La locandina |
The Iron
Lady
RICONOSCIMENTI PRINCIPALI
Premio
Oscar 2012: migliore attrice protagonista a
Meryl Streep, miglior trucco a Mark Coulier e J. Roy Helland; Golden Globe 2012: migliore
attrice in un film drammatico a Meryl Streep; Premio BAFTA 2012: migliore
attrice protagonista a Meryl Streep; miglior trucco a Mark Coulier e J. Roy
Helland.
Mia aspettativa: ♥♥♥ = 6,5
Scheda
Un film di Phyllida Lloyd. Con Meryl Streep, Jim Broadbent, Olivia Colman, Roger Allam, Susan
Brown, Nick Dunning, Nicholas Farrell, Iain Glen, Richard E. Grant, Anthony
Head, Harry Lloyd, Michael Maloney, Alexandra Roach, Pip Torrens, Julian
Wadham, Angus Wright. Biografico, Gb 2011. Durata 105'.
Trama
The Iron
Lady, ovvero Margaret Thatcher, ex primo ministro britannico, ormai ottantenne,
fa colazione nella sua casa in Chester Square, a Londra. Malgrado suo marito
Denis sia morto da diversi anni, la decisione di sgombrare finalmente il suo
guardaroba risveglia in lei un'enorme ondata di ricordi. Al punto che, proprio
mentre si accinge a dare inizio alla sua giornata, Denis le appare, reale come
quando era in vita: leale, amorevole e dispettoso. Lo staff di Margaret
manifesta preoccupazione a sua figlia, Carol Thatcher, per l'apparente
confusione tra passato e presente dell'anziana donna. Preoccupazione che non fa
che aumentare quando, durante la cena che ha organizzato quella sera, Margaret
intrattiene i suoi ospiti incantandoli come sempre, ma a un bel momento si
distrae rievocando la cena durante la quale conobbe Denis sessant'anni prima.
Il giorno dopo, Carol convince sua madre a farsi vedere da un dottore. Margaret
sostiene di stare benissimo e non rivela al medico che i vividi ricordi dei
momenti salienti della sua vita stanno invadendo le sue giornate nelle ore di
veglia.
Critica
Ennesima prova magistrale di Meryl
Streep (qui al suo
terzo premio Oscar [miglior attrice], dopo quello del 1979 come miglior attrice
non protagonista per Kramer contro Kramer
e quello del 1982 come miglior attrice per La
scelta di Sophie), alla quale va il grande merito di non aver fatto naufragare
un film che, a detta di alcuni, non ha soddisfatto le aspettative, nemmeno
quelle del botteghino (molto scarso l'incasso totale negli States con soli circa
trenta milioni di dollari; male anche in Italia con poco più di due milioni e
mezzo di euro). The Iron Lady della
regista e direttrice teatrale inglese Phyllida Christian Lloyd (alla sua
seconda fatica cinematografica, dopo il più che discreto Mamma Mia! del 2008, sempre con la Streep supportata
dall’eclettico Pierce Brosnan) pare sia risultato pesante per l’eccessiva portata
di femminilità, anzi, meglio, di femminismo che è, forse, scaturita dal fatto
che anche la sceneggiatura sia di una donna, Annie Gilhooly, fra l’altro
al suo primo impegno nell’universo di celluloide.
A sottolineare tale debolezza dell’opera è Federico Gironi di Coming Soon che scrive di “un femminismo che, a tratti, ha alcune sfumature manierate che
faranno felici le frange più conservatrici e anacronistiche del movimento ‘Se
non ora quando’ (organizzazione trasversale fondata per «reagire al modello
degradante ostentato da una delle massime cariche dello Stato, lesivo della
dignità delle donne e delle istituzioni», mia
precisazione)”. Gironi rimane a tal punto infastidito da questo aspetto del
racconto in immagini, da considerarne la
cosa migliore l’impegno attoriale dell’interprete
britannico Jim Broadbent (visto di recente nell’apprezzato fantascientifico Cloud Atlas al fianco di Tom Hanks) che
personifica il marito di Margaret Thatcher. Quel Denis che ritorna di continuo nell’onirismo
della statista e la cui figura non sarebbe stata valorizzata e sfruttata nella
giusta misura, lasciando a un’impeccabile Streep quasi l’intero
onere di ‘ingioiellare’ il viaggio filmico.
Ancora Meryl Streep con il bravo Jim Broadbent |
Di “idea giusta in mano alla persona
sbagliata” parla invece Adriano Ercolani di Film.it, anch’egli impenitente a scaricare in particolare sulla cineasta le
responsabilità di quella che sembra essere stata la proverbiale ‘occasione
mancata’ per regalare al cinema un biopic
di alta qualità. Cosa che una personalità – nel bene e nel male - come la Lady
di ferro avrebbe senz’altro meritato. Insomma, “un film che poteva essere
esplosivo – rileva lo stesso Ercolani - ma che si perde nell’incertezza, ma
anche la consapevolezza che Meryl Streep è la più grande attrice dei
nostri tempi. La sua versione della Thatcher è ammirevole, equiparabile alle
sue prove più riuscite di questi ultimi anni, quelle ad esempio fornite ne Il dubbio e ne Il ladro di orchidee”.
Non ho
visto questo film. L’articolo va quindi inteso come una sorta di rassegna
stampa da me commentata e, dove possibile, arricchita.
st.mar.
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