giovedì 6 marzo 2014

“The Special Need”, maturare grazie a un autistico (trailer)

La locandina
Scheda del film
Un film di Carlo Zoratti. Con Alex Nazzi, Enea Gabino, Carlo Zoratti Drammatico,  durata 83’ – Ger/Ita/Aut 2013.

Trama del film
L'autismo impedisce a Enea, ventinovenne che risiede nel piccolo centro di Terenzano (Udine), di avere quella vita affettivo-sessuale di cui sente sempre di più la mancanza. Due suoi amici, Alex e Carlo, decidono allora di aiutarlo a realizzare il desiderio di avere un rapporto, dirigendosi prima in un bordello in Austria e poi in Germania, a Trebel, dove esiste un centro in cui anche i disabili possono imparare a conoscere la sessualità.

Tema del film
Si può girare un film – che è anche documentario - sull’autismo che abbia come protagonista un vero autistico e riuscire a farlo bene. Sì. Lo dimostra l’opera prima del 32enne udinese, Carlo Zoratti (laureato in Interaction Design all’università di Torino), The Special Need, tragitto tipo road movie grazie al quale le mancanze affettive di Enea – il protagonista della pellicola – vengono apprese dal compagno di viaggio che scoprirà anche quelli che erano i propri preconcetti. Per forza di cose viene in mente lo straordinario classico hollywoodiano di questo genere, vale a dire Rain Man. L'uomo della pioggia (1998, con gli straordinari Dustin Hoffman  [premio Oscar per la sua interpretazione]) e Tom Cruise sotto la direzione di Barry Levinson) condurrà anche a una conoscenza più profonda delle mancanze affettive dell’amico handicappato e a un'inedita consapevolezza.

Una scena di The Special Need
Guardando il film – ha detta di chi ha già avuto modo di vederlo – lo spettatore intuisce di essere sulla stessa barca del co-protagonista. Le difficoltà di comprensione e di accettazione dell’amico autistico sono le stesse di gran parte della cultura, soprattutto occidentale. E l’Italia ci fa una magra figura, perché si sa, o si viene a sapere che, ad esempio rispetto alla Germania dove il disabile non è per nulla ostacolato nella necessità di andare in cerca e comprendere i propri moti dell’anima, così come la propria identità sessuale. Noi siamo belli indietro: a livello giuridico, l'autistico non è altro che un grosso (nel caso di un adulto) e ingombrante – in tutti i sensi – infante destinato a non divenire mai adulto. In The Special Need (premi importanti per la sua categoria, come quello per il miglior documentario al ‘Trieste Film Festival’, alla ‘German Competition e al ‘Dok Leipzig’; senza tralasciare la partecipazione al ‘Festival di Locarno’ nella sezione cineasti del presente) nel corso delle riprese c’è meno preoccupazione per il cosiddetto politically correct e più per la naturalezza, che pare centri l’obiettivo di far sentire chi guarda partecipe dei fatti narrati a livello filmico.

La suddetta scelta registica produce un effetto “molto coinvolgente – assicura  Maria Rita Maltese di Cinefilos.it - ci si commuove ma in molti momenti si sorride grazie all’esuberanza e alla simpatia di Enea. Vedere il mondo tramite i suoi occhi e quelli dei suoi amici è un’esperienza da non perdere”. È anche grazie a esempi come questo che il cinema friulano si afferma sempre più a livello nazionale.

Il protagonista autistico Enea Gabino
Insomma, il film di Zoratti va inteso come impegno votato a narrare una storia di barriere costruite dall’imponderabilità degli accadimenti, in un’amicizia che, quasi per miracolo, si rafforza piuttosto che afflosciarsi. Un’amicizia, ancora, che scopre di avere, fra gli obiettivi primari, il sesso, magari solo per una nottata, senza escludere la possibilità di un innamoramento. Il tutto messo – rileva Alessandro Aniballi di Movieplayer.it  -  in scena senza alcuna forzatura patetica, né senza mai alzare i toni del dramma, anzi lasciandosi anche andare a momenti di naturale leggerezza”. E anche in questo è basilare la naturalezza di Enea, personaggio principale che sa disorientare con analisi inaspettate per poi perdersi nell’evidenza di un fatto.

«Spesso mi capita che mi chiedano se siamo parenti – rivela Carlo Zoratti in un’intervista riportata da  Comingsoon.it a firma di Daniella Catelli - come se non riuscissero a immaginare che senza avere legami di sangue possiamo essere amici. Ci conosciamo da 16 anni, io ero in una scuola con 2500 maschi, suonavo la batteria in un gruppo metal e non conoscevo neanche una ragazza. Così con un amico abbiamo deciso di andare a fare volontariato in un centro per disabili, dove era sicuro che sarebbero state quasi tutte donne. Ed è lì che ho conosciuto la mia prima ragazza, che è la figlia della terapista di Enea . Abbiamo iniziato a vederci e poi un sabato l'abbiamo invitato a uscire e ci siamo accorti che stavamo bene insieme. Io mi diverto davvero con Enea. Il motivo per cui ci siamo conosciuti è poi quello che ci ha portato a fare questo film: la disparità di opportunità sul fatto di conoscere delle ragazze, tra me e lui».

Stefano Marzetti

Nessun commento:

Posta un commento

Si fa gentile richiesta di non utilizzare mai volgarità nella stesura dei commenti. Inoltre, la polemica fra utenti è ben accetta, anzi incoraggiata, ma non deve mai travalicare i confini dell'educazione. Il mancato rispetto di tali richieste comporterà la non pubblicazione dei commenti. Grazie.