Film.it, anch’egli impenitente a scaricare in particolare sulla cineasta le responsabilità di quella che sembra essere stata la proverbiale ‘occasione mancata’ per regalare al cinema un biopic di alta qualità. Cosa che una personalità – nel bene e nel male - come la Lady di ferro avrebbe senz’altro meritato. Insomma, “un film che poteva essere esplosivo – rileva lo stesso Ercolani - ma che si perde nell’incertezza, ma anche la consapevolezza che Meryl Streep è la più grande attrice dei nostri tempi. La sua versione della Thatcher è ammirevole, equiparabile alle sue prove più riuscite di questi ultimi anni, quelle ad esempio fornite ne Il dubbio e ne Il ladro di orchidee”.

Non ho visto questo film. L’articolo va quindi inteso come una sorta di rassegna stampa da me commentata e, dove possibile, arricchita.

st.mar.

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