La locandina |
Scheda del film
Un film di Carlo Zoratti. Con Alex Nazzi,
Enea Gabino, Carlo Zoratti Drammatico,
durata 83’ – Ger/Ita/Aut 2013.
Trama del film
L'autismo
impedisce a Enea, ventinovenne che risiede nel piccolo centro di Terenzano
(Udine), di avere quella vita affettivo-sessuale di cui sente sempre di più la
mancanza. Due suoi amici, Alex e Carlo, decidono allora di aiutarlo a
realizzare il desiderio di avere un rapporto, dirigendosi prima in un bordello
in Austria e poi in Germania, a Trebel, dove esiste un centro in cui anche i
disabili possono imparare a conoscere la sessualità.
Tema del film
Si può girare un film – che è anche
documentario - sull’autismo che abbia come protagonista un vero autistico e
riuscire a farlo bene. Sì. Lo dimostra l’opera prima del 32enne udinese, Carlo
Zoratti (laureato
in Interaction Design all’università di Torino), The Special Need, tragitto tipo road
movie grazie al quale le mancanze affettive di Enea – il protagonista della pellicola
– vengono apprese dal compagno di viaggio che scoprirà anche quelli che erano i
propri preconcetti. Per forza di cose viene in mente lo straordinario classico
hollywoodiano di questo genere, vale a dire Rain Man. L'uomo della pioggia
(1998, con gli straordinari Dustin
Hoffman [premio Oscar per la sua interpretazione]) e Tom
Cruise sotto la direzione di Barry
Levinson) condurrà anche a una conoscenza più profonda delle mancanze affettive dell’amico handicappato
e a un'inedita consapevolezza.
Una scena di The Special Need |
Il protagonista autistico Enea Gabino |
«Spesso mi capita che mi chiedano se siamo
parenti – rivela Carlo Zoratti in un’intervista riportata da Comingsoon.it a firma di Daniella Catelli - come se non riuscissero a immaginare che senza
avere legami di sangue possiamo essere amici. Ci conosciamo da 16 anni, io ero
in una scuola con 2500 maschi, suonavo la batteria in un gruppo metal e non conoscevo
neanche una ragazza. Così con un amico abbiamo deciso di andare a fare
volontariato in un centro per disabili, dove era sicuro che sarebbero state
quasi tutte donne. Ed è lì che ho conosciuto la mia prima ragazza, che è la
figlia della terapista di Enea . Abbiamo iniziato a vederci e poi un sabato
l'abbiamo invitato a uscire e ci siamo accorti che stavamo bene insieme. Io mi
diverto davvero con Enea. Il motivo per cui ci siamo conosciuti è poi quello
che ci ha portato a fare questo film: la disparità di opportunità sul fatto di
conoscere delle ragazze, tra me e lui».
Stefano Marzetti
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